Finanza: cosa sono i Token e perché sono diversi dai Coin


Token fungibili e non fungibili: ecco cosa sono, come funzionano nel mondo della finanza e le differenze rispetto ai Coin

token

Possiamo definire i token come dei beni il cui valore è determinato dal contesto in cui operano.

E siccome in questo caso il campo di riferimento è quello delle criptomonete, ha più senso parlare di beni digitali. Tornando invece per un attimo alla vita reale, possiamo paragonarli ai braccialetti consegnati agli ospiti di un centro benessere. In che senso?

Poniamo il caso di essere entrati da poco al villaggio vacanze. All’arrivo ci viene chiesto di indossare un banale braccialetto colorato, indispensabile per essere “riconosciuti” all’interno della struttura: per aprire l’armadietto dello spogliatoio, per comprare un drink in uno dei locali a bordo piscina, per chiedere un massaggio extra, eccetera eccetera. Dove vogliamo arrivare? Che quel braccialetto, all’apparenza insignificante e uguale a tutti gli altri, all’interno della struttura acquista un valore fondamentale. Se invece esibissimo lo stesso braccialetto in un qualunque altro posto probabilmente inizierebbero a guardarci male.

La stessa traduzione di Token, cioè gettone, è indicativa: il gettone che otteniamo ricaricando la tessera dell’autolavaggio ci consente di lavare la nostra auto, ma se poi lo usassimo per prendere il carrello al supermercato diventerebbe inutilizzabile.

Per spiegare invece come funzionano, non si può prescindere dalla blockchain, in quanto le regole stesse di un “gettone” sono stabilite da uno smart contract (ad esempio Binance Smart Chain o Ethereu o Poligon etc), uno specifico programma presente sulla blockchain che a sua volta registra le transazioni realizzate.

Tipi di token esistenti

In linea generale, ci sono due tipologie di token: fungibili e non fungibili. I primi sono uguali l’uno all’altro, si possono frazionare in parti di uguale valore, si possono scambiare con altri beni di uguale valore e all’occorrenza possono essere ripetuti. Invece gli NFT sono unici, indivisibili, insostituibili e irripetibili.

A loro volta i primi si suddividono in quattro differenti tipologie:

1) utility token

2) security token

3) commodity token

4) equity token

I più diffusi sono gli utility token, che vengono impiegati dalle società per rendere più appetibili i loro prodotti. È il caso di SpritzMoon Crypto Token che è il “Token” dell’ecosistema Spritz. Gli utenti che possiedono SpritzMoon hanno diritto a vantaggi esclusivi, come l’accesso alla SpritzMoon Community Bar, alla partecipazione di eventi in esclusiva fino all’utilizzo del servizio delivery per ricevere il proprio aperitivo preferito direttamente a casa dal proprio bar di fiducia!

Nella maggior parte dei casi, questa tipologia viene creata in occasione delle ICO (Initial Coin offering): le persone che scelgono di investire nel progetto ricevono appunto dei token in cambio del capitale investito.

Commodity token

I commodity token sono token fungibili garantiti da commodities, ossia da beni fungibili come l’oro. Nel settore delle criptovalute, uno dei principali esempi di questa tipologia di bene digitale è Tether Gold, token garantito da riserve di oro reale.

Equity token

L’equity token è paragonabile al security token, poiché rappresenta una quota dell’impresa che emette i beni fungibili. Gli investitori che acquistano questa tipologia si pongono come obiettivo quello di trarre profitto dall’investimento fatto.

Chi detiene un equity token ha i medesimi diritti di chi acquista le azioni di Google, Apple, Amazon o qualsiasi altra azienda quotata in borsa. La differenza sostanziale tra le quote azionarie e gli equity token è che le prime sono registrate tramite un certificato di carta e inserite in un database, i secondi invece entrano a far parte della blockchain.

Token fungibili

I beni fungibili possono essere sostituiti o scambiati con altri beni simili. Ad esempio, una frazione di Bitcoin, Etherum è uguale a un’altra frazione di Bitcoin, da qui la definizione di token fungibile.

Il significato di fungibile può essere esteso anche al mondo reale. Prendiamo come esempio una banconota da 5 euro: è un bene fungibile perché viene facilmente sostituita con un’altra banconota dello stesso valore, è ripetibile (la Banca Nazionale di ogni Stato provvede alla stampa delle banconote da 5 euro tutte uguali) ed è divisibile, in quanto è sufficiente avere due monete da 2 € e una da 1 € per avere l’esatto valore.

Il medesimo discorso lo si può poi estendere ad altre categorie di prodotti, come ad esempio il grano, il petrolio o lo stesso oro.

Al netto di quanto detto, appare chiara la differenza tra token fungibili e token non fungibili (i famosi NFT di cui si sente parlare sempre più spesso).

Differenza tra token e coin

Una criptovaluta è alla base del funzionamento di una blockchain, essendo la forma di retribuzione dei miners (le persone deputate alla verifica delle transazioni all’interno della blockchain). Ci sono poi Token e Coin: entrambi appartengono alla stessa “famiglia” indicata dal nome criptovaluta, di cui sono una sorta di sottoinsieme.

Coin è la parola che rappresenta al meglio il concetto di moneta digitale all’interno del mondo delle criptovalute: ha una sua blockchain, svolge la funzione di moneta a tutti gli effetti e può essere minata. Per intenderci, BTC è l’altcoin del protocollo Bitcoin, ETH di Ethereum, DOGE di Dogecoin, eccetera.

Al contrario, il token non ha una sua blockchain, ma è emesso da una DApp realizzata su un’altra blockchain. Non svolge nemmeno la funzionalità di moneta, ma – prendendo in prestito la definizione del portale Blockchain4Innovation – “è un insieme di informazioni digitali all’interno di una blockchain che conferiscono un diritto a un determinato soggetto”.