Il fenomeno del retrogaming da una prospettiva storico-culturale


impatto videogiochi

Analizzando in un contesto retrospettivo quello che è accaduto durante gli anni Novanta, ci tornano in mente le parole di uno studioso e storico come Andreas Huyssen, il quale aveva parlato in un saggio di “boom della memoria”. Di cosa si tratta precisamente?

Huyssen ipotizza una società dove l’escalation nella fondazione di archivi, musei e mostre retrospettive non è che un aspetto dell’ossessione culturale per la commemorazione, la documentazione e la conservazione. Tutto il contrario di quanto, un secolo prima avevano teorizzato e messo in pratica i futuristi attraverso il loro proverbiale manifesto pubblicato nel 1909 da Filippo Tommaso Marinetti. Marinetti sosteneva infatti che il problema dell’Italia fosse principalmente legato al “passatismo”, antiquari, curatori e critici d’arte tradizionalisti. Il Futurismo è la diretta conseguenza di un’epoca e di un Paese che tra i primi (più di Francia e Germania, per capirci) aveva sostenuto e promosso il turismo come viaggio nel tempo, ovvero una terra coperta di rovine magistrali, venerabili cattedrali, maestose piazze e palazzi storici.

Sostiene Huyssen come la moda di restaurare vecchi centri urbani creando una sorta di villaggi musei dove si praticano gli antichi mestieri in costume; la popolarità delle copie di mobili e d’arredo retrò e via dicendo, possa condurre a un impoverimento culturale per quanto riguarda la proposta e la soluzione odierna. Un plot narrativo degno di uno scrittore fantascientifico e avveniristico come Michael Crichton.

Nella sua opera affiora infatti questo concetto di parco a tema, sia esso quello di Westword oppure di Jurassic Park, portato sullo schermo con grande successo da Steven Spielberg nel 1993. Macchine ribelli, siano essi fatti di carne e ossa come i dinosauri o i cowboy cyborg di Il mondo dei robot del 1973, poco importa. Il concetto cardine è che il mondo si rivolge e vive guardando al passato, come se non ci fosse più molto da vedere, da vivere per emozionarsi e per creare qualcosa che valga la pena. Tuttavia come sostiene Hermann Lubbe, l’ottica archivistica non può limitarsi all’istruzione del museo ma deve essere contaminata e infiltrata in ogni settore e ambito della cultura e della nostra vita quotidiana.

Occhi e orecchi devono quindi essere puntati in avanti, con la massima concentrazione su ogni elemento del presente che sembra rappresentare oggi il mondo di domani. Un fenomeno che è virato verso un interesse per i residui del passato nel presente, un imponente e importante dietrofront culturale che di fatto ha aperto la strada all’industria della nostalgia con le mode e i revival retrò, incluso naturalmente il postmodernismo, che aveva già attraversato con alterne fortune la seconda parte del Novecento.

Possiamo far risalire il concetto di patrimonio culturale alla fine del 19esimo secolo, quando in Inghilterra venne fondato il National Trust allo scopo di proteggere quei luoghi di interesse storico e di bellezza naturale. Dopo il 1945 l’impulso conservazionista si è allargato a macchia d’olio, attraverso le campagne per salvare le locomotive a vapore e le dimore storiche. Possiamo dire che ogni generazione tenta, da questo momento in poi, a conservare e valorizzare quello che di bello c’è stato durante la propria infanzia. Si pensi ad esempio al revival prolungato per la moda, la musica e il cinema degli anni Ottanta. Gli esempi si sprecano, da Ready Player One di Cline, fino ad arrivare al successo di Stranger things e alla riscoperta dei romanzi di Stephen King, da parte delle nuove leve.

Da qualche tempo per merito di piattaforme odierne come Twitch.tv, Facebook e YouTube, ha preso piede la tendenza dell’Arcade gaming e del retrogaming. Tale tendenza mira a dare una dignità storica e culturale al fenomeno del gaming che proprio durante gli anni Ottanta muoveva i primi passi diventando un fenomeno pop e commerciale, uscendo dalla nicchia dove aveva proliferato nel decennio precedente. Lo stesso tipo di discorso si applica oggi anche ai giochi classici di casino digitale come le roulette, le slot machine e tutte le altre attrattive facilmente reperibili online.