Un legame tra siccità del Po e tragedia della Marmolada


Cambiamenti climatici, per lo storico dell’ambiente la siccità del Po e la tragedia della Marmolada sono legati a doppio filo: ecco perché

Al Nord non piove da settimane: il fiume Po mai così a secco dal 1991. Il record di siccità si registra a Piacenza, dove l'indice del deficit di portata è pari a -2,3

Quanto la siccità del Po racconta della situazione globale? In altri termini: quanto dista, in termini di analisi, il delta del Po dalla tragedia della Marmolada? “Sono due problemi strettamente legati, se non c’è più acqua che arriva al delta del Po e ce ne sarà ancora meno è proprio perchè sulle cime delle nostre montagne il ghiaccio si sta sciogliendo, di neve ne cade poca e dura poco. Tutto questo è il sintomo locale di un problema di natura planetaria”, sottolinea alla Dire (www.dire.it) lo storico dell’ambiente Giacomo Parrinello dall’istituto Sciences Po di Parigi.

“Lo stesso tipo di fenomeni si verifica in tutte le grandi catene montuose, con conseguenze altrettanto disastrose se non di più. La riduzione dei ghiacciai di cui si parla tanto- continua Parrinello nell’intervista alla ‘Dire’- è un processo che sta avvenendo in maniera spettacolare e molto dibattuta, giustamente, nei due poli: al polo nord e al polo sud sappiamo che la calotta glaciale, soprattutto al nord, si sta riducendo in maniera significativa al punto che ormai in alcune stagioni dell’anno è possibile l’attraversamento senza rompighiaccio, cosa mai stata possibile nella storia”. Ma in realtà lo scioglimento dei ghiacciai ‘interessa le montagne allo stesso modo: la catena andina, le Montagne rocciose americane, la catena dell’Himalaya e così via. E dovunque con le stesse conseguenze- aggiunge il docente- perchè il regime dei fiumi del pianeta terra dipende da queste accumulazioni di ghiaccio e neve, in particolare nella stagione in cui c’è più bisogno di acqua e cioè l’estate’. Una delle grandi caratteristiche del Po “è che in parte la sua portata estiva è alimentata dallo scioglimento stagionale delle nevi e dei ghiacci”, spiega Parrinello.

Cioè ci sono fiumi “che anche se non piove- spiega Parrinello- sono pieni d’acqua grazie al fatto che, d’estate, il ghiaccio e la neve in parte si sciolgono e alimentano grandi flussi d’acqua”: vale per il Po o per i grandi fiumi himalayani e latinoamericani. Lo scioglimento dei ghiacciai, paradossalmente, nel breve termine può aumentare la portata del fiume, ma se il ghiacciaio non si riforma stagionalmente significa che a un certo punto i fiumi che adesso ogni estate hanno tanta acqua saranno secchi. “Questo si sta verificando dappertutto”.

Si stanno sciogliendo i ghiacciai sulle Montagne rocciose e ora “in California la situazione è drammatica”, riferisce Parrinello: “La famossisma diga Hoover del Colorado ha raggiunto un livello di magra mai visto dalla sua costruzione negli anni ’30. Ci si comincia a domandare se sia sostenibile mantenerla, ma togliere la Hoover Dam significa mettere in discussione tutto il settore agricolo di un pezzo della California e la produzione di energia”. E la California “è una delle regioni più ricche del mondo, da sola conta come uno degli Stati del G7”, ricorda il docente. Altri casi? Quello del Rodano “comincia a diventare particolarmente serio- spiega Parrinello- perchè anche qui si soffre della stessa mancanza di precipitazioni nevose sulle Alpi”, mentre nella Francia del sud “ci sono state pochissime precipitazioni in primavera e le temperature stanno salendo a dismisura“. Si potrebbe continuare, “perchè la situazione dei grandi fiumi indiani in questo momento non è comparabile ma siamo nello stesso trend- segnala Parrinello- e il Gange e il Brahmaputra alimentano territori agricoli da cui dipende la vita di milioni, se non miliardi, di persone. Idem in Cina”.