Identificati nuovi fattori predittivi di progressione di spondiloartrite assiale


I fattori predittivi di progressione di spondiloartrite assiale (axSpa) dalla forma non radiografica a quella radiografica individuati dallo studio PROOF

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Appartenenza al sesso maschile, buona risposta ai FANS, soddisfacimento dei criteri di imaging e positività all’antigene HLA-B27. Questi i fattori predittivi di progressione di spondiloartrite assiale (axSpa) dalla forma non radiografica a quella radiografica individuati dallo studio PROOF (Patients with Axial Spondyloarthritis: Multicountry Registry of Clinical Characteristics) , uno studio multicentrico osservazionale, condotto nella real world, presentato nel corso del Congresso EULAR.

Razionale e obiettivi dello studio
I pazienti con axSpA sono notoriamente classificati in pazienti con r-axSpA e pazienti  con nr-axSpA in base alla presenza/assenza di sacroileite radiografica.

Una proporzione di pazienti compresa tra il 20% e l’80% di quelli con axSpA di nuova diagnosi è affetta da nr-axSpA, mentre un range di pazienti compreso tra l’8% e il 40% tende a progredire verso la forma radiografica di axSpA nel giro di 2-10 anni.

L’obiettivo dello studio presentato al Congresso è stato quello di valutare la progressione da nr-axSpA a r-axSpA in 5 anni in una coorte multicentrica di pazienti, seguita per 5 anni.

Disegno dello studio
PROOF, questo il nome dello studio presentato al Congresso, era un trial osservazionale prospettico, multicentrico e internazionale, realizzato nei reparti di Reumatologia dislocati in 29 Paesi diversi di 6 regioni geografiche differenti.

Lo studio ha reclutato pazienti adulti con lombalgia cronicizzata di durata pari o superiore a 3 mesi, insorta prima dei 45 anni di età.

Questa analisi, hanno puntualizzato i ricercatori, ha incluso pazienti con diagnosi posta di axSpA che soddisfacevano anche i criteri di classificazione ASAS per l’axSpA.

I ricercatori hanno effettuato visite mediche di controllo all’inizio dello studio e, successivamente, a cadenza annuale; inoltre, sono state valutate in modo indipendente da due ricercatori in base ai criteri modificati di New York le radiografie della articolazioni sacro-iliache, effettuate sia al basale che nel corso del follow-up e relative ai pazienti con diagnosi iniziale di nr-axSpA.

In caso di disaccordo sulla classificazione dell’axSpA (radiografica o meno) era prevista la valutazione di un terzo specialista esperto nella lettura dei referti di imaging.

E’ stata condotta un’analisi Kaplan-Meier per valutare la progressione radiografica a 5 anni da nr-axSpA a r-axSpA, mentre sono state effettuate analisi di regressione per la valutazione del tempo alla progressione da nr-axSpA a r-axSpA.

Nel primo modello di regressione logistica, è stato utilizzato come variabile indipendente il confronto tra “braccio di imaging” vs. “braccio clinico”, mentre nel secondo modello è stata utilizzata l’infiammazione attiva all’imaging a risonanza magnetica, fortemente suggestiva di sacroileite associata a SpA.

Risultati principali
Su 2.633 pazienti reclutati, 2.165 (82%) avevano diagnosi di axSpA e soddisfacevano i criteri di classificazione ASAS. Di questi, 1.162 (74%) erano identificati come affetti da r-axSpA (1.050 [65%]) o nr-axSpA (562 [35%]).
La maggior parte dei pazienti con nr-axSpA (77%) soddisfaceva i criteri ASAS in ragione del soddisfacimento dei criteri rilevati all’imaging (almeno una caratteristica indicativa di SpA), mentre il 23% dei pazienti erano classificati in base ai criteri clinici.

Sono stati inclusi nell’analisi, perciò, 246 pazienti con nr-axSpA con almeno una radiografia a carico dell’articolazione sacro-iliaca. Di questi 246 pazienti, 40 (16%) sono andati incontro a progressione da nr-axSpA e r-axSpA nel corso di un follow-up durato 5 anni. Il tempo medio alla progressione radiografica di malattia è risultato pari a 2,4 anni (range da 0,9 a 5,1 anni).

Dalle analisi di regressione, infine, è emerso che l’appartenenza al sesso maschile  ( hazard ratio [HR]: 3,16 [IC95%: 1,22–8,17]; p=0,0174), il soddisfacimento dei criteri di imaging  (HR: 6,64 [1,37–32,25]; p=0,0188), la buona risposta ai FANS (HR: 4,66 [1,23–17,71]; p=0,0237), e la positività ad HLA-B27 (HR: 3,99 [1,10–14,49]; p=0,0353) erano significativamente associati con la progressione di malattia alla forma radiografica.

A questo riguardo, i ricercatori hanno voluto solo notare come, nonostante il trattamento con FANS rimanga il caposaldo della terapia di axSpA (sia nelle forme radiografiche che in quelle non radiografiche), il rischio di progressione di malattia associato al loro impiego sembra essere molto elevato.

Per trattare i pazienti con nr-axSpA con un farmaco biologico, ad oggi, occorre dimostrare che il paziente si caratterizzi per un impatto elevato di malattia e la mancata risposta ai FANS. Il medico, inoltre, deve anche dimostrare la presenza di segni obiettivi di attività infiammatoria, ad esempio attraverso il riscontro di livelli elevati di CRP o mediante conferme di infiammazione all’imaging a risonanza magnetica.

Bibliografia
Poddubnyy D et al. Radiographic progression from nonradiographic to radiographic axial spondyloarthritis: results from a 5-year multicountry prospective observational study. Presented at EULAR 2022; Abstract OP0149