Sartani bloccano la progressione del declino cognitivo in demenza


I bloccanti del recettore dell’angiotensina (ARB o sartani) possono ridurre la progressione da lieve decadimento cognitivo a demenza

sartani sildenafil Demenza diabete alzheimer

I bloccanti del recettore dell’angiotensina (ARB o sartani) possono ridurre la progressione da lieve decadimento cognitivo (MCI) a demenza nei pazienti sottoposti a trattamento antipertensivo, secondo uno studio pubblicato online su “Hypertension”.

Rispetto agli ACE-inibitori, ai beta-bloccanti, ai calcio-antagonisti, ai diuretici e all’assenza di qualsiasi terapia medica, il trattamento antipertensivo con bloccanti del recettore dell’angiotensina (ARB) è stato associato a un minor rischio di progressione verso la demenza durante un follow-up mediano di 3 anni in pazienti con MCI e ipertensione, secondo i ricercatori guidati da Zhenhong Deng, del Dipartimento di Neurologia del Sun Yat-sen Memorial Hospital, presso la Sun Yat-sen University di Guangzhou (Cina).

Ruolo del RAS nella funzione cerebrale
«Recentemente è stata proposta l’ipotesi dell’angiotensina secondo cui il sistema renina-angiotensina (RAS) svolge un ruolo nella funzione cerebrale» ricordano. «I farmaci che aumentano l’attività mediata dall’angiotensina sui recettori dell’angiotensina II e dell’angiotensina IV (per esempio, gli ARB) possono fornire una migliore protezione del cervello rispetto a quelli che diminuiscono l’attività di questi recettori (come, per esempio, gli ACE-inibitori)» scrivono Deng e colleghi.

«Resta da chiarire se e in che misura gli ARB siano superiori agli ACE-inibitori nel ridurre la progressione verso la demenza nei pazienti con MCI» aggiungono.

I ricercatori hanno valutato se gli ARB, rispetto agli ACE-inibitori e ad altri farmaci antipertensivi, potessero ridurre il rischio di progressione da MCI a demenza nei pazienti con ipertensione.

Gli studiosi hanno utilizzato l’Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative, sviluppata dal Laboratory of Neuro Imaging della University of Southern California, per identificare 403 pazienti con ipertensione e MCI al basale (età media, 74 anni; 38% donne). I dati sui farmaci antipertensivi ricevuti durante un follow-up mediano di 3 anni sono stati auto-riportati.

L’evoluzione nel corso del follow-up
Durante il follow-up, il 39,2% dei partecipanti è progredito verso la demenza e il tasso a 3 anni di sopravvivenza libera da progressione è stato del 67%.
Nei pazienti con ipertensione e MCI, gli ARB sono stati associati a un minor rischio di progressione verso la demenza rispetto agli ACE-inibitori (HR aggiustato = 0,45; IC 95%, 0,25-0,81; P = 0,023).

Rispetto ai beta-bloccanti, ai calcio-antagonisti e ai diuretici, l’uso degli ARB è stato associato a un minor rischio di progressione del MCI alla demenza (aHR = 0,49; IC 95%, 0,27-0,89; P = 0,037).

Il trattamento dell’ipertensione con gli ARB è stato anche associato a un minor rischio di progressione verso la demenza nei pazienti con ipertensione e MCI rispetto all’assenza di trattamento (aHR = 0,31; IC 95%, 0,16-0,58; P = 0,001).

Nelle analisi aggiustate, il trattamento con ACE-inibitori non ha influenzato la progressione del deterioramento cognitivo rispetto ai beta-bloccanti, ai calcio-antagonisti e ai diuretici (P = 0,685) né confrontato con alcun trattamento (P = 0,179).

Inoltre, in questa coorte, il trattamento antipertensivo con beta-bloccanti, calcio-antagonisti e diuretici non ha impedito il declino cognitivo rispetto alla mancanza di trattamento (P = 0,121).

I messaggi/chiave dello studio
«Nel complesso, l’angiotensina II e IV possono fornire neuroprotezione attraverso i recettori dell’angiotensina II e dell’angiotensina IV, sebbene la maggior parte delle prove sia basata su studi sperimentali e i meccanismi non completamente compresi» scrivono i ricercatori.

«Gli ARB, che bloccano selettivamente i recettori dell’angiotensina I senza inibire l’ACE e provocano attività relativamente sovraregolate dei recettori dell’angiotensina II e dell’angiotensina IV e mantengono intatta la via della degradazione della beta-amiloide mediata dall’ACE, possono offrire una protezione superiore rispetto alla riduzione simultanea di tutte le attività dei recettori dell’angiotensina mediante ACE-inibitori» concludono Deng e colleghi.

Bibliografia:
Deng Z, Jiang J, Wang J, et al. Angiotensin Receptor Blockers Are Associated With a Lower Risk of Progression From Mild Cognitive Impairment to Dementia. Hypertension. 2022 Jun 29. doi: 10.1161/HYPERTENSIONAHA.122.19378. [Epub ahead of print] Link