A Natale uomini sul divano, donne in cucina: in Spagna spot per invertire ruoli


“A Natale gli uomini collaborino in casa”: in Spagna lo spot del ministero per l’Uguaglianza è virale. “Chora” vuole sensibilizzare con ironia, ma sui social è polemica

video natale chora spagna

“Charo” porta da sola a casa le buste della spesa piene, mette il tacchino in forno, accoglie gli ospiti, si appresta ad apparecchiare la tavola, il tutto nell’indifferenza generale del marito e del figlio, che si rilassano davanti al televisore. Ma le cose stanno per cambiare: un lampo illumina il volto della donna, che stappa una bottiglia di vino e abbandona teglie e stoviglie al loro destino, portando così a un rovesciamento di ruoli tanto obbligato quanto riuscito. La piccola “rivoluzione domestica” la immagina il ministero per l’Uguaglianza della Spagna che lancia con un video una nuova campagna di Natale per esortare i cittadini a condividere le faccende domestiche in occasione delle feste.

L’iniziativa, che prende appunto il nome di Charo, è stata diffusa anche sui social. Su Twitter il filmato, realizzato dall’azienda pubblicitaria OgilvyMadrid, è accompagnato da una didascalia: “In molte case della Spagna, Charo e altre donne sono pronte ad arrivare a casa ben cariche di acquisti, affinché per le feste non manchi nulla. A casa tua- interroga la campagna- queste faccende chi le fa?“.

CONDIVIDERE I COMPITI

Il governo spiega in una nota che l’iniziativa “mira a sensibilizzare sulla necessità di celebrare le festività condividendo compiti e responsabilità, invitando alla riflessione ed evidenziando cosa significhi per molte donne essere le sole incaricate dei preparativi natalizi. La campagna – si legge ancora – vuole essere anche un omaggio a tutte le mamme e nonne che ogni anno rendono possibili le feste“.

LE CRITICHE

Lo spot si inserisce in un più ampio piano realizzato dal dicastero in collaborazione con città e comunità autonome con gli obiettivi, fra gli altri, di “favorire la conciliazione vita privata-lavoro”. Il video, rilanciato anche dalla ministra per l’Uguaglianza Irene Montero, come spiega la Dire (www.dire.it) non è piaciuto però a vari utenti della rete che lo hanno accusato di essere a sua volta sessista o stereotipato, di diffondere illazioni o di rappresentare uno spreco di denaro pubblico.

‘CHARO’, UN NOME SCELTO NON A CASO

In Spagna “Charo”, oltre a essere il diminutivo del nome femminile Rosario, è anche un termine in voga da qualche anno negli ambienti dell’estrema destra, dove viene impiegato per riferirsi in forma dispregiativa alle donne di orientamento femminista o progressista. Probabile quindi, ma non confermata dal ministero, l’allusione contenuta nella campagna.