Il Carso in fiamme candidato a “I luoghi del cuore” FAI


Il Carso devastato dagli incendi delle ultime settimane candidato a “I Luoghi del Cuore” del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS

carso

Gli incendi che dal 15 luglio stanno interessando varie zone del Carso, tra Italia e Slovenia, mostrano quanto questo territorio, così peculiare per le sue particolarità ambientali, i suoi fattori geologici, climatici e vegetazionali, geografici e urbanistici, sia fragile, avendo registrato oltre un migliaio di incendi boschivi dal 1990 ad oggi, che mai, tuttavia, avevano raggiunto l’intensità e le dimensioni dei fenomeni di questi giorni. Di fronte a questola Direzione Regionale del Fondo per l’Ambiente Italiano per il Friuli Venezia Giulia ha deciso di sostenere la candidatura di tutto il territorio transfrontaliero colpito dai roghi a “I Luoghi del Cuore”, il più grande censimento spontaneo per la tutela del patrimonio italiano promosso dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, per far sentire la voce di tutti coloro che lo abitano, lo amano e lo vogliono salvare, recuperandolo, per poterlo tramandare alle future generazioni. Un’iniziativa per sensibilizzare inoltre tutti sulla necessità di promuovere tra i cittadini una maggiore consapevolezza sulla necessità della tutela ambientale che si basa anche sull’adozione di nuovi comportamenti per mitigare l’impatto dell’uomo sulla natura. Una candidatura condivisa con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che vede come media partner il quotidiano Il Piccolo, che gode anche del sostegno di Radio Punto Zero, e che tutti possono votare – maggiorenni, minorenni, italiani e stranieri – cliccando sul sito https://bit.ly/CarsoKrasLDC o attraverso i moduli cartacei di raccolta voti, fino al 15 dicembre 2022.
Il Carso – Pietra. Questo è il significato della radice di origine paleoindoeuropea “kar” o “karra” che si cela dietro il nome italiano Carso, lo sloveno e croato Kras, il friulano Cjars, o  il tedesco KarstUn luogo suddiviso oggi in più Stati da confini politici (Italia, Slovenia e Croazia), che è sentito caro allo stesso modo da tantissimi che lo vivono come un’unica risorsa, comune e identitaria. Il luogo infatti è certamente una “pietra miliare”, ovvero un territorio ben presente nell’immaginario collettivo di chi vive in Friuli Venezia Giulia, in particolare nelle ex province di Gorizia e Trieste, come pure in Slovenia e in Croazia, per essere stato teatro di violente battaglie durante la Prima Guerra Mondiale tra le milizie italiane e quelle austro-ungariche. Ma anche assolutamente distintivo dal punto di vista geologico per la sua conformazione fatta di rocce carbonatiche che subiscono fenomeni di lenta dissoluzione a causa delle acque piovane e del vento, grazie alle quali si creano cavità e depressioni a cielo aperto rappresentate dai pozzi verticali e più spesso dalle doline. Un “unicum” così particolare al punto che, in tutto il mondo, aree con composizione del suolo simile sono chiamate “zone carsiche” e fenomeni naturali di questo tipo sono definiti con il termine scientifico di “Carsismo”. Un territorio che è unico anche per il suo essere accomunato da manufatti simili – i muretti a secco, che marcano i terreni coltivabili e recintano i pascoli, i piccoli borghi dalle vie strette per essere meno esposti alla bora – simili produzioni enogastronomiche, una biodiversità di flora e di fauna peculiare, difficilmente riscontrabile in altri angoli del mondo, che va oltre la predominanza della stessa pietra. E certamente di pietra non può essere il cuore di ciascuno di fronte al gravissimo incendio che in questi giorni ha così duramente colpito più zone del Carso, sia in Italia, sia in Slovenia.
