Da Panda Security i consigli di cyber sicurezza ai nomadi digitali


Panda Security per i nomadi digitali: se dopo le ferie hai deciso che vuoi trasferirti e lavorare da un chiringuito, ecco come farlo in sicurezza

malware killnet

Nonostante le limitazioni agli spostamenti forzatamente imposte dalla pandemia, la vita del nomade digitale attira sempre più persone, soprattutto tra i giovani. Libertà, avventura, flessibilità, ma anche possibilità di crescita e formazione lavorativa spingono i professionisti digitali a provare un’esperienza all’estero o a muoversi da un paese all’altro per combinare il proprio lavoro con la grande passione degli ultimi anni: viaggiare.

In particolare, dopo un periodo di ferie trascorso in un luogo paradisiaco, sono sempre parecchie le persone che decidono di trasformare una breve vacanza all’estero in un’esperienza di vita più duratura.

Ed è così che, anche negli angoli più remoti del pianeta, possiamo trovare un Internet cafè gremito di programmatori, social media manager, copywriter, fotografi e tanti altri professionisti che per lavorare hanno bisogno di “poco”, cioè una buona connessione a Internet e delle cuffie per isolarsi dall’ambiente circostante.

Ma è davvero tutto così semplice? Basta dotarsi di un portatile e scegliere un paese sul mappamondo per intraprendere la vita del digital nomad? Ebbene, uno degli aspetti di cui si parla meno e che può incidere moltissimo sulla qualità di vita dei nomadi digitali è la sicurezza, sia fisica sia informatica.
Panda Security in questo contesto, intende analizzare quali sono i rischi a cui è esposta questa categoria e cosa può fare per proteggersi e prolungare al massimo la propria avventura.

Rischi informatici

In generale, un professionista che lavora da remoto è molto più esposto a minacce informatiche e rischi fisici rispetto a chi opera nella tranquillità e nella relativa sicurezza dell’ufficio aziendale.

Lavorare da remoto, infatti, significa:
• Usare spesso connessioni poco sicure o aperte.
• Esporre la propria attrezzatura a molte più occasioni di essere rubata.
• Non avere a disposizione le risorse e le policy di cybersicurezza di un’azienda.

Per questo motivo, la prevenzione e la preparazione sono ancora più importanti per i nomadi digitali rispetto a qualsiasi altro lavoratore. Quando ci si muove spesso e si viaggia per regioni remote, bisogna ridurre al minimo i rischi e avere pronto un piano anticrisi.
Ecco allora una veloce carrellata sugli 8 strumenti di sicurezza, informatici ma non solo, essenziali per il nomade digitale:

1. Piano anticrisi. Può sembrare un’esagerazione, ma gli imprevisti capitano sempre, prima o poi. La cosa migliore da fare è immaginare cosa può andare storto e prevedere come reagire. Così avremo sempre ciò di cui abbiamo bisogno e minimizzeremo i danni dovuti al contrattempo.

2. VPN. La più grossa minaccia informatica per i nomadi digitali è l’uso di connessioni non protette, i cui amministratori di rete potrebbero spiare la trasmissione di dati o lanciare attacchi malware. Per prevenire questi problemi – e garantire un alto livello di sicurezza dei dati ai clienti – la soluzione migliorare è installare una VPN, una rete virtuale privata che esegue la crittografia di tutti i dati inviati e ricevuti e impedisce di monitorare la posizione e l’attività online. La VPN, inoltre, è utilissima se viaggi per paesi con limitazioni dei servizi online su base geografica, come la maggior parte delle piattaforme di streaming.

3. Backup nel cloud. Chi viaggia spesso deve sempre avere una o più copie di backup recenti dei propri dati, e una di queste deve assolutamente essere salvata nel cloud. Una buona strategia di backup periodici è l’arma numero uno contro gli attacchi ransomware.

4. Un buono zaino. Uno zaino di qualità offre molti vantaggi: protegge l’attrezzatura, è più comodo da indossare, aiuta a organizzare tutti i dispositivi elettronici e non dimenticarli durante gli spostamenti. Inoltre, i modelli più avanzati sono anche idrorepellenti e hanno uno scompartimento a prova di taglio da coltello contro i furti.

5. Assicurazione. È un discorso di rapporto tra costi e benefici: se ce la si può permettere e si programma di risiedere o spostarsi in zone remote per settimane o mesi, un’assicurazione sull’attrezzatura e sui dati può fare davvero la differenza. A molte aziende non piace che i propri dati vengano trafugati e probabilmente alcuni degli NDA che il lavoratore ha firmato in questi anni includono delle penali monetarie per questi casi. Meglio quindi essere coperti da un’assicurazione.

6. GPS. Utile per viaggiare per zone poco battute e, soprattutto, per tracciare la posizione dello zaino con l’attrezzatura, nel caso in si dovesse perderlo o venire rubato. Basta comprare un dispositivo GPS di piccole dimensioni, inserirci una SIM prepagata e nasconderlo in un taschino interno dello zaino.

7. Ricerche online. Prima di muoversi è utile frequentare le community online per conoscere bene il luogo dove ci si stabilirà, così da capire di cosa si avrà bisogno. Ci sono pochi locali dove ricaricare il telefono? Meglio comprare un power bank portatile. La connettività a Internet è scarsa? Consigliabile una sistemazione con una connessione migliore o provare un hotspot portatile.

8. Antivirus. Infine, è fondamentale installare una suite di cybersicurezza su tutti i dispositivi. In questo modo saranno sempre protetti e si potrà usufruire delle tante funzionalità aggiuntive incluse nel programma, dal password manager alla formattazione da remoto in caso di furto.

La vita da nomade digitale non è – solamente – quell’avventura spensierata che molti immaginano: per avere successo nella propria professione e permettersi questo stile di vita, i nomadi digitali devono prepararsi con attenzione e mitigare al massimo i rischi di sicurezza, sia fisica che informatica.

Buona esperienza di vita e lavoro sicuri in ogni angolo del pianeta con i consigli di Panda Security!