Morta la regina Elisabetta II, Carlo nuovo re: ecco il piano London Bridge


La regina Elisabetta II, 96 anni, è morta nella residenza di Balmoral, in Scozia. Carlo diventa re: “Sovrana e madre molto amata”. I dettagli dell’operazione London Bridge

london bridge regina elisabetta

La regina Elisabetta II, dopo 70 anni al trono, è morta l’8 settembre 2022. A darne l’annuncio sono le principali testate britanniche, dalla Bbc al Guardian. La sovrana, 96 anni, si è spenta nella residenza di Balmoral, in Scozia, dove le sue condizioni di salute erano seriamente peggiorate stando a quanto riferito dai suoi medici nel primo pomeriggio.

L’ANNUNCIO DELLA ROYAL FAMILY

Su twitter, riferisce la Dire (www.dire.it), l’annuncio della Royal Family:

“La regina si è spenta serenamente a Balmoral questo pomeriggio” ha confermato la famiglia reale in un tweet rilanciato da Press Associated, nel quale si aggiunge: “Il re e la regina consorte resteranno a Balmoral questa sera e rientreranno a Londra domani”. Nel messaggio, che nei primi dieci minuti ha superato mezzo milione di like, non si chiarisce se il riferimento sia al principe Carlo o al nipote William.
Elizabeth Alexandra Mary ha regnato sette decenni. Nasce a Londra nel 1926 e sale al trono il 2 giugno del 1953 all’età di 27 anni. Da cinque era già sposata col principe Filippo dal quale avrà quattro figli, otto nipoti e dieci pronipoti, restando alla guida della corona britannica per quasi 70 anni. Il suo regno comprendeva non solo Gran Bretagna e Irlanda del nord ma anche 15 dei regni dei 56 Paesi che formano il Commonwealth, tra cui l’Australia.

LA SOVRANA PIÙ LONGEVA DEL PAESE

La più longeva sovrana nella storia del Paese, che ha viaggiato in oltre 120 Paesi in occasione di oltre 270 visite ufficiali, è venuta a mancare nella sua residenza estiva di Balmoral, in Scozia, dove si trovava da luglio. Proprio per le sue condizioni precarie non aveva fatto ritorno a Londra neanche martedì scorso per confermare la nomina di Liz Truss alla carica di primo ministro del Paese, che infatti l’aveva raggiunta di persona. Nel primo pomeriggio di oggi, in una nota trasmessa dal portavoce della Casa reale, i medici avevano espresso “preoccupazione” per il suo stato di salute, annunciando che sarebbe rimasta a Balmoral “sotto supervisione medica”. Subito dopo è stata raggiunta dai familiari tra cui il principe Carlo e la moglie Camilla, il nipote William e la nuora Kate. C’è attesa invece per l’arrivo del principe Harry, che già si trovava con la moglie Meghan a Londra, ma che arriverà da solo come ha riferito il portavoce della coppia. Il principe consorte, Filippo duca di Edimburgo, era venuto a mancare invece nell’aprile dello scorso anno.

CONDIZIONI FISICHE PEGGIORATE NELL’ULTIMO ANNO

Come informano i media britannici, le condizioni fisiche di Elisabetta sarebbero peggiorate nell’ultimo anno, costringendola ad assentarsi da diversi appuntamenti pubblici. A febbraio poi aveva contratto il Covid-19 e due mesi dopo, in un video, l’anziana monarca aveva confessato che il virus l’aveva lasciata “molto stanca e spossata”. Come previsto da “Operation London Bridge”, il protocollo che scandisce nel dettaglio le procedure dell’apparato di comunicazione e sicurezza in caso di decesso della sovrana, i funerali saranno celebrati tra dieci giorni. Un lasso di tempo nel quale saranno sospesi anche i lavori del Parlamento. Elisabetta II non è riuscita tuttavia a superare il record del “collega” Luigi XIV di Francia: il re Sole regnò per 72 anni, tra il 1643 e il 1715.

regina elisabetta II

CARLO SALE AL TRONO

“La morte della mia amata madre, Sua Maestà la Regina, è un momento di grande tristezza per me e per tutti i membri della mia famiglia”. Così si legge nella nota ufficiale che Carlo ha siglato in occasione della scomparsa della sovrana, avvenuta quest’oggi al castello di Belmoral, in Scozia.
La successione per il principe di Galles è avvenuta subito dopo la scomparsa della monarca, assumendo il titolo di re Carlo III. L’incoronazione avverrà invece nei prossimi mesi, come da protocollo.
Nella nota, il sovrano ha aggiunto: “Piangiamo profondamente la scomparsa di una stimata sovrana e di una madre molto amata. So che la sua perdita sarà profondamente sentita in tutto il paese, nei Reami e nel Commonwealth e da innumerevoli persone in tutto il mondo. Durante questo periodo di lutto e cambiamento, io e la mia famiglia saremo confortati e sostenuti dalla nostra conoscenza del rispetto e del profondo affetto in cui la Regina era così ampiamente tenuta”.