Il Carso candidato al censimento “I Luoghi del Cuore”  “I fenomeni che hanno interessato il Friuli Venezia Giulia in questi giorni, le alluvioni a Pordenone, gli incendi in Friuli, in Carnia e quelli sul Carso, ci hanno lasciati sgomenti. In particolare, dinnanzi a un’emergenza dalle dimensioni così grandi, come quella che è in atto tra Italia e Slovenia e che ha colpito uno dei simboli naturalistici, storici e culturali del nostro territorio non potevamo rimanere in silenzio” afferma Tiziana Sandrinelli, Presidente Regionale del Fondo per l’Ambiente Italiano per il Friuli Venezia Giulia.  “Per questo motivo abbiamo identificato ne “I Luoghi del Cuore” il più grande censimento spontaneo per la tutela del patrimonio italiano promosso dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, uno strumento per far sentire la voce di tutti coloro che abitano, amano e vogliono salvare, recuperandolo, questo territorio, per poterlo tramandare alle future generazioni. Un luogo transfrontaliero che è stato chiamato “Il nostro Carso / Naš Kras” perché è sì suddiviso da confini politici ma al contempo è amato allo stesso modo dai cittadini dei vari Paesi e la cui tutela non può che essere garantita congiuntamente tra Italia e Slovenia, come è stato dimostrato in questi giorni. Abbiamo poi preso contatto immediatamente con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia che ha accolto con estremo favore l’iniziativa della candidatura e con il quotidiano Il Piccolo che ha accettato di essere nostro media partner. Ringrazio anche Radio Punto Zero per il prezioso supporto” prosegue la Presidente Sandrinelli.
Il senso dei LDC – Il Censimento “I Luoghi del Cuore” promosso dal FAI è uno straordinario strumento di democrazia: incoraggia e stimola cittadini alla partecipazione attiva e li richiamano alla responsabilità che tutti abbiamo nei confronti del patrimonio da tutelare e promuovere del nostro Paese, come sancito dall’articolo 9 della Costituzione e in piena attuazione del principio di sussidiarietà previsto dall’articolo 118. Grazie al censimento ciascuno può fare la propria parte, segnalando luoghi che ha particolarmente cari, in cui si riconosce e si identifica, che vorrebbe fossero tutelati perché potrebbero essere leve efficaci per lo sviluppo.
Il senso dei Luoghi del Cuore è proprio questo: essere una pietra d’angolo che sorregge tutta la costruzione, rendendo poi possibile quello che sembra impossibile, il ritorno alla vita dei luoghi votati – continua la Presidente Sandrinelli. – Inoltre il censimento ci permette di sottolineare come dietro un territorio suddiviso da confini politici battano all’unisono tanti cuori che lo vivono come un’unica risorsa comune, identitaria, come dimostra il fatto che le Istituzioni e i volontari sloveni sono stati e sono vicini al Friuli Venezia Giulia nella gestione dell’emergenza sul versante italiano e le nostre Istituzioni e viceversa i nostri volontari abbiano aiutato e stiano aiutando il contenimento degli incendi presenti sul versante sloveno”.
Il coinvolgimento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha accolto con favore l’iniziativa del FAI perché, una volta che sarà terminata la gestione dell’emergenza, sarà necessario “riportare in vita” i luoghi danneggiati e tale processo richiederà un’analisi accurata degli effetti che il passaggio del fuoco avrà causato sull’ecosistema ambientale per programmare attentamente la ricostituzione dei sistemi naturali ed economici delle aree devastate.
Vorrei che questa raccolta voti fosse dedicata a Elena Lo Duca, la volontaria che ha perso la vita durante la lotta agli incendi e attraverso quest’iniziativa ringraziare tutta la catena che ha coinvolto Stato, Regione, Sindaci, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, volontari nella lotta all’emergenza – afferma il Vicepresidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Gli incendi di questi giorni, fenomeni mai avvenuti in forma così grave, evidenziano come sia necessario difendere un luogo simbolico, i cui valori sono non solo storici ma rappresentano l’emblema di qualcosa di “tradizionale” che a volte viene messo in secondo piano per rincorrere qualcosa di nuovo mentre dovremmo invece recuperare il senso profondo di ciò che abbiamo”
Tutti quanti hanno le proprie responsabilità di fronte a ciò che è accaduto. Il Carso di 100 anni fa non è il Carso di oggi in conseguenza di una combinazione di tante scelte. Scelte che hanno anche comportato dei cambiamenti che hanno potenzialmente moltiplicato i fattori che possono aver contribuito alla gravità di quanto accaduto e che oggi, data la pluralità dei soggetti che ad esempio possiedono beni e luoghi sul Carso, devono collaborare insieme per consentire alla natura di ricreare l’ambiente distrutto dalle fiamme” aggiunge l’Assessore regionale alle risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna, Stefano Zannier.
