Nel nuovo numero di Dati Inail focus sul commercio


Dal trend economico all’andamento infortunistico e tecnopatico: nel nuovo numero di Dati Inail uno sguardo a 360 gradi sul commercio

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Il settore del commercio, che in Italia occupa 3,4 milioni di addetti (di cui 1,8 milioni nel commercio al dettaglio), distribuiti in poco più di un milione di imprese attive (di cui 561mila nel commercio al dettaglio), è al centro del nuovo numero del periodico statistico Dati Inail, che traccia un quadro dettagliato del trend economico e dell’andamento infortunistico e tecnopatico nel quinquennio 2016-2020, pesantemente condizionato nell’ultimo anno preso in considerazione dall’emergenza Covid-19. Secondo una ricerca di Confcommercio del luglio 2021, infatti, nel 2020 le aziende del solo commercio al dettaglio sono diminuite di oltre 300mila unità, di cui ben 240mila per colpa del virus.

Nell’anno del Covid gli infortuni denunciati in calo del 25,6%. L’effetto Covid è evidente anche nei risultati dell’analisi condotta dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto: se fra il 2016 ed il 2019 si è registrata una diminuzione delle denunce di infortunio sul lavoro del 3,3%, passando da 50.903 a 49.209 casi, nel 2020 sono state presentate all’Inail 36.624 denunce, con una drastica riduzione del 25,6% rispetto all’anno precedente. Nel commercio gli infortuni avvengono più frequentemente durante lo svolgimento dell’attività lavorativa piuttosto che in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Dai valori medi del quinquennio analizzato, infatti, emerge che il 76% dei casi si è verificato in occasione di lavoro, mentre il rimanente 24% è avvenuto in itinere. A livello di genere, mentre per gli infortuni in itinere vi è distribuzione simile fra maschi e femmine (rispettivamente 48% e 52%), nel caso degli incidenti avvenuti in occasione di lavoro sono i lavoratori a infortunarsi di più, con una quota del 69% contro il 31% delle lavoratrici. Prendendo in considerazione i casi indennizzati dall’Inail fra il 2016 e il 2020, gli arti superiori risultano essere coinvolti con la frequenza più alta (36%), seguiti da arti inferiori (26%), colonna vertebrale (15%) e testa (13%). Dal punto di vista della natura delle lesioni, invece, lussazioni, distorsioni e distrazioni rappresentano il 29% degli infortuni e sono la modalità prevalente, seguite da contusioni (28%), ferite (22%) e fratture (16%).

In forte diminuzione anche le malattie professionali. Per quanto riguarda le malattie professionali, nel 2020 le denunce sono state 2.748, in calo dell’11,4% sul 2016 e addirittura di circa il 21% rispetto al 2019. Anche questo decremento, dopo un quadriennio caratterizzato da un trend in crescita, può essere dovuto, come in tanti altri settori, alla pandemia da nuovo Coronavirus, che ha reso più difficile per i lavoratori la presentazione di eventuali denunce di malattia. I dati ancora provvisori del 2021, infatti, registrano già una recrudescenza del fenomeno. Con il 7% delle tecnopatie sul totale della gestione assicurativa Industria e servizi, il commercio si colloca al terzo posto per numero di denunce, dietro ai settori delle costruzioni e delle attività manifatturiere. Oltre sette patologie su dieci (1.941 casi) hanno interessato i lavoratori della vendita all’ingrosso e al dettaglio, mentre il restante 29,4% (807) ha riguardato quelli occupati nella vendita e nella riparazione di autoveicoli e motocicli. I lavoratori più colpiti sono i commessi e gli ausiliari di vendita, con il 24% delle malattie professionali denunciate nel 2020, in calo però del 29% rispetto all’anno precedente. Seguono i carrozzieri, i meccanici e i riparatori di auto con il 14% (-24% sul 2019).

Posture scorrette ed esposizione ai rumori tra i principali fattori di rischio. I fattori di rischio principali vanno dalle posture scorrette all’esposizione a rumori, al contatto con sostanze irritanti, all’inalazione di polveri e fibre, fino allo stress lavoro-correlato. Questi rischi trovano conferma nella tipologia delle malattie professionali denunciate. Quasi tre su quattro (74%), infatti, sono a carico del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, con prevalenza dei disturbi dei tessuti molli (52,2%) e delle dorsopatie (38,2%) dovute alla postura scorretta, alla movimentazione manuale dei carichi (addetti al magazzino) e ai movimenti ripetitivi, con conseguente sovraccarico biomeccanico degli arti superiori. Seguono le patologie del sistema nervoso (14%), in particolare la sindrome del tunnel carpale e quelle dell’orecchio (circa 5%), per il rumore prodotto dalle macchine e dalla musica che spesso viene trasmessa nei punti vendita ad alto volume. I tumori (2%) sono quasi esclusivamente quelli maligni di tessuto mesoteliale, dei tessuti molli e dell’apparato respiratorio.

La Tariffa dei premi adeguata alla profonda innovazione degli ultimi anni. Tradizionalmente svolto attraverso due modalità, quella “organizzata”, che dispone di superfici attrezzate di grandi dimensioni e di un’organizzazione che permette di mantenere sempre disponibili i prodotti negli scaffali, e quella “assistita”, che prevede strutture di medie e piccole dimensioni (negozi), anche mobili (postazioni dei mercati), il commercio negli ultimi anni è stato caratterizzato da una profonda innovazione, dovuta sia al contesto socio-economico che alla trasformazione digitale. Ne sono dimostrazione l’espansione della vendita di generi vari attraverso i distributori automatici e l’ampliamento dei servizi offerti online e con consegna a domicilio. Queste novità hanno avuto delle ricadute anche dal punto di vista assicurativo. La Tariffa dei premi Inail del 2019 (gestione Terziario), infatti, rispetto alla precedente ha ampliato il numero di riferimenti classificativi, cercando di rispondere ai mutamenti organizzativi, che spesso comportavano l’attribuzione di più riferimenti tariffari.

Inserite nuove voci specifiche per le diverse tipologie di vendita. Una prima grande semplificazione è consistita nel comprendere nella voce di tariffa le operazioni di cassa, comunque esse siano svolte (pos, registratore di cassa, pc…). È stata poi superata la distinzione tra “commercio al dettaglio” e “commercio all’ingrosso” a favore dell’introduzione di un nuovo criterio, che differenzia il rischio assicurato in base alle attrezzature utilizzate, in particolare distinguendo in funzione dell’utilizzo o meno di “attrezzature motorizzate di movimentazione merci”. Oggi, inoltre, è presente uno specifico riferimento rappresentativo delle ditte che esercitano il commercio tramite distributori automatici in sede fissa, progettandoli, installandoli, rifornendoli e manutenendoli, ed esistono anche riferimenti specifici per gli esercizi della grande distribuzione (ipermercati, supermercati, grandi magazzini) e per alcune tipologie di esercizi caratterizzati da una vasta gamma di prodotti venduti e di servizi offerti sui prodotti in vendita. Il commercio elettronico, invece, in Tariffa dei premi viene riferito in generale al ciclo della corrispondente vendita in sede, con l’unica eccezione rappresentata da quello che consiste nella sola gestione di una piattaforma informatica, che metta ad esempio in comunicazione fornitori e acquirenti.

  • Giugno 2022Argomenti
    Uno sguardo al settore del commercio – Gli infortuni nel commercio dal 2016 al 2020 – L’analisi del fenomeno tecnopatico nel commercio – Commercio e tariffe Inail
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