BPCO: nuovo studio valuta quando servono gli antibiotici


Studio ABACOPD: antibiotici necessari nelle riacutizzazioni moderate acute di BPCO, ad eccezione di un sottogruppo di pazienti

Livelli elevati di uricemia (SUA) sono associati ad un deterioramento della funzione polmonare, soprattutto nei pazienti con Bpco

La necessità di ricorrere agli antibiotici nei pazienti con BPCO nel trattamento delle riacutizzazioni moderate acute di BPCO non può essere esclusa salvo che in un sottogruppo di pazienti, stando ai risultati del trial clinico ABACOPD (1), presentato nel corso dei lavori del Congresso ERS, che entra nel dibattito sul ruolo del trattamento antibiotico nelle riacutizzazioni moderate acute di malattia.

Razionale e disegno dello studio
Il ruolo degli antibiotici nel trattamento della BPCO è attualmente oggetto di discussione nell’ambito della comunità scientifica, dato che è stato dimostrato che una percentuale ampia di episodi di riacutizzazione di BPCO è associata a infezioni virali e non  batteriche.

Stando ai risultati dello studio AERIS (2), infatti, solo il 37,7% dei pazienti sottoposti a visita medica per riacutizzazioni di BPCO è risultato positivo a un’infezione batterica in base ai test PCR.

Se, però, ci si focalizza su ciò che si vede nei reparti di Pronto Soccorso tedeschi, si osserva che la maggior parte dei pazienti che arriva in ospedale è già in trattamento con antibiotici prescritti dai medici di base.
ABACOPD è un trial clinico multicentrico di non inferiorità, condotto in doppio cieco, che ha randomizzato 294 pazienti afferiti al Pronto Soccorso di 28 centri ospedalieri differenti, dislocati in Germania, a trattamento con sultamicillina o placebo per 5 giorni.

L’ipotesi che volevano confermare gli autori di questo studio era quella della non inferiorità del placebo a sultamicillina in pazienti con riacutizzazioni moderate acute relativamente alla proporzione di insuccessi terapeutici (pazienti necessitanti di terapia antibiotica aggiuntiva durante il periodo di trattamento o fino alla visita di accertamento della guarigione (a 30 giorni).

La maggior parte dei pazienti dello studio (70%) è stata trattata nel setting ospedaliero mentre il rimanente 30% in ambiente extra-ospedaliero. Costituiva motivo di inclusione nello studio l’essere andati incontro ad episodio di riacutizzazione moderata acuta di BPCO ma senza insufficienza respiratoria o necessità di ricorrere a cure pre-intensive o intensive.

Altri criteri di inclusione dello studio erano rappresentati dall’assenza di polmonite comunitaria o di infezione a carico del tratto respiratorio con un’indicazione chiara all’impiego di antibiotici, e l’assenza di infiltrati polmonari.
Tutti i partecipanti allo studio sono stati sottoposti alle terapie standard previste per questi casi – 40 mg di prednisone da 7 a 10 giorni, ossigenoterapia (ove necessario) e continuazione della terapia inalatoria.

Le caratteristiche al basale dei pazienti erano simili tra i gruppi in studio. L’età media era pari a 66,5 anni, con un 62% di pazienti di sesso maschile. Un paziente su 3 era affetto da malattia agli stadi GOLD 1 o 2, mentre gli altri erano affetti da BPCO agli stadi GOLD 3 o 4.

La maggior parte dei pazienti in studio (60,5%) riferiva di essere andata incontro ad episodi di riacutizzazione nel corso dell’anno precedente, mentre il 58% dei pazienti era fumatore attivo.
Quasi tutti i pazienti erano in terapia con broncodilatatori e quasi la metà era in trattamento concomitante con corticosteroidi.

Risultati principali
Su quasi 300 pazienti in studio, è emerso che il tasso complessivo di insuccesso terapeutico nei pazienti trattati con sultamicillina per 5 giorni era pari al 15,3%, rispetto al 25% nei pazienti del gruppo placebo.
Pertanto, la condizione di non inferiorità  del placebo rispetto alla sultamicillina non è stata soddisfatta (differenza tra gruppi: 9.97%; IC95%= 0,7-19,23).

Tuttavia, nel sottogruppo di pazienti agli stadi GOLD 1 e 2, il tasso di fallimento terapeutico – necessità di antibiotici durante il periodo di trattamento o fino alla visita di accertamento della guarigione, a 30 giorni – è risultato 2 volte superiore con l’antibiotico anziché senza (29,82% vs. 14,29%; differenza tra gruppi: -23,86% [-39,88%; -7,83%]).

Quanto alla safety, la proporzione di pazienti che ha riferito almeno un evento avverso è risultata più elevata nel gruppo trattato con antibiotico rispetto al gruppo placebo (53% vs 42%, P=0,0453), pur in assenza di differenze relative al numero di AE seri.

Riassumendo
In conclusione, il trial non è stato in grado di dimostrare che il trattamento antibiotico non è necessario per i pazienti con riacutizzazioni acute e moderate di BPCO in tutti gli stadi della malattia.
Tuttavia,  mentre il trattamento antibiotico non sembra essere necessario negli stadi GOLD I/II, non può essere del tutto escluso negli stadi GOLD III/IV di BPCO, nonostante una maggiore frequenza di eventi avversi.

Bibliografia
1) Rohde G et al. Randomized double blind placebo-controlled study to demonstrate that antibiotics are not needed in moderate acute exacerbations of COPD – Results from the ABACOPD study. Poster session; ERS2022
2) Bourne S et al. Acute Exacerbation and Respiratory InfectionS in COPD (AERIS): protocol for a prospective, observational cohort study. BMJ Open. 2014 Mar 7;4(3):e004546. doi: 10.1136/bmjopen-2013-004546. Erratum in: BMJ Open. 2015;5(1):e004546corr1.