PREMIER TRUSS: GRANDE EREDITÀ, E CON RE CARLO NUOVA ERA

“Una vita straordinaria” quella vissuta da Elisabetta II, e ora forte di quello spirito il Paese offre al re Carlo III “la sua lealtà e senso di responsabilità. Oggi si apre una nuova era. Che Dio salvi il re”. Con queste parole la prima ministra Liz Truss è intervenuta in un discorso pubblico alla nazione per onorare la morte della regina Elisabetta II, e per celebrare l’avvicendamento alla guida del regno del figlio, re Carlo III. “Nei prossimi giorni ci riuniremo con tutti i nostri amici, anche del Commonwealth, per celebrare una vita straordinaria. Elisabetta ci lascia una grande eredità” ha aggiunto la premier, che ha assunto l’incarico martedì 6 settembre.

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MORTE DELLA REGINA ELISABETTA II: IL PIANO LONDON BRIDGE

“Operazione London Bridge”: si chiama così il piano messo a punto nei primi anni Sessanta dalle autorità del Regno Unito in caso di decesso della regina, quando all’epoca il Paese era già guidato da Elisabetta II che non aveva raggiunto neanche i 40 anni. Dopo l’annuncio di Buckingham Palace secondo cui la salute della sovrana desta preoccupazione al punto che figli e nipoti l’hanno già raggiunta nella sua residenza di Balmoral, in Scozia, la stampa anglofona rilancia il tema, aggiungendo che il protocollo è stato rivisto e arricchito lo scorso anno, probabilmente in concomitanza con la dipartita del principe consorte di Sua maestà, Filippo di Edimburgo.

I PASSAGGI FONDAMENTALI

La testata britannica The Independent chiarisce che con la morte di un capo dello Stato, “la preparazione” deve essere “pianificata attentamente e in anticipo”, in particolare “per quanto riguarda la comunicazione della notizia ai principali personaggi pubblici e alla cittadinanza”. Stando a un articolo pubblicato dalla testata Politico lo scorso anno, dopo aver visionato il piano “London Bridge” tenuto fino ad allora segreto, la macchina deve tenere conto anche della sicurezza “con una capillare operazione per gestire folle senza precedenti e possibile caos nei viaggi“. La testata riporta che il protocollo ha inizio nel momento in cui il segretario particolare della regina contatta telefonicamente il o la primo ministro e scandisce la frase “London Bridge is down”, ossia “il Ponte di Londra è crollato”.

A quel punto segue un breve comunicato dell’agenzia Press Association ed entro dieci minuti la bandiera della residenza del premier a Downing street dovrà essere messa a mezz’asta. Un punto che, all’epoca in cui venne presa questa decisione, creò allarme nello staff del palazzo perché non era previsto un funzionario incaricato della gestione della Union Jack. Dal momento in cui entra in funzione il protocollo scatta anche il D-Day, che permetterà di riferirsi ai giorni successivi definendoli “D-Day 1”, “D-Day 2” e così via, fino al momento delle esequie, che dovranno svolgersi entro dieci giorni dall’annuncio del decesso della Regina. Anche alla famiglia reale viene richiesto di esprimersi a tempo debito, seguendo la dicitura “Siamo appena stati informati della morte di Sua maestà la regina” mentre ai ministri e alle altre cariche dello Stato viene richiesta “discrezione”. I profili social della corona nonché quelli istituzionali e di governo vengono dunque sospesi mentre i siti web adottano un banner di colore nero.

Tra le cariche di Stato, la neopremier Liz Truss dovrà essere la prima e unica a parlare, e solo una volta tenuto il suo discorso la speaker della Camera e gli altri ministri potranno rilasciare dichiarazioni pubbliche. Al ministro della Difesa viene affidato l’incarico di organizzare il saluto d’armi al termine del quale è previsto il minuto di silenzio nazionale. Il “D-Day” termina con l’appuntamento delle 18: la prima ministra si recherà invece in udienza con l’erede al trono Carlo, l’attuale principe di Galles.

LA PROCLAMAZIONE DI RE CARLO

Il giorno seguente – ossia il “D-Day 1” – alle ore 10 si riunisce l’Accession Council al Palazzo di St. James, incaricato di proclamare re Carlo, la cui incoronazione avverrà però settimane dopo. A seguire, il Parlamento si riunirà per emanare un messaggio di cordoglio e da quel momento dovrà sospendere le sue attività per i successivi dieci giorni. Carlo riceverà anche un bastone che simbolegga i poteri e le prerogative regali, e mentre lo prenderà dovrà scandire la frase: “La regina è morta, vive il re”.
Le spoglie di Elisabetta II faranno ritorno a Buckingham Palace nel “D-Day 2” mentre Carlo nel “D-Day 3” riceverà le condoglianze ufficiali da Westminster e quelle dell’Irlanda del Nord nel “D-Day 4”, recandosi di persona la castello di Hillsborough e prendendo poi parte a una funzione nella cattedrale di Sant’Anna a Belfast.

Nel lasso di tempo che separa il ritorno a Londra delle spoglie e la funzione funebre nella chiesa di Westminster, nel “D-Day 10”, il ministero degli Esteri dovrà occuparsi dell’arrivo nel Paese dei leader e delle personalità pubbliche mondiali. Il ministero dell’Interno invece dovrà gestire la macchina della sicurezza mentre a quello de Trasporti toccherà la questione dell’afflusso di un numero presumibilmente molto elevato di visitatori nella capitale britannica. Infine, il servizio funebre si terrà nella Cappella di San Giorgio presso il Castello di Windsor. La sovrana, che ha già guidato il Paese per quasi sette decenni, sarà sepolta nella Cappella commemorativa di re Giorgio VI nel castello.