Gli zainetti sadomaso Balenciaga fanno arrabbiare Kim Kardashian


Kim Kardashian condanna la campagna pubblicitaria shock di Balenciaga con i bambini con gli zainetti sadomaso: l’imprenditrice pronta a lasciare il brand

zainetti balenciaga

Non si ferma l’ondata di sconcerto che sta investendo Balenciaga. La nota casa di moda ha sconvolto addetti ai lavori e non con una campagna pubblicitaria che anche Kim Kardashian ha condannato ufficialmente tramite social. L’imprenditrice ha annunciato di voler rivalutare la sua collaborazione con il brand spagnolo.

LA SCONVOLGENTE CAMPAGNA

Protagonisti degli scatti, realizzati dal fotografo italiano Gabriele Galimberti e poi eliminati da ogni piattaforma, alcuni bambini con in braccio orsacchiotti vestiti con catene, cinghie e collari: in pieno stile BDSM (acronimo di Bondage, Dominazione/Disciplina, Sottomissione/Sadismo e Masochismo).

LA CONDANNA SOCIAL DI KIM KARDASHIAN

Un accostamento che non è piaciuto a Kim Kardashian, ambasciatrice del brand e madre di 4 figli, tutti avuti con il rapper Kanye West. “Sono stata zitta negli ultimi giorni, non perché non fossi disgustata e indignata”, ha scritto la star dei reality rompendo il silenzio e spiegando di aver avuto un incontro con l’azienda.

“Da madre di 4 figli, sono stata turbata da quelle immagini inquietanti- si legge nella dichiarazione- la sicurezza dei bambini va tenuta in massima considerazione e ogni tentativo di normalizzare abusi di ogni tipo su di loro non dovrebbe avere spazio nella nostra società”.

I responsabili della campagna “credo abbiano capito che si tratti di una cosa seria e prenderanno tutte le misure necessarie affinché un episodio simile non si ripeta”.

Sul suo futuro in Balenciaga, la Kardashian ha precisato: “Sto rivalutando il mio rapporto con il brand, basandomi sulla loro disponibilità ad accettare la responsabilità per qualcosa che non avrebbe dovuto neanche iniziare e le azioni che mi aspetto prendano nella protezione dei bambini”.

LE SCUSE DI BALENCIAGA

Balenciaga, spiega la Dire (www.dire.it), si è scusata per la campagna e ha intentato una causa di 25 milioni di dollari contro la società di produzione e lo scenografo dietro l’idea, forse il tentativo di recuperare sulle critiche e anche scaricare la colpa su terzi.