Spondiloartriti: conferme per ixekizumab dal programma di studi COAST


Spondiloartriti assiali: dal programma di studi COAST arrivano conferme di efficacia e sicurezza fino a 3 anni per ixekizumab

Spondiloartrite assiale: l'indice BASMI consente di ottenere una stima moderatamente accurata dell'attività di malattia e della risposta alla terapia

I risultati di un’analisi dello studio COAST-Y hanno dimostrato che il trattamento con ixekizumab al dosaggio approvato per la spondiloartrite assiale radiografica e non radiografica (r-axSpA e nr-axSpA) è efficace in tutti i pazienti studiati che rimangono in terapia fino a 3 anni, con un profilo di safety sovrapponibile al profilo già noto, in assenza di emersione di nuovi segnali di safety (1).

“L’analisi dei dati del poster presentato all’EULAR sui pazienti dello studio COAST. con follow-up a tre anni – aggiunge il prof. Carlo Selmi (Responsabile dell’Unità Operativa Reumatologia e Immunologia clinica all’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, Milano e docente di Humanitas University) – conferma l’efficacia di questo farmaco, peraltro già ampiamente utilizzato per il trattamento di altre patologie infiammatorie croniche quali la psoriasi e l’artrite psoriasica e conosciuto per il buon profilo di sicurezza”.

Informazioni su ixekizumab
Ixekizumab è un anticorpo monoclonale che si lega selettivamente alla citochina interleuchina 17A (IL-17A) e inibisce la sua interazione con il recettore IL-17. IL-17A è una citochina naturale coinvolta nelle normali risposte infiammatorie e immunitarie. Il farmaco inibisce il rilascio di citochine e chemochine pro-infiammatorie.

Informazioni sul programma di studi COAST
Il programma di studi COAST, alla base dell’approvazione di ixekizumab nel trattamento delle spondiloartriti, poggia su 3 studi registrativi, ciascuno della durata di un anno:
– COAST-V, condotto in pazienti con spondiloartrite assiale radiografica attiva (o spondilite anchilosante) che erano bDMARD-naïve
– COAST-W, condotto in pazienti con spondiloartrite assiale radiografica attiva (o spondilite anchilosante) che avevano precedentemente avuto una risposta inadeguata o un’intolleranza ad uno o due inibitori del TNF
–  COAST-X, condotto in pazienti con spondiloartrite assiale non radiografica che erano bDMARD-naïve.

Lo studio COAST-Y è uno studio di estensione a lungo termine che ha arruolato 773 pazienti dopo il completamento di uno degli studi di registrazione sopra indicati, a ricevere il trattamento con Ixekizumab per un massimo di altri due anni (NdR: di qui la durata complessiva del follow-up a tre anni).

I pazienti dello studio COAST-Y (fig.1) hanno continuato il trattamento con il farmaco e la posologia utilizzati alla fine del trial di origine ad un anno:
– 80 mg di ixekizumab  ogni 4 settimane (Q4W) (NdR: dose approvata)
– 80 mg di ixekizumab ogni 2 settimane (Q2W)

I pazienti assegnati a trattamento con adalimumab (ADA) o placebo (PBO) negli studi COAST-V e COAST-W erano stati nuovamente randomizzati nello studio COAST-Y a trattamento con ixekizumab Q4W o Q2W alla settimana 16. Quelli dello studio COAST-X potevano subire un incremento della dose di ixekizumab Q4W a Q2W tra le settimane 16 e 44 a giudizio del ricercatore. Quelli che erano stati trattati con PBO per un anno sono passati, per switch terapeutico, a trattamento con ixekizumab Q4W nello studio  di estensione COAST-Y.

A partire dalla 116esima settimana (64esima dello studio COAST-Y), i pazienti sottoposti a trattamento con ixekizumab Q4W potevano passare a trattamento a Q2W.

Obiettivo dell’analisi presentata al Congresso
L’analisi dei dati di efficacia del trattamento a 3 anni si è focalizzata sui pazienti sottoposti a trattamento con 1 o più dosi di ixekizumab Q4W , mentre sono stati esclusi i pazienti passati a trattamento ogni due settimane con il farmaco.

