Lo schiarente idrochinone legato al rischio di tumori della pelle


Chi usa prodotti schiarenti per la pelle che contengono idrochinone può essere maggiormente a rischio di cancro della pelle

Pemfigo, rilzabrutinib idrochinone

Le persone che utilizzano prodotti schiarenti per la pelle che contengono idrochinone possono essere maggiormente a rischio di cancro della pelle, suggeriscono i risultati di uno studio su un ampio database presentato al congresso della Society for Investigative Dermatology (SID) 2022.

L’idrochinone, un inibitore della tirosinasi utilizzato in tutto il mondo per schiarire la pelle grazie alla capacità di inibire la produzione di melanina, un tempo era considerato generalmente sicuro ed efficace dalla Fda, hanno scritto gli autori. Negli Stati Uniti il suo utilizzo nei prodotti da banco è stato limitato sulla base del sospetto di cancerogenicità, ma sono stati condotti pochi studi sull’uomo. Lo scorso aprile l’agenzia ha emesso lettere di avvertimento a 12 aziende che vendevano idrochinone in concentrazioni non riconosciute come sicure, per via di altri timori tra cui eruzioni cutanee, gonfiore del viso e ocronosi (scolorimento della pelle).

«Nello studio, l’uso di idrochinone è stato associato a un aumento di circa tre volte del rischio di cancro della pelle» ha fatto presente la coautrice Brittany Miles, una studentessa di medicina presso l’Università del Texas Medical Branch (UTMB) presso la John Sealy School of Medicine di Galveston. «L’entità del rischio è stata sorprendente e dovrebbe essere condivisa con i pazienti qualora prendano in considerazione il trattamento con idrochinone».

Analisi di un database molto ampio di pazienti
I ricercatori guidati da Michael Wilkerson, professore e presidente del Dipartimento di Dermatologia presso la John Sealy School of Medicine dell’UTMB, hanno analizzato i dati di un database di ricerca medica contenete informazioni anonime sulle cartelle cliniche di 61 milioni di pazienti in 57 grandi strutture sanitarie, quasi tutte negli Stati Uniti.

Hanno creato due coorti di pazienti di età pari o superiore a 15 anni senza una precedente diagnosi di cancro della pelle: un gruppo era stato trattato con idrochinone mentre l’altro non era stato esposto al farmaco. Utilizzando i codici relativi a melanoma, cancro della pelle non melanoma e tutti i tumori cutanei, hanno analizzato quali gruppi di persone avrebbero potuto sviluppare queste neoplasie.

È risultato che l’esposizione all’idrochinone era collegata a un aumento significativo dei tumori della pelle (P<0,0001 per tutti):

  • Melanoma (rischio relativo 3,0)
  • Tumori cutanei diversi dal melanoma (rischio relativo 3,6)
  • Tutti i tumori della pelle segnalati combinati (rischio relativo 3,4)

Gli autori hanno fatto presente che un punto di forza significativo dello studio era la fonte dei dati e l’elevato numero di pazienti considerati, ma la maggiore debolezza era l’impossibilità di determinare per quanto tempo e con quale coerenza i pazienti avevano fatto uso di idrochinone.

Una questione che va approfondita
Il mercato degli schiarenti per la pelle è un grande business. Valeva circa 330 milioni di dollari nel 2021 e nel 2019 sono state effettuate 330mila prescrizioni di prodotti contenenti idrochinone, ha affermato Miles, aggiungendo che sono necessarie ulteriori ricerche sugli effetti negativi della molecola.

Valencia Thomas, professore presso il Dipartimento di Dermatologia dell’MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas a Houston, ha osservato che i prodotti schiarenti per la pelle da banco contenenti idrochinone a bassa concentrazione sono ampiamente utilizzati e sono di uso comune nelle popolazioni di colore. «I preparati a base di idrochinone in concentrazioni più elevate sono purtroppo disponibili anche negli Stati Uniti. Solo un farmaco, contenente la molecola alla concentrazione del 4% e usato per trattare il melasma, è attualmente approvato dalla Fda».

«I dati dello studio non mostrano un aumento del rischio di cancro della pelle con l’esposizione all’idrochinone, ma mostrano un aumento del rischio di cancro nel gruppo esposto all’idrochinone, che non dimostra un nesso di causalità» ha commentato. «Questo studio è però un ottimo punto di partenza per analizzare ulteriormente la coorte esposta a idrochinone per stabilire se questa molecola è un fattore di richio per cancro o se è essa stessa un confondente».

Questi risultati evidenziano la necessità di esaminare i determinanti sociali della salute che possono spiegare l’aumento del rischio di cancro, tra cui razza, geografia e povertà, ha continuato. «Dato il consumo globale di idrochinone, sarà probabilmente necessaria una collaborazione multinazionale per studiare i dati sull’idrochinone e sul cancro è chiarire l’eventuale associazione.

Christiane Querfeld, professore associato di dermatologia e dermatologia presso la City of Hope di Duarte, in California, concorda sul fatto che l’insorgenza del cancro della pelle in seguito all’uso di idrochinone è in gran parte sottovalutata.

«I risultati hanno un enorme impatto sul modo in cui consiglieremo e monitoreremo i futuri pazienti. Potrebbe esserci un compromesso all’inizio del trattamento, ossia risolvere il melasma ma rischiare lo sviluppo di un cancro della pelle o un melanoma con esiti potenzialmente gravi» ha dichiarato. «Resta da verificare se effettivamente siste una maggiore incidenza di cancro della pelle a seguito dell’uso di idrochinone o altri rimedi per la depigmentazione in gruppi etnici come afroamericani o ispanici, che storicamente sono a basso rischio di sviluppare neoplasie cutanee. Come resta da vedere se l’aumento del rischio è dovuto agli effetti diretti o indiretti sulla pelle già fotodanneggiata».

Bibliografia

Society for Investigative Dermatology (SID) 2022 Annual Meeting. Virtual presentations May 20, and June 13 through August 14, 2022, online.