Studio PATHFINDER promuove nuovo test per scoprire in anticipi i tumori


Studio PATHFINDER: un test basato sul sangue ha consentito di scoprire precocemente il tumore in 35 pazienti tra quasi 7000 soggetti sani di oltre 50 anni

Studio PATHFINDER: un test basato sul sangue ha consentito di scoprire precocemente il tumore in 35 pazienti tra quasi 7000 soggetti sani di oltre 50 anni

Un test, in grado di identificare molti tipi di tumore sia solidi sia ematologici in fase iniziale, basato sul sangue, ha dimostrato una specificità elevata (99,1%), seppur con un valore predittivo positivo non molto alto (38%) e ha consentito di scoprire precocemente il tumore in 35 pazienti tra quasi 7000 soggetti di oltre 50 anni e apparentemente sani. È quanto emerso dall’analisi dei risultati dello studio prospettico PATHFINDER, presentati al congresso annuale dell’European Society of Medical Oncology (ESMO), svoltosi di recente a Parigi.

Il test MCED (multi-cancer early detection, chiamato anche Galleri nella versione aggiornata), valutato nello studio, ha individuato 19 tumori solidi e 17 tumori ematologici, per molti dei quali non esistono ad oggi di test di screening standard, ha spiegato Deborah Schrag, del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, prima autrice della ricerca, durante la presentazione dei risultati al congresso. Inoltre, nella quasi totalità dei casi (97,1%), il test MCED è stato anche in grado di indicare la localizzazione del tumore, contribuendo a guidare le procedure diagnostiche successive (IC al 95% 85,1%-99,8%).

«L’aspetto entusiasmante di questo approccio è che ha permesso di individuare tumori sia solidi sia liquidi. È davvero un test pan-tumorale», ha detto l’autrice. «Lo screening con il test per l’identificazione precoce di molti tipi di tumore è stato effettuato in modo sicuro negli adulti di età superiore ai 50 anni. Quando l’esame del sangue è risultato positivo, i controlli sono stati completati in genere in meno di 3 mesi. Credo che questo sia un concetto davvero nuovo. Dimostra che è possibile individuare i tumori utilizzando esami del sangue», ha continuato la Schrag.

Il test MCED e lo studio PATHFINDER
Il test, che utilizza il sequenziamento di ultima generazione e sistemi di intelligenza artificiale, va alla ricerca di frammenti di DNA circolante (ctDNA), liberati dalle cellule tumorali. I frammenti individuati nel campione di sangue sono poi sequenziati per trovare metilazioni specifiche. Il risultato del test indica se è presente un segnale della presenza del tumore e, se positivo, fornisce anche indicazioni sul sospetto tessuto di origine, in base al tipo di gruppo metilato identificato.

Per lo studio PATHFINDER (NCT04241796), i ricercatori hanno analizzato i campioni di sangue di 6621 individui senza sintomi. Casi di potenziale tumori sono stati indicati nell’1,4% degli individui per i quali è stata confermata successivamente una diagnosi di cancro utilizzando gli strumenti diagnostici standard.

Nello studio, la prescrizione del test e il prelievo di sangue sono stati inseriti tra gli esami dello screening oncologico standard e i risultati sono stati inviati agli sperimentatori per essere discussi con i partecipanti allo studio.

Il trial prevedeva due coorti di pazienti. La coorte A, che comprendeva soggetti ad alto rischio di tumore, definito da una precedente storia di cancro oltre 3 anni prima dell’inizio dello studio, una storia di fumo, con oltre 100 sigarette fumate nel corso della vita, una predisposizione genetica al tumore o una malattia oncologica ereditaria. La coorte B includeva soggetti che non soddisfacevano questi criteri. Nel contempo, sono stati portati avanti i regolari screening oncologici raccomandati dalle linee guida.

I risultati
Nel caso di test negativo, non sono state prese ulteriori misure fino al follow-up a 12 mesi. Per i test positivi, la scelta dell’approccio diagnostico è stata lasciata alla discrezione del clinico. I casi di tumore potenziale sono stati indicati in 92 soggetti, i quali sono stati successivamente sottoposti ad esami diagnostici standard, che hanno confermato la diagnosi di tumore in 35 soggetti (38%).

La maggior parte dei veri positivi (91%) è stata sottoposta a più di un esame di imaging e l’81,8% a più di una procedura diagnostica invasiva. Nei 57 soggetti, con test falso positivo, il 93,0% è stato sottoposto a più di un esame di imaging e il 29,8% a più di una procedura invasiva.