La media partnership de Il Piccolo –  Ci sono dei momenti nei quali è necessario agire e essere parte del cambiamento. Noi crediamo che gli effetti della trasformazione climatica, la siccità, gli incendi, spesso alternati a temporali rovinosi, vadano sì raccontati, ma non senza cercare una interazione diretta con tutti i cittadini che sono chiamati a azioni concrete per chiedere, e ottenere, l’attenzione delle istituzioni. Non ci basta fotografare il Carso distrutto. Vogliamo che la nostra comunità rifletta sulle cause del rogo, sulle trasformazioni  che esso ha causato da qui ai prossimi vent’anni. È nostro fermo convincimento che una narrazione attiva degli eventi possa spingere i rappresentanti dei territori ad agire. Vi sono forme di protezione del Carso, così come di tutti gli ecosistemi fragili, che possono essere attivate prima che vi sia una devastazione. Quel che è accaduto non deve essere un monito, e sarebbe già abbastanza. Deve trasformarsi in uno sprone per migliorare le politiche attive di prevenzione e può essere una occasione per educare i cittadini a un rapporto rispettoso della Natura e in equilibrio con le mutate condizioni nelle quali avviene oggi lo sfruttamento delle risorse del pianeta. La scelta de Il Piccolo di appoggiare la candidatura del Carso così pesantemente ferito dagli incendi al censimento “I luoghi del cuore” del FAI è convinta, immediata, determinata: Il Piccolo, dal 1881, dà voce a Trieste e alla Venezia Giulia e il Carso – di questo territorio – è uno dei valori più preziosi e peculiari. Un unicum a livello nazionale” afferma il Direttore de Il Piccolo, Omar Monestier.
Il regolamento – I luoghi più votati ricevono un contributo a fronte della presentazione di un progetto da concordare con il FAI: 50.000 euro, 40.000 euro e 30.000 euro vengono assegnati rispettivamente al primo, secondo e terzo classificato. FAI e Intesa Sanpaolo, dopo la pubblicazione dei risultati (febbraio 2023) ed entro il mese di marzo, lanciano inoltre il consueto Bando per la selezione dei progetti di intervento in base al quale tutti i proprietari (pubblici o non profit) e i portatori di interesse dei luoghi che avranno ottenuto almeno 2.500 voti possono presentare alla Fondazione una richiesta di sostegno sulla base di specifici progetti d’azione.
Come si vota per il Carso  Il voto si può esprimere fino al 15 dicembre 2022 con un click su https://bit.ly/CarsoKrasLDC o attraverso i moduli cartacei di raccolta voti. Tutti possono votare: maggiorenni, minorenni, italiani e stranieri. Sono disponibili anche moduli di raccolta voti cartacei specifici per l’utilizzo nelle scuole di ogni ordine e grado.
