Moda sostenibile solo a parole? I consumatori chiedono chiarezza


Moda “green” solo nella comunicazione? Da Londa a New York i consumatori chiedono informazioni più chiare e trasparenti

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Il tribunale federale di New York ha accusato H&M di fornire al pubblico informazioni fuorvianti e affermare che i suoi prodotti siano migliori di altri per l’ambiente anche quando in realtà non lo siano.

Il colosso svedese del fast fashion è stato protagonista di una class action per pubblicità ingannevole in riferimento alle etichette e al packaging di capi per i quali i dati ambientali riportati non corrispondevano. Uno degli esempi denunciato nella class action è stato quello di un’etichetta in cui veniva dichiarato che un abito era stato realizzato con il 20% in meno di acqua. Un’indagine condotta da un media locale ha rivelato invece che quell’abito era in realtà stato realizzato con il 20% in più di acqua.

Il marchio, inoltre, è stato anche accusato di comunicazione ingannevole per la sua linea Consciuos realizzata, da quanto dichiarato dall’azienda, con capi fabbricati con almeno il 50% di materiali sostenibili e riciclati come cotone organico e poliestere riciclato. Ma recenti studi hanno dimostrato che il poliestere è un materiale indiscutibilmente non eco-friendly.

Non diversa è la situazione in Gran Bretagna dove l’associazione del dipartimento governativo dedita alla tutela del consumatore e alle regolamentazione delle attività concorrenziali, la Cma-Competition and markets authority. ha focalizzato la propria attenzione sul settore della moda: da una prima analisi è emerso che alcuni clienti temono di acquistare capi di marchi con affermazioni sulla sostenibilità potenzialmente fuorvianti.

Tra questi, un certo numero di aziende dichiarano di utilizzare materiali riciclati per realizzare i nuovi vestiti ma la possibilità di verificare queste informazioni è spesso limitata.

«Se dovessimo scoprire che queste aziende divulgano affermazioni ingannevoli sulla sostenibilità e l’ecologia, non esiteremo a intraprendere azioni esecutive, se necessario attraverso i tribunali», ha dichiarato l’amministratore delegato ad interim di Cma Sarah Cardell.