Rapporto Istat-Agenas: con il Covid sono crollati i ricoveri ospedalieri


Rapporto Istat-Agenas: nel 2020 si sono registrati circa 6,5 milioni di ricoveri, il 22% in meno rispetto alla media del triennio precedente

Rapporto Istat-Agenas: nel 2020 si sono registrati circa 6,5 milioni di ricoveri, il 22% in meno rispetto alla media del triennio precedente

Il Covid-19 ha impattato pesantemente sull’attività di ricovero negli ospedali italiani. Nel 2020 si sono registrati circa 6,5 milioni di ricoveri, il 22% in meno rispetto alla media del triennio precedente (8,4 milioni di ricoveri). Sono quindi saltate 1,9 milioni di prestazioni ospedaliere a causa della pandemia. Sono stati colpiti sia i ricoveri non urgenti in regime ordinario (-20,1%) che in day hospital (-29,4). Le dimissioni ospedaliere in regime ordinario legate al Covid-19 sono state 286.530, pari al 5,5% del totale, con un range che varia da 2,4% nelle Isole a 9,2% del Nord-ovest. Una variabilità territoriale sicuramente frutto di una diversa diffusione del virus, anche se non è da escludere una non sempre corretta registrazione dei casi nelle Sdo.

Sono questi alcuni dei dati emersi da un Report congiunto Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) e Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) che ha analizza per la prima volta l’impatto della malattia da Sars-CoV-2 sul sistema ospedaliero italiano. Il crollo del tasso di dimissione ospedaliere dei ricoveri ordinari non-Covid-19 (-25%) non è stato omogeneo sul territorio italiano. L’impatto è stato avvertito soprattutto al Sud (-29%) e nel Nord-ovest (-28%) del Paese. Sono diminuiti del 29,5% i ricoveri per le malattie del sistema osteomuscolare e tessuto connettivo, del 27,2% quelli per le malattie dell’apparato digerente e del 25,2% per le malattie dell’apparato genito-urinario. Quelli per traumatismi (-17,3%), tumori (-14,5%), gravidanza e parto (-11,7%) hanno subito riduzioni più limitate.

“Con 16 milioni di contagi e oltre 160mila decessi associati alla diagnosi di infezione da SARS-Cov-2 registrati tra marzo 2020 e aprile 2022, l’Italia è stata, insieme alla Spagna, fra i paesi europei più colpiti dalla pandemia, soprattutto nella prima fase – spiega il Presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo – i dati che emergono dalla fonte amministrativa sui ricoveri ospedalieri offrono un’ulteriore conferma che l’impatto è stato molto forte Il differimento delle cure e dei ricoveri non urgenti, particolarmente accentuati al Sud e nel Nord-ovest, ha lasciato un’eredità difficile, che il sistema sanitario deve ora affrontare mentre le varianti del virus continuano a diffondersi. La fruttuosa collaborazione con Agenas ha consentito di aggiungere un tassello importante alle analisi che la statistica ufficiale ha messo a disposizione di stakeholder, istituzioni nazionali e internazionali e cittadini per interpretare l’impatto dell’emergenza sanitaria da Covid-19.”