Si rinnova l’ala Preistoria del Museo delle Civiltà di Roma


Con il nuovo allestimento rinasce l’ala Preistoria del Museo delle Civiltà di Roma: la “star” che attende i visitatori è il cranio Guatteri 1

l’ala Preistoria del Museo delle Civiltà di Roma

I nuovi allestimenti della collezione ‘Preistoria’, dove troneggia la star del museo, il neandertaliano Cranio Guatteri 1, e di tre sale dell’ala che un tempo si chiamava Palazzo delle Tradizioni popolari. L’inaugurazione dei due nuovi ingressi simmetrici. E nuovi percorsi di catalogazione e archiviazione con le sei nuove ‘Research followship’, i nuovi elementi distintivi di entrambi gli ingressi dove alcune coppie di vetrine sono state affidate a sei artisti che al loro interno hanno potuto ricatalogare e de-contestualizzare alcuni oggetti del museo in un percorso autonomo di ricerca. Cresce e si rifà il trucco il Museo della Civiltà di Roma, destinato a diventare uno dei luoghi espositivi della città con più sorprese grazie alla progressiva e definitiva trasformazione di tutte le sale interne per complessivi 80mila metri quadrati.

Nei giorni scorsi sono state presentate le novità 2022 “ma il percorso di crescita del museo porterà ogni 6 mesi a un nuovo allestimento fino a quando l’intero Museo non sarà rinnovato“, ha spiegato Andrea Viliani, direttore del Museo delle Civiltà, durante la presentazione degli spazi rinnovati. “Questo museo- ha aggiunto- è dedicato alle storie degli esseri umani su questo pianeta lungo i millenni e in giro per il mondo. Oggi reinaugura la sezione preistoria: la nostra sfida è quella di riportare quella cultura preistorica, che è quella da cui tutti veniamo, ad una riflessione contemporanea. E poi nei due ingressi raccontiamo la storia dei due musei che sono diventati un solo museo, di come si sono catalogati i beni e del perchè qui all’Eur abbiamo le collezioni di arte africana, americana, asiatica e delle isole del pacifico. Un museo, crediamo, che permetterà a chi ci visita una consapevolezza maggiore del mondo in cui vive”.

La sezione Preistoria del Museo delle Civiltà è dunque stata totalmente rinnovata. Inoltre, tra le teche incastonate nei nuovi muri neri ecco finalmente le didascalie in due lingue, italiano ed inglese. Tra i pezzi più valorizzati dal nuovo allestimento ci sono, oltre al cranio Guatteri 1, le tre Veneri dei siti di Savignano, Lago Trasimeno e La Marmotta, le piroghe recuperate dal fondo del lago di Bracciano e la fibula, tutti elementi dell’ala Preistoria. Completati anche i nuovi allestimenti delle prime tre sale della sezione delle tradizioni popolari. Subito accanto allo scalone centrale e alle macchine di Santa Rosa ecco le tre sale che contengono carretti storici siciliani, carrozze e vari abiti tradizionali. Subito sotto sono state, invece, restaurate le tele del Ciclo della pesca di Umberto Coromaldi. Infine, per l’occasione è stata anche inaugurata, la mostra fotografica di Georges Senga sulla figura di Bonaventure Salumu.

“Questo è un museo straordinario con una collezione vastissima, parliamo di 2 milioni di reperti tra deposito ed esposizione che attendono di essere valorizzati- ha commentato Massimo Osanna, direttore generale dei Musei- Siamo all’inizio di un percorso virtuoso con il quale scardiniamo l’idea del museo statico con collezioni ricoperte di polvere e arriviamo ad una nuova identità di museo partecipato che racconti un pezzo della civiltà Italiana e le civiltà internazionali. Ora il Museo delle Civiltà gode di molti fondi e ne godrà anche in futuro perché siamo consapevoli della sua importanza. Troppo a lungo ha sofferto per i pochi visitatori. Oggi ci sono risorse e un gruppo attivo alla guida del museo”.

Il Museo delle Civiltà mette insieme i due edifici razionalistici di piazza Marconi e diversi musei interni che per decenni, in passato, erano strutture separate. Quello che un tempo era il palazzo delle Scienze ospita il Museo Nazionale preistorico etnografico dedicato a Luigi Pigorini, il Museo nazionale d’arte orientale che già da qualche anno ospita la collezione di arte asiatica di Palazzo Brancaccio, il Museo dell’Alto medioevo. Il vecchio palazzo delle Tradizioni Popolari ospita, invece, i tanti oggetti che raccontano la storia etnografica italiana, riuniti per la prima volta nel 1911.