Carcinoma uroteliale metastatico: nuovi dati su pembrolizumab


Carcinoma uroteliale metastatico e pembrolizumab: la comparsa di eventi avversi immuno-correlati potrebbe significare sopravvivenza più lunga

her2dx carcinoma uroteliale

Nei pazienti con carcinoma uroteliale metastatico in terapia con pembrolizumab, la comparsa di eventi avversi immuno-correlati potrebbe rappresentare un fattore prognostico di sopravvivenza più lunga. Lo indicano i risultati di un’analisi retrospettiva presentati in un poster all’ultimo congresso dell’American Urological Association (AUA).

In pratica, in questa analisi, i pazienti che in corso di trattamento con pembrolizumab hanno manifestato un evento avverso immuno-mediato hanno raggiunto una sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana di 28 mesi (IC al 95% 11,7-non raggiunto [NR]) a fronte di 5,4 mesi (IC al 95% 4,0-8,9) per coloro che non hanno sviluppato questa tipologia di eventi (P < 0,0001).

Anche la sopravvivenza globale (OS) mediana è risultata notevolmente più lunga tra i pazienti nei quali è stata registrata la comparsa di un evento avverso immuno-correlato: rispettivamente 44,3 mesi (IC al 95% 15,9-44,3; P = 0,0002) contro 10,4 mesi (IC al 95% 6,9-19,6; P = 0,0002).

«La PFS è risultata significativamente più lunga nei pazienti con un evento immuno-mediato rispetto a quelli che non lo hanno manifestato. Inoltre, anche l’OS è risultata significativamente migliore », ha dichiarato Kazutaka Nakamura, del Tokiwakai Jyoban Hospital di Fukushima, prima firmataria del poster.

Le premesse 
Una correlazione tra comparsa di un evento immuno-correlato e prognosi della malattia nei pazienti trattati con inibitori dei checkpoint immunitari è stata osservata per vari tipi di tumore.

In aggiunta, alcuni studi hanno rilevato una relazione tra l’incidenza di eventi immuno-mediati e la risposta a pembrolizumab in pazienti con carcinoma uroteliale metastatico.

Tuttavia, finora non vi erano dati sufficienti per poter avvalorare il ruolo prognostico degli eventi avversi legati al sistema immunitario in questa popolazione di pazienti.

Analisi retrospettiva
Partendo da questi presupposti, gli sperimentatori hanno effettuato un’analisi retrospettiva dei dati riguardanti 95 pazienti con carcinoma uroteliale metastatico che hanno ricevuto un trattamento con pembrolizumab come terapia di seconda linea o di una linea successiva tra il gennaio 2018 e il febbraio 2022. I pazienti sono stati trattati con pembrolizumab 200 mg ogni 3 settimane o 400 mg ogni 6 settimane. I ricercatori hanno quindi suddiviso i pazienti in base allo sviluppo o meno di un evento di tipo immuno-mediato e analizzato le mediane di PFS e OS, il tasso di risposta globale (ORR) e il tasso di controllo della malattia (DCR).

Dei 95 pazienti valutabili, 31 (il 32%) avevano manifestato un evento immuno-correlato, per un totale di 43 eventi di questo tipo.

Da notare che gli autori hanno rilevato una differenza significativa nella percentuale di pazienti con un performance status ECOG più scadente (> 0) tra coloro che hanno sviluppato evento avversi immuno-correlati e coloro che non li hanno sviluppati : 32% contro 56% (P = 0,0282).

A un follow-up mediano di 15,1 mesi (range inter quartile: 6,1-22,9), 62 pazienti (il 65%) la malattia era progredita e 52 pazienti (55%) erano morti.

I fattori prognostici identificati
Complessivamente, le analisi univariata e multivariata hanno dimostrato che la comparsa di eventi avversi che coinvolgono il sistema immunitario rappresenta un fattore indipendente che contribuisce a determinare la PFS dei pazienti (HR 0,33; P = 0,0006). Altri fattori predittivi della PFS, in questo caso negativi, sono risultati un performance status > 0 (HR 2,06; P = 0,0065) e la presenza di metastasi in più di un organo (HR 1,75; P = 0,0343).

Analogamente, sono risultati fattori predittivi indipendenti per l’OS gli eventi avversi immuno-mediati (HR 0,32; P = 0,0018), un performance status > 0 (HR 2,83; P = 0,0004), un Glasgow Prognostic Score modificato > 0 (HR 2,04; P = 0,0267) e la presenza di metastasi in più organi (HR 1,90; P = 0,0288).

Infine, nei pazienti che hanno sviluppato eventi avversi immuno-correlati l’ORR è risultato significativamente più alto rispetto a coloro che non hanno manifestato questi eventi (35% contro 9%; P = 0,0019), così come il DCR (61% contro 21%; P = 0,0002).

In conclusione
«Questo studio multicentrico dimostra che nei pazienti con carcinoma uroteliale metastatico trattati con pembrolizumab l’insorgenza di un evento che coinvolge il sistema immunitario è associata in modo significativo a PFS, OS, ORR e DCR», hanno dichiarato gli autori dell’analisi. Gli stessi hanno inoltre concluso che in futuro, nei pazienti in corso di trattamento con pembrolizumab, la comparsa di un evento immuno-correlato potrebbe essere utilizzata come fattore prognostico surrogato.

Bibliografia
K. Nakamura, et al. Association between immune-related adverse events and survival of patients with metastatic urothelial carcinoma treated with pembrolizumab. AUA Annual Meeting 2022, abstract MP03-19. Link
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