“Italiani” su Rai Storia racconta Cesare Zavattini


A 120 anni dalla nascita, avvenuta a Luzzara il 20 settembre 1902, Cesare Zavattini è il protagonista della puntata di Italiani su Rai Storia

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È stato uno dei grandi nomi del Neorealismo, senza i suoi soggetti realizzati da De Sica non avremmo “Sciuscià”, “Ladri di Bicilette”, “I bambini ci guardano”, “Umberto D”, “Bellissima”, “Il Boom”, “il Tetto”. A 120 anni dalla nascita, avvenuta a Luzzara il 20 settembre 1902, Cesare Zavattini è il protagonista della puntata di Italiani che Rai Storia ripropone mercoledì 21 settembre alle 21.10.
La sceneggiatura è stata solo uno dei mille impegni di questo italiano che ha attraversato il Novecento da protagonista: pittore, teorico del cinema, giornalista, scrittore, autore di programmi radiofonici e televisivi, di commedie teatrali, di poesie in dialetto luzzarese, inventore di nuove forme di cinema e di documentario. Un uomo sempre in cerca di qualcosa di nuovo, un pioniere di sperimentazione e fantasia, un architetto della parola, usata per comunicare la pace e la fratellanza tra gli uomini. Così sono nati libri come “Un Paese” con Paul Strand nel 1955, e “Un paese 20 anni dopo” con Berengo Gardin, oppure “Non libro più disco” del 1970. Amico di Aldo Capitini e Danilo Dolci, Zavattini ha fatto della sua vita di sceneggiatore e cineasta un impegno sociale, tanto da venir premiato nel 1955 a Helsinki con uno dei quattro Premi 4 conferiti dal Consiglio mondiale della Pace che aveva sede a Vienna. Nato nel 1902 a Luzzara, sulle rive emiliane del Po, negli anni ’20 Zavattini esordisce come giornalista e critico letterario, ma vive già una grande passione per il cinema, la “nuova arte”. Negli anni ’30 è a Milano, e si immagina corrispondente da Hollywood per Rizzoli: con la sua rubrica su “Cinema illustrazione” scrive degli articoli che sembrano già piccoli trattati di teoria del cinema.  A Milano frequenta gli amici letterati, registi, artisti, poeti ed editori. Del 1931 è il suo primo libro “Parliamo tanto di me”, a cui ne seguiranno altri. Negli anni ’50 il cinema diventa il primo impegno, ma contemporaneamente porta avanti le sue tante identità, e solo negli anni ‘80, sperimenterà il ruolo di regista, col suo film “La Veritàaaa”. A ricordarlo nel filmato sono il regista Virgilio Tosi, la storica del Cinema Stefania Parigi, Giudo Conti, Valentina Fortichiari mentre il comparatista Gualtiero De Santiche ricostruisce il profilo di artista e ricorda gli aspetti umani e sociali dello scrittore.