Psoriasi a placche: risultati migliori con deucravacitinib


Psoriasi a placche: deucravacitinib è stato associato a efficacia e sicurezza superiori rispetto a placebo e apremilast

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Nei pazienti adulti con psoriasi a placche da moderata a grave, l’inibitore orale selettivo della tirosina chinasi 2 deucravacitinib è stato associato a efficacia e sicurezza superiori rispetto a placebo e apremilast, secondo i risultati di uno studio di fase III pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology (JAAD).

La tirosina chinasi 2 (TYK2) media la segnalazione dell’interleuchina-23 e di altre citochine coinvolte nella patogenesi della psoriasi. I soggetti con polimorfismi genetici di perdita di funzione della TYK2 hanno un rischio inferiore di sviluppare psoriasi e altre malattie immuno-mediate, senza sostanziali problemi di sicurezza. Queste caratteristiche rendono la TYK2 un bersaglio interessante per i nuovi trattamenti per la psoriasi.

Deucravacitinib è un inibitore orale selettivo della TYK2 in fase di studio per il trattamento di molteplici malattie infiammatorie immuno-mediate, tra cui psoriasi a placche, artrite psoriasica, malattie infiammatorie intestinali (malattia di Crohn e colite ulcerosa) e lupus eritematoso sistemico.

Confronto rispetto a placebo e apremilast
Lo studio di fase III POETYK PSO-1, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo e con un comparatore attivo, della durata di 52 settimane, ha coinvolto pazienti adulti assegnati in modo casuale in un rapporto 2:1:1 a ricevere deucravacitinib (n=332) alla dose di 6 mg una volta al giorno, placebo (n=166) e apremilast (n=168) alla dose di 30 mg due volte al giorno.

«Questo studio ha incluso un confronto con apremilast, in qualità di farmaco orale comunemente usato per la psoriasi e l’artrite psoriasica, quindi un comparatore clinicamente rilevante dalla pratica del mondo reale» ha detto il primo autore April Armstrong, del dipartimento di dermatologia della Keck School of Medicine della University of Southern California, Los Angeles.

I partecipanti avevano almeno 18 anni di età, psoriasi a placche da moderata a grave definita da un punteggio ≥3 nel Physician’s Global Assessment (sPGA), un punteggio ≥12 nello Psoriasis Area Severity Index (PASI) e una superficie cutanea coinvolta dalla malattia (BSA) ≥10% per almeno 6 mesi prima dello screening.

Gli endpoint co-primari erano una riduzione di almeno il 75% rispetto al basale del punteggio PASI (PASI 75) e un punteggio sPGA di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) con un miglioramento rispetto al basale di almeno 2 punti con deucravacitinib rispetto al placebo alla settimana 16.

I pazienti randomizzati a deucravacitinib hanno mantenuto il trattamento iniziale fino alla settimana 52. Alla settimana 16, i soggetti trattati con placebo sono passati a deucravacitinib. Alla settimana 24, i partecipanti esposti ad apremilast che non hanno ottenuto una riduzione del PASI ≥50% rispetto al basale (PASI 50) sono passati a deucravacitinib, mentre quanti hanno raggiunto la risposta PASI 50 hanno continuato la terapia con apremilast fino alla settimana 52.

Deucravacitinib superiore sia a placebo che ad apremilast
Al termine delle 16 settimane sono stati osservati tassi di risposta PASI 75 del 58,4% con deucravacitinib rispetto al 12,7% con il placebo e al 35,1% con apremilast (P<0,0001). Una tendenza simile è stata osservata per sPGA 0/1, con il 53,6% dei pazienti nel gruppo deucravacitinib che ha raggiunto questo endpoint, rispetto al 7,2% nel gruppo placebo e al 32,1% nel gruppo apremilast (P<0,0001).

I tassi di risposta per PASI 75 e sPGA 0/1 hanno continuato a migliorare durante la settimana 24 ed erano più elevati con deucravacitinib rispetto ad apremilast alle settimane 16 e 24 (P<0,0001 per entrambi). Le risposte di deucravacitinib sono state mantenute fino alla settimana 52 con il trattamento continuo.

Deucravacitinib raggiunto la significatività statistica anche per altri endpoint secondari rispetto a placebo e apremilast: una percentuale maggiore di pazienti ha raggiunto la risposta PASI 90 rispetto al gruppo placebo e apremilast alla settimana 16 (rispettivamente 35,5%, 4,2% e 19,6%, P<0,0001 vs placebo e P=0,0002 vs apremilast) e rispetto al gruppo apremilast alla settimana 24 (42,2% vs 22,0%, P<0,0001).

È stata raggiunta la significatività statistica con deucravacitinib rispetto a placebo e apremilast anche sulle misure di clearance cutanea completa, inclusi un punteggio pari a 0 nell’sPGA (17,5% vs 0,6% e 4,8%, P<0,0001 per entrambi) e PASI 100 (14,2% vs 0,6% e 3,0%, P<0,0001 per entrambi) alla settimana 16.

Nei pazienti con psoriasi del cuoio capelluto da moderata a grave (ss-PGA ≥3) al basale, il 70,3% dei pazienti trattati con deucravacitinib ha raggiunto un punteggio di 0/1 alla settimana 16 contro il 17,4% e il 39,1 % dei soggetti sottoposti rispettivamente a placebo e apremilast (P<0,0001 per entrambi). Nei partecipanti con psoriasi ungueale da moderata a grave (PGA-F ≥3) al basale, i tassi di risposta PGA-F 0/1 alla settimana 16 erano più elevati con deucravacitinib (20,9%) rispetto al placebo (8,8%).

Profilo di sicurezza favorevole
In termini di sicurezza, sono stati segnalati eventi avversi dal 2,1% dei pazienti nel braccio del farmaco in studio, dal 5,5% dei soggetti nel braccio placebo e dal 2,4% del gruppo apremilast. Riguardo agli effetti collaterali di interesse, i ricercatori hanno riferito che gli eventi cutanei, l’herpes zoster, le infezioni gravi, i tumori maligni e gli esiti cardiovascolari si sono verificati in percentuali ridotte in tutti i gruppi.

Le tipologie e le percentuali degli eventi avversi sono stati generalmente comparabili tra i gruppi. L’incidenza degli effetti collaterali aggiustata per l’esposizione è stata coerente nei periodi di valutazione tra le settimane 0-16 e le settimane 0-52, senza che emergessero nuove reazioni avverse rilevanti con l’esposizione continuata a deucravacitinib.

«Il farmaco si è comportato molto bene come nuovo agente orale per la psoriasi. Si è dimostrato superiore ad apremilast su più endpoint correlati alla psoriasi» ha concluso Armstrong. «Deucravacitinib rappresenta un’innovazione rivoluzionaria nella terapia orale per la psoriasi. Fornisce una solida efficacia clinica superiore ad apremilast e simile a quella dei farmaci biologici di prima generazione. Ha anche un profilo di sicurezza favorevole. A mio parere diventerà probabilmente una delle principali terapie orali per i pazienti affetti da psoriasi».

I ricercatori hanno citato una scarsa diversità razziale dei partecipanti come una limitazione chiave dei risultati, insieme alla durata dello studio di 1 anno.

Bibliografia

Armstrong AW et al. Deucravacitinib versus placebo and apremilast in moderate to severe plaque psoriasis: efficacy and safety results from the 52-week, randomized, double-blinded, placebo-controlled phase 3 POETYK PSO-1 trial. J Am Acad Dermatol. 2022 Jul 9;S0190-9622(22)02256-3. 

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