Come funzionano le assunzioni delle categorie protette nella PA


Come funzionano le assunzioni delle Categorie Protette nella Pubblica Amministrazione? E’ sempre possibile fare domanda ed essere assunti? Ecco le risposte

categorie protette

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale: così recita l’art. 3 della nostra Costituzione e a rafforzare questa affermazione interviene anche la Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE al cui art.21 si legge “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata”.

Proprio sul principio del rispetto della dignità umana trova fondamento la Legge n.68/99, che disciplina le norme in materia di diritto del lavoro dei disabili, raggruppati sotto l’etichetta ‘’categorie protette’’.

Per i soggetti rientranti in questa categoria, la legge dispone in via generale l’obbligatorietà da parte di aziende ed enti a destinare loro un tot numero di posti di lavoro, specie nel settore pubblico.

Le assunzioni, ovviamente, non sono dirette, ma seguono apposite procedure. Prima di analizzarle, però, cerchiamo di capire meglio chi sono i soggetti che per la legge possono essere considerati appartenenti alle categorie protette.

Quali sono le Categorie Protette nello specifico
Chi è impegnato, suo malgrado, a sfogliare annunci di lavoro o chi ha pratica con i bandi di concorso, avrà senza dubbio notato che spesso il titolo dell’annuncio è corredato dalla dicitura “- Categorie Protette ex art. 68/99” o, nel caso dei bandi di concorso, è espressamente specificata la destinazione di un dato numero di posti a persone appartenenti alle categorie protette.

La Legge n.68/99 è molto importante, non solo perché disciplina l’intera materia, ma anche per due altri motivi:

indica il fine per cui è stata promulgata;
individua in maniera specifica chi sono i soggetti da considerare rientranti tra le categorie protette.
Chiarire, in particolare, il secondo punto è molto importante: si genera, infatti, spesso una certa confusione sia dal punto di vista terminologico (come ad esempio, quella tra invalidità e disabilità) sia in termini di percentuale di invalidità riconosciuta necessaria per l’iscrizione al collocamento mirato.

Finalità della Legge n.68/99
Attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato, la legge mira a promuovere l’integrazione e l’inserimento di persone affette da disabilità e invalidità psicofisiche nel mondo del lavoro.

Quali sono i Soggetti rientranti nelle Categorie Protette
Il collocamento mirato è riservato a:

persone affette da minorazioni fisiche e/o psichiche e quelle portatrici di handicap intellettivo, con capacità lavorativa ridotta pari al 45%;
Invalidi al 33%;
persone non vedenti o sordomuti;
invalidi di guerra, civili e per servizio.
Una volta riconosciuta l’invalidità o la disabilità dagli organi competenti (di norma Inps o Inail) si può procedere alla registrazione presso le liste di collocamento mirato, presentando la dovuta documentazione utile alla registrazione presso il centro dell’impiego territorialmente competente ed essendo in possesso dei seguenti requisiti:

aver compiuto 15 anni di età;
non essere in età pensionabile;
essere disoccupati;
essere in possesso dei requisiti di disabilità o invalidità previsti dalla legge.

Assunzioni Categorie Protette: i Posti riservati
Le aziende, pubbliche e private, sono tenute a riservare un dato numero di posti alle categorie protette. Mentre nel settore privato è possibile avvalersi dello strumento del collocamento mirato (ossia una graduatoria in cui si viene registrati presso i centri per l’impiego territorialmente competente) utili per individuare il candidato con i requisiti idonei per l’azienda richiedente, nel settore pubblico le assunzioni avvengono mediante superamento di un concorso.

Questo vale anche per le categorie protette, tanto che recenti interventi normativi hanno riconosciuto la possibilità alle aziende di indire concorsi riservati esclusivamente a queste categorie.

Nel caso di concorsi aperti a tutti, invece, sono spesso previste delle agevolazioni per chi dichiara nella domanda di appartenere ad una categoria protetta. Queste possono riguardare, ad esempio, l’esonero dalle prove preselettive o una durata dello svolgimento della prova maggiore rispetto agli altri candidati.

Una volta assunti, gli appartenenti alle categorie protette hanno un contratto di lavoro regolato alle stesse condizioni, gli stessi orari e il medesimo trattamento economico degli altri lavoratori, salvo esigenze specifiche. Inoltre, a coloro a cui è stata riconosciuta l’applicazione della Legge 104, hanno diritto anche a permessi retribuiti dall’Inps.

Unici casi in cui l’assunzione avviene per chiamata diretta (a prescindere che la persona convocata sia disoccupata o meno) sono quelli riguardanti:

il coniuge della persona defunta, i figli del personale delle FFAA e Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco e della Polizia Municipale;
i figli del personale caduto in servizio (cosiddette vittime ‘del dovere’)
i figli delle vittime del terrorismo, della mafia e della criminalità organizzata in generale;

Per chi non sussiste l’obbligo di assunzione
L’obbligo di assunzione delle categorie protette non si applica a tutte le aziende. Sono esenti da questo, ad esempio, le aziende del trasporto pubblico aereo, marittimo, tranviario o quelle che operano nel settore edile.

Possono, invece, assumere seppur con delle limitazioni i Corpi di Polizia e Protezione Civile, i partiti politici, le organizzazioni sindacali. La limitazione riguarda l’assunzione per i soli ruoli amministrativi.