Psicosi nella malattia di Parkinson: secondo nuovi studi minore mortalità con l’impiego di pimavanserina rispetto ad antipsicotici atipici
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La pimavanserina può conferire un vantaggio in termini di minore mortalità rispetto ad altri trattamenti per pazienti anziani con psicosi da malattia di Parkinson (PD). È quanto suggerisce una nuova ricerca pubblicata online sull’”American Journal of Psychiatry”.
Effetto rilevato nei primi sei mesi di trattamento
In un’analisi real-world di oltre 21.000 pazienti con psicosi PD, il trattamento con pimavanserina è stato associato a una mortalità significativamente più bassa rispetto all’uso off-label di antipsicotici atipici. Tuttavia, ciò è stato rilevato solo durante i primi sei mesi di trattamento, e soltanto tra pazienti adulti che non residenti in case di cura.
«I risultati non sono rassicuranti per quanto riguarda l’uso off-label – nella psicosi PD – di antipsicotici atipici» premettono i ricercatori, coordinati da Andrew Mosholder, epidemiologo del Center for Drug Evaluation and Research, US Food and Drug Administration (FDA).
«Tuttavia, non abbiamo potuto valutare la sicurezza della pimavanserina rispetto a nessuna farmacoterapia, quindi è possibile che entrambi i farmaci impongano un aumentato rischio di mortalità rispetto a nessun trattamento, ma di diversa entità» aggiungono.
Studio real-world di coorte retrospettivo
La pimavanserina è un agonista e antagonista inverso selettivo della serotonina, mirato preferenzialmente ai recettori 5-HT2A, che si ritiene svolgano un ruolo importante nella psicosi, nella schizofrenia, nella depressione e in altri disturbi neuropsichiatrici.
Il farmaco è stato approvato dalla FDA nel 2016 per il trattamento di allucinazioni e deliri associati alla psicosi PD, nonostante alcune preoccupazioni su un aumentato rischio di eventi avversi gravi, tra cui la morte.
Per indagare ulteriormente, i ricercatori hanno condotto uno studio di coorte retrospettivo di nuovi utilizzatori tra i beneficiari di Medicare con PD che avevano iniziato il trattamento con pimavanserina (n = 3227) o un antipsicotico atipico (n = 18.442) da aprile 2016 a marzo 2019.
La prescrizione antipsicotica atipica iniziale più comune riguardava la quetiapina (78%), seguita da risperidone (9%), olanzapina (6%), aripiprazolo (5%) e altri antipsicotici atipici (1%).
Il tempo mediano di follow-up di esposizione è stato di 78 giorni per la pimavanserina e di 74 giorni per gli antipsicotici atipici. Le comorbilità erano ben bilanciate tra i gruppi dopo ponderazione di probabilità inversa di trattamento.
Nei primi 180 giorni di trattamento, la mortalità è stata inferiore di circa il 35% tra gli utilizzatori di pimavanserina rispetto agli utilizzatori di antipsicotici atipici ( hazard ratio [HR], 0,65; IC 95%, 0,53 – 0,79).
Ciò si è tradotto nell’evitare un decesso ogni 30 pazienti trattati con pimavanserina rispetto agli antipsicotici atipici, riferiscono i ricercatori.
Quesiti rimasti aperti
Tuttavia, durante il trattamento oltre i 180 giorni, non vi è stato alcun ulteriore vantaggio di mortalità con pimavanserina (HR, 1,05; IC 95%, 0,82 – 91,33). «Potrebbero essere necessarie ulteriori ricerche per chiarire le ragioni di ciò, poiché l’elevato logoramento oltre i 180 giorni era una limitazione del nostro studio» scrivono Mosholder e colleghi.
L’effetto protettivo relativo della pimavanserina è stato osservato nell’85% della popolazione in studio costituita da pazienti PD in comunità, ma non tra il 15% dei pazienti residenti nelle case di cura.
Gli autori osservano che le ragioni della discrepanza nei risultati tra i pazienti della casa di cura e della comunità non sono chiare. «Una possibilità è che l’alta mortalità di base tra i residenti nelle case di cura superi i contributi dei trattamenti per la psicosi nel PD in termini di mortalità» scrivono.
«Un vantaggio del nostro studio è che abbiamo tenuto conto del fatto che la psicosi nel PD è a sua volta associata a una maggiore mortalità, confrontando gli utilizzatori di pimavanserina con gli utilizzatori di antipsicotici atipici, piuttosto che confrontare gli utilizzatori di pimavanserina con i pazienti che non usano alcun farmaco per la psicosi» sostengono Mosholder e coautori.
«Tuttavia», riconoscono, «il nostro studio è soggetto alle solite limitazioni dei dati non randomizzati».
Bibliografia:
Mosholder AD, Ma Y, Akhtar S, et al. Mortality Among Parkinson’s Disease Patients Treated With Pimavanserin or Atypical Antipsychotics: An Observational Study in Medicare Beneficiaries. Am J Psychiatry. 2022 Jun 15. doi: 10.1176/appi.ajp.21090876. [Epub ahead of print] Link