In Italia 2,6 milioni di persone costrette a chiedere aiuto per mangiare


Povertà: secondo una analisi Coldiretti su dati Fead in Italia 2,6 milioni di persone sono costrette a chiedere aiuto per mangiare

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L’aumento dei prezzi scatenato dalla guerra in Ucraina costerà nel 2022 alle famiglie italiane quasi 9 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare, a causa dell’effetto dell’inflazione che colpisce soprattutto le categorie più deboli.

In Italia sono 2,6 milioni di persone costrette a chiedere aiuto per mangiare, in aumento nel 2022. È quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Fead diffusa in riferimento al rapporto annuale dell’Istat che vede salire a 5,6 milioni le persone in povertà assoluta in Italia. Il Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead) in Italia aiuta 2.645.064 persone tra cui 538.423 bambini (di età uguale o inferiore ai 15 anni), 299.890 anziani, 81.963 senza fissa dimora (di età uguale o superiore ai 65 anni), 31.846 disabili. Si tratta della componente più debole della società che è più esposta all’impoverimento alimentare determinato dal caro prezzi ma anche dal rallentamento dell’economia e dalla frenata dell’occupazione.

A spingere i rincari e l’aumento della dipendenza alimentare dall’estero è il fatto che nel 2022 le importazioni di prodotti agroalimentari dell’estero, dal grano per il pane al mais per l’alimentazione degli animali, sono cresciute in valore di quasi un terzo (+29%) secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno.

Con la crisi un numero crescente di persone è stato costretto a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari. Contro le nuove povertà è, fortunatamente, cresciuta anche la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini a partire dalla Spesa sospesa di Campagna Amica.
In queste strutture associate a Coldiretti, tutti i cittadini che fanno la spesa possono decidere di regalare cibo e bevande alle famiglie più bisognose sul modello dell’usanza campana del ‘’caffè sospeso’’. In questo caso si tratta però di prodotti alimentari Made in Italy, di qualità e a chilometro zero.