Il tempo intercorso tra il risultato positivo del test MCED e la diagnosi definitiva variava tra il gruppo dei veri positivi (mediana di 57 giorni) e quello dei falsi positivi (mediana di 162 giorni).

I tumori identificati nei 35 pazienti con test vero positivo sono stati 36, di cui 24 nel gruppo ad alto rischio e 11 nel gruppo non ad alto rischio. Di questi, 14 erano in stadio I o II e sette neoplasie sono state riscontrate in persone con una storia nota di cancro. In particolare, tra i tumori identificati, 26 non disponevano di un test di screening standard.

I tipi di tumori individuati comprendevano il  linfoma (12), il tumore della mammella (5), quello del colon/retto (2) e quello della prostata (2), una leucemia linfoide (2), la macroglobulinemia di Waldenström (2), il tumore dell’orofaringe (2), quello del fegato, dei dotti biliari intraepatici, del polmone, del pancreas, dell’intestino tenue, dell’ovaio, dell’utero, dell’ossa e il mieloma plasmacellulare (un caso per ciascun tumore). «Abbiamo avuto una paziente che aveva un tumore sia al seno sia all’endometrio», ha detto la Schrag.

«Penso che l’aspetto entusiasmante di questo nuovo paradigma, a livello concettuale, sia che per molti di questi tumori non esiste uno screening standard», ha sottolineato l’autrice.

Analisi retrospettiva con il test migliorato
Sui campioni di sangue dello studio è stata condotta un’analisi retrospettiva prespecificata utilizzando una versione aggiornata del test MCED (il test Galleri). Il test ha indicato un segnale positivo nello 0,9% dei pazienti, portando la specificità dal 99,1% al 99,5%. Il valore predittivo positivo per il test MCED aggiornato è risultato del 43,1% e il tessuto coinvolto nella trasformazione tumorale è stato individuato nell’88% dei pazienti.

Sulla base di questi risultati, per identificare un paziente con tumore utilizzando il test aggiornato sarebbe necessario sottoporre a screening 263 soggetti, rispetto a 189 con il test precedente.

La Schrag e i colleghi hanno anche valutato l’ansia associata a questo processo di screening, utilizzando il sistema PROMIS (Patient Reported Outcomes Measurement Information System). Il punteggio relativo all’ansia dei pazienti al basale è risultato di circa 47 punti. N coloro a cui è stato consegnato un risultato MCED positivo si è registrato un aumento medio dei livelli di ansia più alto rispetto a coloro che hanno ricevuto un risultato negativo (3,6 punti contro 0,7 punti). Inoltre, al momento della risoluzione diagnostica, si è registrato un aumento dell’ansia di 2,5 punti rispetto al basale. Alla fine dello studio, tuttavia, i livelli di ansia sono tornati simili a quelli del basale.

Complessivamente, 5749 pazienti hanno completato un questionario sulla soddisfazione e la maggior parte (circa il 97%) ha indicato un certo grado di soddisfazione per il test MCED (il 48,5% si è dichiarato estremamente soddisfatto, il 33,3% molto soddisfatto e il 15,3% soddisfatto).

«Questo studio ha rappresentato la premessa per uno studio più ampio. Avevamo bisogno di capire come i medici avrebbero affrontato la procedura, quali ‘odissee diagnostiche’ avrebbero affrontato i pazienti e se ne sarebbero rimasti turbati», ha detto la Schrag. «Le persone erano un po’ ansiose, ma l’ansia è risultata gestibile e passeggera. Hanno capito le implicazioni di questo test e sono state un po’ ansia, ma l’hanno gestita molto bene».

Un nuovo studio in corso
A luglio, GRAIL, l’azienda che ha sviluppato il test, ha annunciato di aver completato l’arruolamento in un ampio studio randomizzato e controllato per valutare ulteriormente il test MCED aggiornato. Nello studio (ISRCTN91431511) ,condotto in collaborazione con il National Health Service inglese, sono stati arruolati 140.000 individui sani di età compresa tra 50 e 77 anni. In questo studio, il test sarà eseguito al basale e poi ripetuto annualmente per i successivi 2 anni. I pazienti verranno assegnati secondo un rapporto 1:1 al test MCED o al controllo e i risultati sono attesi per il 2026.

Bibliografia
D. Schrag, et al. A prospective study of a multi-cancer early detection blood test. ESMO 2022; abstract 903O. Annals of Oncology (2022) 33 (suppl_7): S417-S426.10.1016/annonc/annonc1061. Link