Oziofobia e vacanze: perché è importante imparare a non far niente


Cos’è la fobia del tempo libero? Come riconoscerla? Quali sono i suoi sintomi e le sue cause? Gli psicologi spiegano come si combatte l’oziofobia

vacanze a casa

Cos’è la fobia del tempo libero? Come riconoscerla? Quali sono i suoi sintomi e le sue cause? Perché il fatto di non avere qualcosa da fare genera paura? Alla base, c’è un pensiero di eccessiva produttività ed efficienza, che antepone alla felicità le conquiste e i successi. È una visione quantitativa (quanti obiettivi sono stati raggiunti, quanti compiti sono stati svolti) che non si concentra sulla qualità dei risultati. La fobia del tempo libero di solito si manifesta soprattutto durante le vacanze, a causa dell’incapacità di gestire l’ingente quantità di ore libere a disposizione.
Gli esperti di Guidapsicologi.it ci parlano della fobia del tempo libero,conosciuta anche come oziofobia,  e ci forniscono alcuni suggerimenti per gestirla e superarla,spiegandoci perché è così importante imparare a farlo.
Cos’è la fobia del tempo libero?
La fobia del tempo libero è la paura generata dal non avere qualcosa da fare. Le persone che soffrono di oziofobia hanno bisogno di avere sempre il tempo occupato, poiché non sopportano sentire il vuoto causato dal non avere un compito da svolgere. Tale fenomeno è qualcosa di abbastanza comune nella società odierna perché le persone cercano di mantenere la maggior parte della loro giornata e/o vita occupata con diverse attività, progetti, lavoro, ecc., proprio perché si ha il terrore di dover affrontare un tempo “vuoto ”, o un tempo non pianificato, o di terminare tutti i compiti o obblighi che andavano svolti.
Come riconoscere la fobia del tempo libero? Sintomi dell’oziofobia
Il sintomo che si può osservare maggiormente nei soggetti che soffrono di questa fobia è l’ansia (proiettare le situazioni future al presente). Nelle persone che presentano oziofobia, quando si rendono conto che non hanno programmi e devono affrontare del tempo libero, si produce un’attivazione del sistema nervoso simpatico, e percepiscono dentro di sé un’elevata intensità. Questo avviene perché interpretano il futuro in un modo a essi non congeniale, che non desiderano affrontare, e sentono di dover trovare al più presto qualche compito da fare per non sperimentare tale sensazione. I soggetti che patiscono oziofobia sono normalmente influenzati dal pensiero di un’eccessiva produttività ed efficienza, mettono al primo posto i loro risultati e successi a discapito della felicità. Sono soliti parlare facendo riferimento a quanti obiettivi hanno raggiunto, quanti compiti hanno svolto, sempre in modo quantitativo, invece di vedere davvero la qualità degli obiettivi e dei risultati.
Quali sono le cause della fobia del tempo libero?
Nella società odierna, la fobia del tempo libero sta acquisendo sempre più spazio a causa della grande importanza che viene data all’essere costantemente occupati, che a sua volta è dovuta dalla concettualizzazione che è stata data all’efficienza, alla realizzazione, al sentirsi importanti, ecc… Togliendole priorità alla felicità. Questo accade durante la rivoluzione industriale, quando fu premiata l’efficienza produttiva (maggiore quantità e migliori risultati). Per questo motivo, le persone in generale vogliono sempre di più, ma non nel senso di progressione, bensì di abbondanza, e questo suppone la continua ricerca di una ragione esterna per raggiungere quei risultati e volere sempre di più. Invece, questo motivo dovrebbe essere interno per godere del percorso che ci porta a raggiungere gli obiettivi prefissati. Tuttavia, a quasi nessuno piace provare quell’emozione di solitudine o di vuoto, perché viene interpretata negativamente in funzione di ciò che “dovrebbe” essere. Ecco perché le persone sono sempre alla ricerca di qualcosa con cui colmare questi vuoti, e non sentirsi deboli. Un’altra causa dell’oziofobia è la paura di non avere il controllo o della mancanza di pianificazione. Si ha il timore che ci si possa annoiare, inoltre il non far niente non è ben visto, e tutto ciò genera grande stress in queste persone.
