Lavorare nel mondo del gaming: sogno o realtà?


lavorare nel gaming

Sono sempre di più i ragazzi che sperano di trasformare la loro passione in lavoro. È finita infatti l’epoca degli astronauti, dei calciatori, degli attori, mestieri e professioni che per decenni hanno monopolizzato fantasie e desideri neanche troppo celati. Adesso il sogno è quello di lavorare nel mondo del gioco.

Un mercato del lavoro in grande espansione

Un sogno che è sempre di più una realtà. Provando a fare una ricerca tra le offerte di lavoro in questo ambiente troviamo quasi 300 proposte su LinkedIn, il social network dedicato allo scambio e alla promozione professionale e quasi 400 invece sulla piattaforma di Indeed. Numeri che confermano la grande prolificità di questo settore, che ha visto passare dal 2014 al 2020 il numero di giocatori da 1,84 bilioni a oltre 2,5. I dati resi noti da Monster.it sottolineano anche come i giochi gratuiti, quelli free to play, rappresentino da soli oltre l’85% del guadagno dell’industria e quasi la metà degli utenti attivi effettua microtransazioni relative ai videogiochi.

Stiamo parlando insomma di un comparto in grande crescita, che attira professionisti e crea nuovi posti di lavoro. E tra le figure più ricercate ci sono quelle del programmatore di videogiochi, di sceneggiatore e di doppiatore, di graphic designer e di localizzatore, di tester e di recensore, di tecnico del suono e di compositore senza considerare tutti gli esperti nel campo del marketing, della comunicazione, delle vendite che ruotano intorno a un singolo videogame.

L’esempio del gambling

Un esempio particolarmente virtuoso di settore capace di attrarre giovani talenti è quello del gioco pubblico e legale. Tra i tanti brand attivi c’è la piattaforma di gioco online LeoVegas. La dirigente del brand, Paola Maia, ha parlato in questi termini dell’importanza occupazionale della sua società di gambling: “Come quasi tutte le altre aziende tech, abbiamo bisogno di altri colleghi con le giuste esperienze. La domanda per talenti tech è davvero alta e purtroppo c’è carenza – ha raccontato in questa intervista – Tenendo conto di questo, dobbiamo assicurarci di offrire non solo la migliore esperienza di gioco per i nostri giocatori, ma anche la migliore esperienza per i dipendenti, per trattenere e per attrarre i talenti.”

Per creare talenti nell’ambito del gaming esistono oggi università e corsi di formazione dedicati (attivi in tutta Italia da Bari a Milano), pensati apposta per trasformare una grande passione in un vero e proprio lavoro.