La dieta vegetariana aumenta il rischio di fratture dell’anca


Nelle donne la dieta vegetariana è risultata associata a un maggior rischio di fratture dell’anca secondo i risultati di uno studio di coorte pubblicato sulla rivista BMC Medicine

Studio ha dimostrato un rischio maggiore, per quanto piccolo, di frattura all'anca dopo vacanza terapeutica di 2 anni dall'impiego di risedronato

Nelle donne la dieta vegetariana è risultata associata a un maggior rischio di fratture dell’anca rispetto a quelle che seguono un regime alimentare che comprende anche pesce o carne, secondo i risultati di uno studio di coorte pubblicato sulla rivista BMC Medicine.

Negli 822 casi di frattura dell’anca osservati tra le oltre 26mila donne di età compresa tra 35 e 69 anni che hanno partecipato al Women’s Cohort Study del Regno Unito, quelle vegetariane hanno mostrato un rischio del 33% più elevato di frattura rispetto a quelle che hanno consumato carne in modo regolare (HR 1,33) nel corso di un follow-up durato oltre 2 decenni, hanno scritto il primo autore dello studio James Webster e colleghi dell’Università di Leeds nel Regno Unito. Questo rischio non è stato invece stato riscontrato tra le donne pescatare* (HR 0,97) né tra quelle che mangiavano carne anche solo occasionalmente (HR 1,00).

I regimi alimentari adottati dalle partecipanti allo studio sono stati confermati tramite un questionario sulla frequenza degli alimenti composto da 217 voci. Le donne considerata regolari mangiatrici di carne erano quelle che ne consumavano cinque o più porzioni a settimana, mentre le consumatrici occasionali ne assumevano meno di cinque porzioni. Le pescatare mangiavano pesce ma non carne e quelle vegetariane si astenevano dal consumare sia pesce che carne.

*Il pescetarianismo, chiamato anche pescatarianismo o pescovegetarianismo, indica una pluralità di regimi alimentari che prevedono la totale astensione dal consumo di alimenti carnei, a eccezione di quelli derivati da qualunque animale classificato tra gli invertebrati acquatici o tra i pesci, proveniente dal pescato d’acqua dolce o salata.

La dieta vegetariana va bene, ma deve essere integrata
Come sottolineato da Webster, una minore assunzione di proteine, calcio e altri micronutrienti importanti per la salute delle ossa e dei muscoli è spesso un fattore preoccupante legato alle diete vegetariane. «Questo rende particolarmente importante svolgere ulteriori ricerche per comprendere meglio i fattori che guidano l’aumento del rischio nei vegetariani, che si tratti di particolari carenze nutrizionali o di gestione del peso, in modo da poter aiutare le persone a fare delle scelte nutrizionali salutari».

Ha aggiunto che l’obiettivo di questo studio non è demonizzare o sconsigliare le diete vegetariane, ma di invitare a valutare i pro e i contro di qualsiasi regime alimentare in funzione delle circostanze personali. Inoltre, le donne dovrebbero essere consapevoli di quali sono i nutrienti che potrebbero aver bisogno di integrare perché la loro alimentazione possa essere considerata corretta. «Le diete vegetariane possono variare ampiamente da persona a persona e possono essere salutari o malsane, proprio come le diete che includono prodotti animali» ha consigliato.

I modelli dietetici sono stati adattati per una serie di potenziali fattori confondenti, tra cui etnia, aspetti sociodemografici, stato civile, stato della menopausa, numero di bambini, storia di malattie cardiovascolari, cancro, diabete e fattori dello stile di vita come l’esercizio fisico, il fumo e l’uso di integratori alimentari.

«La frattura dell’anca è un problema sanitario globale che comporta alti oneri economici, causa la perdita di indipendenza, riduce la qualità della vita e aumenta il rischio di altri problemi di salute» ha affermato in una dichiarazione la co-autrice Janet Cade. «Le diete a base vegetale sono state collegate a una cattiva salute delle ossa, ma finora mancavano evidenze sulla correlazione con il rischio di frattura dell’anca. Questo studio rappresenta un passo importante nella comprensione del potenziale rischio che le diete a base vegetale potrebbero presentare a lungo termine e cosa si può fare per ridurre tali rischi».

BMI inversamente correlato al rischio di fratture
Nei casi di frattura dell’anca l’indice di massa corporea (BMI) non sembrava svolgere alcun ruolo nell’associazione con il tipo di dieta, ma le donne con un BMI inferiore a 23,5 sono risultate avere un rischio maggiore di frattura del 46%, indipendentemente dal tipo di dieta.

Studi precedenti hanno dimostrato che BMI e peso corporeo sono più bassi nei vegetariani e inversamente associati al rischio di frattura dell’anca. Tra i possibili meccanismi sono stati citati i ruoli protettivi della massa ossea, della massa grassa e della massa muscolare, ognuno dei quali è stato inversamente associato al rischio di frattura dell’anca in modo indipendente].

Una massa grassa inadeguata può ridurre l’ammortizzazione della forza d’impatto sull’anca durante le cadute, che rappresentano la causa del 90% di queste fratture. Una maggiore massa grassa potrebbe anche incrementare la resistenza delle ossa attraverso un aumento del carico meccanico e una maggiore produzione di estrogeni.

Anche la bassa massa muscolare e la forza dei muscoli flessori dell’anca e degli estensori della colonna vertebrale sono state associate a un maggior rischio di frattura dell’anca, probabilmente a causa della riduzione dell’equilibrio e della mobilità. «La gestione del peso può quindi essere una considerazione importante nella riduzione del rischio di frattura dell’anca nei vegetariani, ma sono necessarie ulteriori ricerche per analizzare il ruolo del BMI e della composizione corporea nel rischio di frattura dell’anca nei vegetariani e nei carnivori» hanno fatto presente gli autori.

Differenze nutrizionali chiave tra le diverse diete
I ricercatori hanno identificato alcune differenze nutrizionali chiave tra le donne che seguivano regimi alimentari differenti. Non ha sorpreso il fatto che le partecipanti che assumevano regolarmente carne mostrassero il più alto apporto di proteine, vitamina D e vitamina B12, mentre il gruppo vegetariano aveva l’assunzione più bassa di tutti e tre i nutrienti. Invece l’apporto totale di calcio era simile in tutte le diete.

In generale le donne che seguivano una dieta pescataria o vegetariana tendevano a essere più giovani e ad avere livelli di istruzione più elevati, avevano maggiori probabilità di svolgere lavori professionali o manageriali rispetto a lavori manuali e avevano meno probabilità di essere sposate o avere figli. Inoltre tendevano anche ad avere un peso corporeo inferiore alle controparti che mangiavano regolarmente carne. Queste ultime mostravano livelli più alti di cancro, diabete e malattie cardiovascolari al basale.

Bibliografia

Webster J et al. Risk of hip fracture in meat-eaters, pescatarians, and vegetarians: results from the UK Women’s Cohort Study. BMC Med. 2022 Aug 11;20(1):275. 

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