Misurare le gocce di pioggia: nasce la rete GID


misurare le gocce di pioggia

Misurare le gocce di pioggia può sembrare un esercizio banale e per certi versi inutile ma invece ha tante applicazioni che spaziano dai settori della meteorologia, idrologia, climatologia, agronomia, telecomunicazioni, alla mitigazione del deterioramento del patrimonio culturale esposto all’azione erosiva della precipitazione. Per rispondere a queste esigenze nel 2021 un gruppo di ricercatori ha dato vita al Gruppo Italiano di Disdrometria (GID, https://www.gid-net.it/).

I diversi processi fisici che portano alla generazione della precipitazione determinano la tipologia e la concentrazione delle idrometeore (ovvero gocce di pioggia, grandine, neve ecc) in un volume e la loro grandezza. La distribuzione dei diametri delle idrometeore in un dato volume (Particle Size Distribution, PSD) muta nello spazio e nel tempo ed è importante perché guida i diversi regimi di precipitazione che consentono di esprimere il bilancio energetico dei collegamenti di telecomunicazione, aiuta ad interpretare con maggiore precisione le misure di precipitazione telerilevate dai sistemi radar meteorologici per lo studio del bilancio idrologico, è un indicatore dell’energia cinetica che le gocce trasferiscono per impatto al suolo, o sui beni esposti, o sui terreni, erodendoli. Inoltre, un’accurata conoscenza della PSD aiuta a migliorare le previsioni meteorologiche a breve termine attraverso l’aggiornamento delle parametrizzazioni microfisiche delle idrometeore nei modelli di previsione e a comprendere meglio i processi di formazione della precipitazione anche in relazione ad emissioni antropiche, ovvero alle interazioni aerosol-idrometeore. Infine, lunghe serie storiche di PSD possono dare informazioni sui cambiamenti della tipologia delle precipitazioni (non solo in termini di intensità) indotti dai cambiamenti climatici.

La misura delle distribuzioni delle gocce di pioggia (o di altre tipologie di idrometeore) viene compiuta da strumenti chiamati disdrometri. Questi sono strumenti in situ basati sul principio della fotocellula per la rivelazione di attraversamenti di oggetti che interrompono il suo fascio.

Il GID nasce con l’obiettivo principale di creare una connessione a livello nazionale tra tutti i gestori ed utilizzatori di dati disdrometrici e di capitalizzare le risorse strumentali ed il know-how disponibile massimizzando l’utilità e l’impiego di queste preziose misure nei diversi campi di applicazione. Per quanto riguarda il CNR, afferisce al GID personale dell’ISAC (Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima) della sede di Roma e dell’IBE (Istituto per la BioEconomia) della sede di Sesto Fiorentino.

Ad oggi fanno parte del GID 8 disdrometri dislocati lungo il territorio nazionale che appartengono a diversi Enti/Istituzioni italiane. I raw data di questi strumenti vengono analizzati secondo procedure comuni per massimizzare e uniformare la qualità delle PSD ottenute. Le PSD ottenute dai disdrometri del GID sono disponibili in maniera gratuita sotto la licenza CC BY 4.0. Il database di PSD copre un arco temporale di 10 anni (dal 2012 al 2021).

Il database di PSD del GID è scaricabile qui https://zenodo.org/record/6875801#.YynIQXZBy3A

Per maggiori informazioni sul GID, sulle sue attività e sul database pubblicato è possibile visitare il sito https://www.gid-net.it/