 
APPROFONDIMENTI
Gli incendi – Gli incendi scoppiati sul Carso negli ultimi giorni hanno già interessato circa 4.500 ettari, di cui 900 sul territorio italiano e oltre 3.500 su quello sloveno. E data la riattivazione di alcuni focolai questi numeri purtroppo sono destinati a crescere. Sinora in Friuli Venezia Giulia: 780 i volontari della Protezione Civile, 356 le giornate-uomo dei Vigili del Fuoco coinvolti nell’ingente opera di spegnimento insieme al Corpo forestale regionale. Nel Sistema di Protezione Civile attivato coinvolti anche Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. 295 gli automezzi della Protezione Civile, 109 quelli dei Vigili del Fuoco. 4 gli elicotteri del sistema regionale e uno quello messo a disposizione dalla Provincia Autonoma di Trento, che hanno operato per 12 giornate di volo. Altre 9 le giornate di volo dei Canadair e 3 quelle degli elicotteri messi a disposizione dal Centro operativo aereo unificato. Le operazioni in Friuli Venezia Giulia hanno visto in più occasioni il supporto dei Vigli del Fuoco provenienti dalla Slovenia. In Slovenia, a oggi, per spegnere i roghi sono stati impiegati quasi 1.500 Vigili del Fuoco, oltre 200 Forestali e 140 militari dell’esercito per la logistica, e ancora membri della Protezione Civile, più di 200 taglialegna e volontari. 4 gli elicotteri. In supporto della Slovenia, oltre alla Protezione Civile del FVG, è intervenuto anche il Meccanismo Europeo di Protezione Civile che ha fornito tre elicotteri (uno dall’Austria, uno dalla Croazia e uno dalla Slovacchia), e un team di Vigili del Fuoco dalla Croazia con alcuni mezzi antincendio. Dalla Romania sono stati inviati in Slovenia due velivoli Spartan per i Vigili del Fuoco e un aereo da trasporto C130 Hercules per il supporto logistico. Aiuti anche da Serbia e Ungheria, che hanno fornito due elicotteri ciascuno.
La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e gli incendi  La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia è stata da subito ed è costantemente in prima linea nella gestione dell’emergenza, per garantire il contenimento e lo spegnimento degli incendi, sta coordinando il Centro di coordinamento soccorsi (Ccs), ha promulgato un decreto di emergenza e ha dato la massima assistenza a tutti coloro che sono rimasti a vario titolo coinvolti, dagli abitanti delle zone colpite, ai viaggiatori (turisti, lavoratori, …) che in strada o su ferrovia si trovavano nelle zone coinvolte. La Regione è inoltre già attiva nella programmazione di quanto sarà necessario fare per agevolare il ripristino di questo habitat così peculiare.
Il valore della collaborazione nei LDC – L’unione fa la forza, e la forza di questa iniziativa sta proprio nella mobilitazione di tanti: cittadini riuniti in comitati, comunità vere e proprie, ma anche istituzioni ed enti locali che trovano ne “I Luoghi del Cuore” uno strumento concreto ed efficace, capace di incidere sui territori dando un’insperata risonanza a buone cause, innescando collaborazioni che generano ulteriori positivi risultati: in diversi casi, ad esempio, lo stanziamento di fondi aggiuntivi rispetto a quelli resi disponibili da FAI e Intesa Sanpaolo nell’ambito del progetto, o l’attrazione di risorse economiche richiamate dalla visibilità ottenuta grazie al censimento. “I Luoghi del Cuore” rappresenta dunque anche un invito alla responsabilità, dei cittadini tanto quanto degli enti proprietari, perché è solo con l’attivazione di una pluralità di soggetti che si realizza quel processo virtuoso di coinvolgimento e di partecipazione collettiva che costituisce il miglior viatico, se non la migliore garanzia, per l’avvio di successivi percorsi di recupero e di rilancio.
I numeri dei LDC – Giunto quest’anno all’undicesima edizione, dal 2003 il censimento ha raccolto 9,6 milioni di voti in favore di oltre 39.000 luoghi in più di 6.500 comuni: luoghi cari, da salvare dall’abbandono, dal degrado o dall’oblio, perché siano recuperati e valorizzati, conosciuti e frequentati.
I “Luoghi del Cuore” in Friuli Venezia Giulia – In questi anni, in Friuli Venezia Giulia, ben tre luoghi hanno ottenuto così tanti voti da potersi poi candidare e ottenere il finanziamento messo a disposizione dal FAI grazie alla partnership con Intesa Sanpaolo per un progetto di restauro e valorizzazione: il Leone Marciano dell’Arco Bollani di Udine (2010), il Parco del Castello di Miramare a Trieste (2012), la macchina a vapore dell’Amideria Chiozza di Ruda (2016). E in ciascuna di queste occasioni la raccolta voti è stata un volano per innescare circoli virtuosi di azioni che hanno poi portato altri soggetti pubblici e privati a sostenere il recupero di quella parte di territorio.