Virus respiratorio sinciziale: nirsevimab ottimo per la prevenzione


Virus respiratorio sinciziale: il Chmp dell’Agenzia europea del farmaco raccomanda l’approvazione di nirsevimab come terapia di prevenzione

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Il Chmp ha espresso parere favorevole all’autorizzazione all’immissione in commercio di nirsevimab (il suo nome commerciale è Beyfortus®) per la prevenzione delle infezioni del tratto respiratorio inferiore da virus respiratorio sinciziale (RSV) nei neonati e nei bambini nella loro prima stagione RSV. Una volta approvato, nirsevimab potrà rappresentare la prima e unica forma di immunizzazione passiva a dose singola dedicata all’intera popolazione di neonati, compresi quelli nati sani, a termine o pretermine, o con specifiche condizioni di salute. Nirsevimab è sviluppato congiuntamente da Sanofi e AstraZeneca.

Il CHMP ha basato il suo parere positivo sui risultati ottenuti dal programma di sviluppo clinico di nirsevimab, compresi gli studi di Fase 3 MELODY, di Fase 2/3 MEDLEY e di Fase 2b. Negli studi MELODY e di Fase 2b, nirsevimab ha raggiunto l’obiettivo primario di riduzione dell’incidenza di infezioni del tratto respiratorio inferiore (LRTI) causate da RSV che richiedono qualunque livello di assistenza medica, dall’assistenza ambulatoriale all’ospedalizzazione intensiva. L’efficacia è stata dimostrata durante l’intera stagione dell’RSV con una singola dose, rispetto al placebo. Il profilo di sicurezza è rimasto simile tra i gruppi ai quali è stato somministrato nirsevimab e placebo, come riportato negli studi precedenti.

L’RSV è la causa più comune di infezioni del tratto respiratorio inferiore e una delle principali cause di ospedalizzazione in tutti i neonati, con la maggior parte dei ricoveri che si verificano in neonati nati sani e a termine. I costi sanitari diretti legati all’RSV, a livello globale – comprese le cure ospedaliere, ambulatoriali e di follow-up – sono stati stimati a 4,82 miliardi di euro nel 2017. Attualmente non esiste un’opzione preventiva disponibile per tutti i neonati e il trattamento si limita al solo sollievo sintomatico.

Nirsevimab
Nirsevimab è un anticorpo monoclonale a lunga durata d’azione destinato a tutti i neonati. Li protegge con una singola dose contro la malattia da RSV, dalla nascita e per l’intera prima stagione dell’RSV.

Nirsevimab è stato sviluppato per offrire a tutti i neonati e bambini una protezione diretta contro l’RSV attraverso un anticorpo che aiuti a prevenire le infezioni del tratto respiratorio inferiore (LRTI) causate da RSV. Gli anticorpi monoclonali non richiedono l’attivazione del sistema immunitario e contribuiscono a offrire una protezione tempestiva, rapida e diretta contro la malattia.

Nel marzo 2017, Sanofi e AstraZeneca hanno annunciato un accordo per lo sviluppo e la commercializzazione di nirsevimab.

A nirsevimab sono state concesse designazioni che ne facilitino lo sviluppo accelerato da parte di diverse agenzie regolatorie in tutto il mondo. Tra queste, l’accesso al programma PRIority MEdicines (PRIME) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA); la Breakthrough Therapy Designation da parte della Food and Drug Administration statunitense (FDA); la designazione Promising Innovative Medicine designation da parte della Medicines and Healthcare products Regulatory Agency del Regno Unito; la Breakthrough Therapy Designation da parte del China Center for Drug Evaluation nell’ambito della National Medical Products Administration;  ed è stato nominato “a medicine for prioritized development” nell’ambito del Progetto di Selezione dei Farmaci per Promuovere lo Sviluppo di Nuovi Farmaci in Pediatria dall’Agenzia giapponese per la Ricerca e lo Sviluppo Medico (AMED). La sicurezza e l’efficacia di nirsevimab sono state valutate dall’EMA con una procedura di valutazione accelerata ma completa, come previsto per il programma PRIME. Nirsevimab non è ancora stato approvato da alcuna autorità regolatoria.

