Leucemia linfatica: Chmp approva ibrutinib e venetoclax in prima linea


Parere positivo del CHMP per ibrutinib in un regime di combinazione a durata fissa con venetoclax per pazienti adulti con leucemia linfatica cronica

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Parere positivo del CHMP per ibrutinib in un regime di combinazione a durata fissa con venetoclax per pazienti adulti con leucemia linfatica cronica (LLC) precedentemente non trattata.

Il parere positivo si basa sui risultati degli studi di Fase 3 GLOW e di Fase 2 CAPTIVATE, che hanno esaminato l’efficacia e la sicurezza di ibrutinib più venetoclax (I + V) in pazienti con LLC precedentemente non trattata. Una volta approvato, questo sarà il primo regime di combinazione completamente orale, da somministare una volta al giorno, a durata fissa, per il trattamento di prima linea della LLC

I risultati per i pazienti affetti da LLC sono migliorati nell’ultimo decennio con l’avvento di terapie orali che mirano alla biologia di base della malattia. Ciò offre l’opportunità di combinare questi nuovi trattamenti per un approccio efficace e conveniente che consente di ottenere risposte profonde con una terapia limitata nel tempo. Se approvato, I+V sarà il primo trattamento di combinazione completamente orale, una volta al giorno, a durata fissa con un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton (BTK) per il trattamento di prima linea dei pazienti affetti da LLC.

Il parere positivo del CHMP è supportato dai dati dello studio registrativo di Fase 3 GLOW (NCT03462719), che ha dimostrato la superiorità di I+V rispetto a clorambucil-obinutuzumab per quanto riguarda l’endpoint primario, la sopravvivenza libera da progressione (PFS), nei pazienti anziani o non idonei affetti da LLC ( hazard ratio [HR] PFS: 0,216; intervallo di confidenza al 95% [CI], da 0,131 a 0,357; P<0,001).
È inoltre supportato dalla coorte a durata fissa dello studio di Fase 2 CAPTIVATE (NCT02910583) che ha valutato I+V in 159 pazienti con LLC non trattata in precedenza di età pari o inferiore a 70 anni, compresi i pazienti con malattia di LLC ad alto rischio.

I dati di questi studi sono stati recentemente pubblicati rispettivamente su NEJM Evidence e Blood, e presentati oralmente al Congresso 2021 dell’Associazione Europea di Ematologia (EHA). Le analisi secondarie di GLOW, con un ulteriore follow-up dello studio, sono state presentate al meeting annuale dell’American Society of Hematology (ASH) 2021, mentre i dati aggiuntivi dello studio CAPTIVATE, tra cui i risultati clinici a tre anni e l’evidenza del ripristino immunitario dopo il trattamento, sono stati recentemente presentati al congresso EHA 2022.

I dati aggiornati di entrambi gli studi hanno dimostrato che il profilo di sicurezza del regime I+V è coerente con i profili di sicurezza noti di ibrutinib e venetoclax. Nello studio GLOW, gli eventi avversi più comuni legati al trattamento (TEAE) sono stati diarrea (50,9%) e neutropenia (41,5%) nel braccio ibrutinib-venetoclax, e neutropenia (58,1%) e reazioni correlate all’infusione (29,5%) nel braccio clorambucil-obinutuzumab.

TEAE di grado 3 o superiore si sono verificati in 80 (75,5%) e 73 (69,5%) dei pazienti rispettivamente nei bracci ibrutinib-venetoclax e clorambucil-obinutuzumab. Nella coorte CAPTIVATE a durata fissa, i TEAE più comuni sono stati diarrea (62%), nausea (43%), neutropenia (42%) e artralgia (33%) e sono stati principalmente di grado 1 o 2. Gli AE di grado 3/4 più comuni sono stati neutropenia (33%), ipertensione (6%) e diminuzione della conta dei neutrofili (5%).