Crisi di Governo: Letta sconcertato, Meloni pronta alle elezioni


Crisi di governo, le reazioni dopo il voto di fiducia al Senato. Letta: “Decisione folle di M5S, Salvini e Berlusconi”. Meloni: “Pronti al voto tra due mesi”

giorgia meloni enrico letta

Purtroppo eravamo troppo pochi a volere questa mediazione nonostante l’impegno chiesto dal Paese con forza e grande voce con tutti gli appelli che ci sono stati. Il Paese oggi guarda con sgomento alla decisione assurda e folle presa dal Parlamento. Questa è una giornata di follia”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, intervistato al Tg1.

“Tre grandi partiti di questa maggioranza, in forme diverse, hanno deciso di mettere fino a questa esperienza. In particolare la decisione finale oggi di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini di togliere la fiducia, che hanno seguito la scelta di M5s di una settimana fa di aprire di fatto la crisi”. Letta ha aggiunto: “È un giorno triste e drammatico. Faremo di tutto perché le conseguenze siano le meno drammatiche possibili, ma il nostro impegno a sostegno del governo è stato genuino e per l’interesse dell’Italia”. “Se penso a tutto quello che va in fumo, i miliardi del Pnrr che non arriveranno, le riforme… Credo che andremo alle elezioni rapidamente e credo che gli italiani sceglieranno tra chi ha voluto affossare il governo e chi ha cercato di farlo andare avanti”.

MELONI: “SI VOTI TRA DUE MESI, FDI È PRONTA

“Questa legislature è finita. Si può andare al voto anche tra due mesi, Fratelli d’Italia è pronta. Il centrodestra è pronto”. Lo dice Giorgia Meloni, parlando in piazza Vittorio.

SALVINI: “DRAGHI VITTIMA DI PD E 5STELLE

“Draghi e l’Italia sono state vittime, da giorni, della follia dei 5Stelle e dei giochini di potere del Pd”. Lo ha detto Matteo Salvini, aprendo la riunione con i parlamentari della Lega alla Camera. “L’intero centrodestra era disponibile a proseguire senza i grillini, con Draghi a Palazzo Chigi e con un governo nuovo e più forte. Il Pd ha fatto saltare tutto” ha spiegato Salvini. Che ha aggiunto, come spiega la Dire (www.dire.it): “Speriamo che questo sia l’ultimo Parlamento dove centinaia di persone cambiano casacca e poltrona”.