Ci sono persone più esposte all’oziofobia? Riguarda solo i dirigenti o può manifestarsi a tutti i livelli?
Normalmente, le persone più esposte alla fobia del tempo libero sono quelle che hanno più responsabilità o compiti quotidiani. Avendo così tanto tempo occupato nella loro giornata, quando percepiscono che avranno tempo libero o interpretano che questo tempo non è pianificato, sentono la necessità di prendere il controllo della situazione e cercare nuovi compiti. Questo tipo di fobia può colpire qualsiasi tipo di persona, non è solo legato a dirigenti e manager, poiché può manifestarsi in tutte le aree e/o livelli. La fobia del tempo libero non distingue la “classe” o il job title della persona, poiché dove interferisce è nella proiezione del futuro che l’individuo sta facendo del proprio presente, e detto pensiero è irrazionale. Il momento in cui si verifica più spesso la fobia del tempo libero è durante le vacanze estive, perché in quel momento la persona dispone di molte ore libere, e non sa cosa farsene, a causa del carico di impegni che normalmente contraddistingue la sua quotidianità.
Suggerimenti per gestire e superare questa fobia e l’importanza di imparare a farlo
  • Identificare: la prima cosa è identificare cosa sta scatenando quella paura per capire le cause ed essere in grado di stabilire delle linee guida per gestire tale paura.
  • Riconoscere: è molto importante essere consapevoli del problema e riconoscere la situazione che si sta attraversando (è una paura irrazionale che sta condizionando la vita quotidiana della persona).
  • Esprimere le proprie emozioni: parlare delle emozioni che si stanno generando con le persone più vicine è fondamentale nel processo, e serve a liberare tutta l’energia che si sta formando interiormente. La cosa più importante è verbalizzare tali emozioni senza vergognarsi di ciò che sta accadendo, in modo da poter capire davvero che cosa sta succedendo.
  • Ridurre le aspettative: quando non si generano aspettative elevate, la delusione sarà molto minore se ciò che si desidera non viene soddisfatto. Questa riduzione consentirà di ridurre i livelli di ansia che possono manifestarsi a causa dell’attivazione del sistema nervoso simpatico, e quindi prevenire che il soggetto si senta male facilmente.
  • Mantenere tempi di riposo: è molto importante non riempire i tempi di riposo con attività, poiché si genererebbe un sovraccarico e mancherebbero i  momenti liberi per gestirlo. Pertanto, il tempo per rilassarsi non dovrebbe essere programmato, ma fuori da ogni tabella, soprattutto in vacanza.
  • Ridurre il ritmo: a volte è necessario fare una pausa, leggere un libro con calma, guardare una serie o un film, fare un pisolino fuori programma, guardare un paesaggio, un muro bianco, l’orizzonte, un albero… semplicemente permettere alla mente di svuotarsi e dimenticare quei pensieri costanti che ci invadono, per essere in grado di riconnettere con noi stessi.
  • Flessibilità: la flessibilità consentirà di essere in grado di adattarsi ai cambiamenti con relativa facilità, senza sentirsi male, ansiosi, o aver paura di non avere attività da svolgere.
  • Ridurre al minimo la richiesta: essere costantemente esigenti con se stessi non genera buoni risultati. È fondamentale fissare obiettivi e scadenze, ma al tempo stesso essere coscienti dei propri limiti e rispettarli, e riconoscere il massimo che si può dare senza dover per forza fare sempre di più.
È molto importante eseguire tutti questi passaggi, per il semplice motivo che bisogna essere consapevoli di se stessi, non lasciarsi trasportare dai pensieri futuri, poiché questi ci impediscono di godere del ​​momento presente. È altamente raccomandato che ognuno di noi abbia un tempo libero per “non fare nulla”, perché nessuno ha l’obbligo di fare tutto il tempo qualcosa, anzi.