I dati di safety, valutati in presenza di trattamento con ixekizumab, sono stati analizzati nei pazienti sottoposti a trattamento con una o più dosi di ixekizumab (indipendentemente dal dosaggio utilizzato), escludendo quelli osservati in presenza di trattamento con PBO o ADA.

Dati di efficacia
I pazienti trattati con ixekizumab Q4W valutati nell’analisi a due anni dello studio COAST-Y (3 anni di follow-up considerando lo studio registrativo di provenienza) si caratterizzavano, al basale, per una lunga durata di malattia (range: da 10,1 a 19,9 anni), un’elevata attività di malattia (ASDAS>3,5) e comprendevano anche quei pazienti con insuccesso terapeutico a 2 farmaci anti-TNF.

Su 932 pazienti che erano stato sottoposti ad uno o più trattamenti con ixekizumab, il 69% di questi (n= 644) ha completato i 3 anni di follow up della terapia, con un rapido controllo di malattia che si è mantenuto nel tempo, analizzando varie scale di efficacia (2).

Ad esempio, il 75% dei pazienti dello studio COAST-V trattati con il dosaggio approvato dall’inizio al termine dell’osservazione dello studio ha riportato una ridotta attività di malattia (ASDAS, la scala che valuta l’attività della malattia, inferiore a 2.1, n=81, dati osservati).

Le percentuali di pazienti degli studi COAST-W e COAST-X trattati con il dosaggio approvato dall’inizio al termine dell’osservazione dello studio che hanno riportato un punteggio ASDAS<2,1 sono state pari, rispettivamente, al 39% e al 68,4% (dati osservati).

Anche nella scala di misurazione dei sintomi (ASAS), tra cui il dolore, si sono osservati sensibili miglioramenti: il 68% dei pazienti dello studio COAST-V, trattati con il dosaggio approvato di ixekizumab dall’inizio al termine di osservazione dello studio, ha sperimentato una riduzione di almeno il 40% dei sintomi di malattia per tutti i tre anni di durata dell’osservazione (n=81, dati osservati).

Le percentuali di pazienti degli studi COAST-W e COAST-X, trattati con il dosaggio approvato del farmaco dall’inizio al termine di osservazione dello studio, che hanno sperimentato una riduzione ASAS40 sono state pari, rispettivamente, al 56,1% e al 58,6% (dati osservati).

Dati di safety
Dall’analisi dei dati dopo 3 anni di follow-up non sono emersi nuovi segnali di sicurezza rispetto al profilo di safety già noto, soprattutto in relazione alle infezioni gravi, agli eventi CV e al rischio di neoplasie maligne – e gli eventi sono risultati gestibili. Pertanto, il profilo di sicurezza del farmaco si è mantenuto praticamente costante nel tempo.

Riassumendo
Nel commentare ai nostri microfoni i risultati del lavoro presentato al Congresso, il prof. Selmi ha sottolineato, innanzitutto, la percentuale elevata di pazienti (69%) che ha completato lo studio COAST-Y a 3 anni, oltre al fatto che le percentuali di pazienti che hanno mantenuto una ridotta attività di malattia sono rimaste costanti nel tempo, pur essendo ovviamente diverse per i pazienti con spondilite anchilosante che avevano già ricevuto un farmaco biologico rispetto a quelli naive al trattamento con questi farmaci e a quelli con nr-axSpA.

“Bloccare, dunque, IL-17 nei pazienti con spondiloartrite assiale – conclude Selmi – rappresenta  un’opzione di trattamento efficace e, aggiungerei, anche sicura per i pazienti con axSpA indipendentemente dalle loro condizioni, in quanto un altro messaggio proveniente dallo studio è  sicuramente il fatto che nel tempo non si sono osservati nuovi segnali di sicurezza che possano creare allarme rispetto a quanto già sapevamo in passato sull’impiego di questo farmaco in altre condizioni reumatologiche”.

Bibliografia
1) Deodhar A et al. Safety and efficacy of ixekizumab treatment in patients with axial spondyloarthritis: 3-year clinical trial results from the COAST programme
2) https://www.ema.europa.eu/en/documents/variation-report/taltz-h-c-003943-ii-0030-epar-assessment-report-variation_en.pdf