Su Rai Storia “Il segno delle donne” parla di Sibilla Aleramo


Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio, al centro della nuova puntata di “Il segno delle donne” in prima serata su Rai Storia

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Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio, è la prima scrittrice in Italia a denunciare, attraverso il suo romanzo “Una donna”, il ruolo delle donne nella società all’inizio del Novecento, dando un importante contributo al dibattito sulla questione femminile. Le dà voce e volto Rosa Palasciano nel faccia a faccia con Angela Rafanelli in “Il segno delle donne”, in onda in prima visione martedì 20 dicembre alle 21.10 su Rai Storia.
Nata ad Alessandria il 14 agosto 1876, a 12 anni si trasferisce a Civitanova Marche insieme alla sua famiglia. Ancora adolescente, inizia a lavorare nella fabbrica di vetro diretta da suo padre e subisce uno stupro da parte del contabile dell’azienda, che è costretta a sposare. Prigioniera di un matrimonio con un marito violento, cerca una via di fuga nella maternità, ma nemmeno la nascita di suo figlio Walter riesce a migliorare.
In quel periodo, inizia a scrivere per alcuni giornali e a collaborare con riviste femministe. Si trasferisce di nuovo a Milano per seguire suo marito ma, nel 1902, decide di lasciare il tetto coniugale, soffrendo molto per la separazione da suo figlio. Si trasferisce a Roma dove ha una lunga relazione con lo scrittore Giovanni Cena. Nel 1906, pubblica il suo primo libro, “Una donna”, fortemente autobiografico, che ha un grande successo e che firma con il nome di Sibilla Aleramo. Nel 1910 frequenta Vincenzo Cardarelli ma la storia dura poco.
Un’altra relazione appassionata, ma breve, la vive con Umberto Boccioni, uno dei massimi esponenti del Futurismo. Nel 1913, a Parigi, conosce Gabriele D’Annunzio, con cui nasce un’amicizia. Durante la Prima guerra mondiale s’innamora del poeta toscano Dino Campana. Il rapporto, però, è molto tormentato, soprattutto, a causa dei disturbi psichici di cui soffre Campana e Sibilla decide di lasciarlo.
Dopo aver pubblicato il suo secondo romanzo “Il passaggio” e aver scritto l’opera teatrale “Endimione”, la sua vita si complica con l’avvento del Fascismo: nel 1925, infatti, Sibilla firma il “Manifesto degli intellettuali antifascisti” ma viene arrestata perché tacciata di complicità con l’attentatore del Duce. In quegli anni, l’autrice affronta una difficile situazione economica e chiede aiuto a Mussolini in cambio del suo sostegno al regime. Nel 1933 riesce a rivedere suo figlio Walter ma l’incontro è deludente per entrambi. Affascinante, colta e amante dei salotti mondani, nel 1935 Sibilla frequenta anche il futuro Premio Nobel, Salvatore Quasimodo, ma la loro relazione dura solo un anno.  Nel 1936, s’innamora di nuovo di Franco Matacotta, uno studente di quarant’anni più giovane di lei, a cui resta legata per dieci anni. Nel 1946, al termine della Seconda guerra mondiale, si iscrive al Pci, impegnandosi intensamente in campo politico e sociale, collaborando con l’Unità e intrattenendo un’amicizia significativa con Palmiro Togliatti.