Gli origami di Marica Fasoli a Cecina fino al 21 ottobre


La magia degli origami nelle sale del Centro Espositivo Comunale di Cecina (Livorno) con la mostra orizuru645, personale dell’artista veronese Marica Fasoli

origami marica fasoli

Presso le sale del Centro Espositivo Comunale di Cecina (Livorno) ha aperto la mostra orizuru645, personale dell’artista veronese Marica Fasoli. Saranno esposte circa trentacinque opere pittoriche fino al 21 ottobre, incentrate sul tema degli origami e sull’arte della piegatura della carta.

La mostra, organizzata da ACS Art Center in collaborazione con l’Associazione Aruspicina, è curata da Alessandro Schiavetti, e vedrà in esposizione un corpus importante degli ultimi lavori della Fasoli, incentrati sull’arte giapponese del piegare la carta nelle forme più disparate e incredibili, e che l’artista dipinge nella loro dispiegatura originale, con un ritorno alla forma piana della carta, mantenendo le piegature della forma finale.

Marica Fasoli nasce a Bussolengo, in provincia di Verona, nel 1977. Dopo aver conseguito il diploma di Maestra d’Arte presso il Liceo Artistico Statale di Verona, nel 1997 si specializza in Addetto alla Conservazione e Manutenzione dei manufatti artistici su legno e tela presso gli Istituti Santa Paola di Mantova. Nel 2006 ottiene anche la specializzazione in Anatomia Artistica presso l’Accademia “Cignaroli” di Verona dove è stata docente del corso libero di pittura iperrealista. Dopo essersi dedicata per anni al restauro, dal 2006 intraprende un percorso che la porta a esprimere la sua espressività e ricerca artistica nell’ambito figurativo iperrealista, arrivando alla formulazione di due filoni espressivi: gli “Invisible People” e i “3dipinti”. Dal 2015 si distacca dalla rappresentazione figurativa e didascalica della realtà per iniziare un processo di creazione/distruzione incentrato sulla costruzione manuale che vede il suo apice negli Origami.

La magia degli origami

L’opera della Fasoli trae ispirazione dalla sua passione per gli origami sin da piccola e dalla vicenda della piccola Sadako Sasaki, bambina giapponese sopravvissuta allo scoppio delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, e deceduta anni dopo per una forma grave di leucemia provocata dalle radiazioni nucleari. La piccola Sadako a soli due anni sopravvisse alla deflagrazione insieme al fratello, e negli anni successivi diventò un’atleta, ma a 11 anni si indebolì di colpo e fu ricoverata in ospedale. Chizuku, suo fratello, le raccontò una leggenda secondo la quale chi fosse riuscito a creare 1000 orizuru (origami a forma di gru) avrebbe potuto esprimere un desiderio. Sadako iniziò a piegare la carta creando più orizuru possibile, con la speranza di poter esprimere un desiderio di pace e di salute non solo per lei ma per tutto il mondo, ponendo fine alle sofferenze e ai mali dell’umanità. Nei quattordici mesi di ospedale realizzò le gru con qualsiasi cosa le capitasse in mano, comprese le confezioni dei suoi farmaci. Purtroppo la mattina del 25 ottobre del 1955 a soli dodici anni Sadako morì a causa della malattia, conseguenza diretta delle radiazioni nucleari.

Aveva piegato 644 orizuru. Le restanti 356 furono piegate dai suoi piccoli amici, e tutte le gru furono sepolte con lei.
All’interno della mostra, oltre le opere della Fasoli dedicate al corpus degli origami, dipinti che si possono considerare praticamente tridimensionali per la loro perfezione cromatica e stilistica, saranno esposte anche alcune opere facenti parte dei periodi pittorici precedenti dell’artista, e si potrà conoscere a fondo la storia della piccola Sadako.
In mostra, grazie a una importante collaborazione, sarà possibile piegare una orizuru, una gru di carta, seguendo le istruzioni su un pannello e lasciando un messaggio scritto sulla carta. Il nucleo delle 1000 gru piegate, verrà poi spedito e conservato presso l’Hiroshima Peace Memorial Museum. Una serie di messaggi di pace e buon auspicio in un periodo
difficile che verranno conservati sul luogo della memoria, che lega paesi lontani come Cecina e Hiroshima, in un messaggio che porta in sè l’auspicio che le stragi del nucleare non si ripetano mai più. L’esposizione sarà corredata da un catalogo, che verrà presentato in uno speciale appuntamento a metà mostra.