La Mission 6 del PNRR è un’opportunità per trasformare la sanità


Grazie all’opportunità della Mission 6 del PNRR, la Sanità italiana deve vivere un grande cambiamento in meglio, dopo le criticità messe in risalto dalla pandemia

vaiolo delle scimmie

Grazie all’opportunità della Mission 6 del PNRR, la Sanità italiana deve vivere un grande cambiamento in meglio, evidenziato dalle numerose criticità messe in risalto dalla pandemia. È arrivato il momento che i protagonisti della Sanità accompagnino il Paese Italia verso un futuro sempre più stabile. La SIMM, insieme alle istituzioni e alle altre società scientifiche, è chiamata a dare il proprio contributo, ed è di questo che si è parlato al XIV Congresso “#SIMMiNNOVA, Il rinnovamento della Sanità in ottica PNRR – Se non ora, quando?“, organizzato da Over Group e che ha visto partecipare gran parte della sanità italiana.

Queste le parole di Mattia Altini, DS AUSL Romagna e Presidente della Società Italiana di Leadership e Management in Medicina: “Bisogna riformare il SSN, selezionando capitale umano responsabile, aumentando il personale infermieristico e la sua autonomia, al fine di garantire un rapporto medici/infermieri di 1a3 come indicato dalle linee guida internazionali. Rinnovare il rapporto tra Stato, Regioni e Province autonome e i relativi meccanismi di governance e di coordinamento, così come nel rapporto pubblico/privato, sia in termini di finanziamento che di funzionamento, con regole di ingaggio chiare; ringiovanire gli organici con un programma straordinario di assunzioni, mantenendo un numero programmato di borse di specializzazioni mediche, adeguato alle necessità del Servizio Sanitario. Modifica degli assetti contrattuali del personale, datati e pieni di “silos” che complicano la gestione ed esaltano conservatorismi, riducendo il dialogo di una medicina ormai multidisciplinare e multiprofessionale. Velocizziamo ascesa di carriera in campo medico e remunerazione adeguata al carico di lavoro e responsabilità. Rifinanziare il SSN in media al finanziamento dei Sistemi Sanitari dell’UE, non meno del 7% del PIL”.