Lo sviluppo clinico di nirsevimab 
Lo studio di Fase 2b è stato uno studio randomizzato, controllato con placebo, progettato per misurare l’efficacia di nirsevimab versus placebo nella riduzione dell’incidenza delle LRTI che richiedevano assistenza medica fino a 150 giorni dopo la somministrazione. Tra novembre 2016 e dicembre 2017, 1.453 neonati sono stati randomizzati 2:1 all’inizio della stagione di RSV.  Lo studio è stato condotto in entrambi gli emisferi, in 164 siti di 23 diversi Paesi. I nati pretermine sani di 29-35 settimane di gestazione sono stati randomizzati (2:1) a ricevere una singola iniezione intramuscolare di 50 mg di nirsevimab o placebo. L’endpoint primario è stato superato, riducendo l’incidenza di LRTI da RSV che richiedono assistenza medica rispetto al placebo. I dati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine (NEJM) nel luglio 2020. Sulla base dei risultati dello studio di Fase 2b, il regime di dosaggio di una singola iniezione intramuscolare da 50 mg è stato rimpiegato anche nel successivo studio di Fase 3 MELODY.

Lo studio di Fase 3 MELODY è stato uno studio randomizzato, controllato con placebo, condotto in 21 Paesi, volto a determinare l’efficacia di nirsevimab rispetto al placebo contro le LRTI da RSV, confermata da PCR, fino a 150 giorni dopo la somministrazione, in bambini nati sani a termine o pretermine tardivi (late preterm, età gestazionale >35 settimane) alla loro prima stagione di RSV.1,2 I neonati sono stati randomizzati (2:1) a ricevere una singola iniezione intramuscolare di nirsevimab da 50 mg (nei neonati di peso <5 kg) o 100 mg (nei neonati di peso ≥5 kg) o placebo. Tra luglio 2019 e marzo 2020, 1.490 neonati sono stati randomizzati a nirsevimab o a placebo all’inizio della loro prima stagione di RSV. L’endpoint primario è stato superato, riducendo l’incidenza di LRTI causate dall’RSV che richiedono assistenza medica, come bronchiolite e polmonite rispetto al placebo. I dati dell’analisi primaria sono stati pubblicati su NEJM nel marzo 2022.

I risultati di nirsevimab includono un’analisi aggregata degli studi di Fase 3 MELODY e di Fase 2b, già prevista nei metodi del programma degli studi clinici: nirsevimab ha complessivamente dimostrato un’efficacia  rispetto al placebo nei confronti di LRTI causate da RSV, come bronchiolite o polmonite,  in neonati nati a termine o pretermine alla loro prima stagione RSV.  Inoltre, nirsevimab ha dimostrato un’efficacia contro le ospedalizzazioni per LRTI da RSV.

MEDLEY è stato uno studio di Fase 2/3, randomizzato controllato, in doppio cieco, versus palivizumab, con l’obiettivo primario di valutare la sicurezza e la tollerabilità di nirsevimab nei neonati con cardiopatia congenita (CHD) e/o malattia polmonare cronica della prematurità (CLD) e nei neonati pretermine eleggibili a ricevere palivizumab. Tra luglio 2019 e maggio 2021, circa 918 neonati alla prima stagione di RSV sono stati randomizzati a ricevere una singola iniezione intramuscolare di nirsevimab o palivizumab da 50 mg (nei neonati di peso <5 kg) o 100 mg (nei neonati di peso ≥5 kg). La sicurezza viene valutata monitorando l’insorgenza di TEAE e TESAE fino a 360 giorni dopo la somministrazione. I livelli sierici di nirsevimab dopo la somministrazione (al 151° giorno) in questo studio sono stati paragonabili a quelli osservati nello studio di Fase 3 MELODY, indicando che in questa popolazione è probabile una protezione simile a quella dei neonati nati sani a termine e dei nati pretermine. I dati sono stati pubblicati sul NEJM nel marzo 2022.

I risultati degli studi MELODY, MEDLEY di Fase 2/3 e della Fase 2b dimostrano che nirsevimab aiuta a proteggere i neonati durante la loro prima stagione di RSV dalla malattia RSV con una singola dose. Questa popolazione di neonati comprende tutti i neonati alla prima stagione di RSV, cioè sia nati sani e a termine che i nati pretermine, oltre ai nati con condizioni cliniche specifiche.

Queste sperimentazioni costituiscono la base per la presentazione delle domande di autorizzazione a partire dal 2022.