Menopausa: fezolinetant agisce sui sintomi vasomotori


La terapia non ormonale sperimentale fezolinetant si è dimostrata efficace nel trattamento dei sintomi vasomotori correlati alla menopausa

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La terapia non ormonale sperimentale fezolinetant si è dimostrata efficace nel trattamento dei sintomi vasomotori correlati alla menopausa rispetto al placebo, senza problemi di sicurezza, confermando quanto emerso nei precedenti trial di fase III. Sono i risultati di uno studio presentato al congresso dell’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) 2022.

I sintomi vasomotori correlati alla menopausa sono caratterizzati da vampate di calore e/o sudorazione notturna, sono comuni e possono persistere mediamente fino a 7 anni. In tutto il mondo ne soffre oltre la metà delle donne di età compresa tra 40 e 64 anni. I sintomi moderati/gravi sono correlati a problemi significativi legati al sonno, alla qualità della vita e alla depressione, con costi significativi associati alle risorse sanitarie e costi sociali legati alla ridotta produttività lavorativa.

«I sintomi vasomotori sono i più comuni e più fastidiosi nella menopausa e, quando sono gravi, possono ridurre significativamente la qualità della vita e la funzione cognitiva» ha dichiarato Genevieve Neal-Perry, membro del comitato consultivo scientifico di fezolinetant e presidente del dipartimento di ostetricia e ginecologia della University of North Carolina School of Medicine, a Chapel Hill. «Anche se la terapia ormonale è efficace per la loro gestione, per alcune donne non è un’opzione e resta la necessità di opzioni terapeutiche non ormonali».

Necessità di terapie alternative a quella ormonale
Lo standard di cura per sintomi vasomotori correlati alla menopausa è la terapia ormonale a base di estrogeni da soli o in combinazione con progesterone, ma i problemi di sicurezza e tollerabilità ne hanno scoraggiato l’uso a causa di un potenziale aumento del rischio di tumori ormono-dipendenti (come il carcinoma mammario) e un aumento del rischio di ictus e tromboembolismo venoso.

Altri trattamenti, inclusi gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, il gabapentin e la clonidina, così come la terapia cognitivo comportamentale e i rimedi erboristici, hanno un’efficacia limitata o possono essere associati a effetti avversi come sedazione e nausea.

Fezolinetant è una terapia orale non ormonale sperimentale che agisce bloccando il legame della neurochinina B (NKB) sul neurone kisspeptina/neurochinina/dinorfina (KNDy) per moderare l’attività neuronale nell’ipotalamo, l’area cerebrale deputata alla termoregolazione, riducendo la frequenza e la gravità dei sintomi.

Fezolinetant efficace vs placebo
I ricercatori hanno assegnato in modo casuale 527 donne di età compresa tra 40 e 65 anni, con sintomi vasomotori correlati alla menopausa da moderati a gravi, a ricevere una volta al giorno placebo (n = 175), fezolinetant 30 mg (n = 173) o fezolinetant 45 mg (n = 174). Sono stati valutati la frequenza e la gravità dei sintomi al basale e dopo 4 e 12 settimane, nonché gli eventi avversi complessivi emergenti dal trattamento.

Rispetto al placebo, fezolinetant 30 mg ha ridotto significativamente la frequenza dei sintomi, con riduzioni della media dei minimi quadrati di 1,87 ( errore standard 0,42, P<0,001) a 4 settimane e 2,39 (errore standard, 0,44, P<0,001) a 12 settimane. Lo stesso per la dose da 45 mg, con riduzioni della media dei minimi quadrati di 2,07 (errore standard 0,42, P<0,001) a 4 settimane e 2,55 (errore standard 0,43, P<0,001) a 12 settimane.

Entrambe le dosi del farmaco sperimentale hanno ridotto la gravità dei sintomi rispetto al placebo. Dopo 4 settimane, la variazione media era di 0,15 (errore standard 0,06, P=0,012) con la dose da 30 mg e 0,19 (errore standard 0,06, P=0,002) con quella da 45 mg. A 12 settimane, la variazione media era di 0,24 (errore standard 0,08, P=0,002) con i 30 mg e 0,2 (errore standard 0,08, P=0,007) con i 45 mg.

Gli eventi avversi sono stati segnalati dal 37,4% delle donne che assumevano fezolinetant 30 mg, dal 43,4% di quelle che assumevano la dose da 45 mg e dal 44,6% di quelle trattate con placebo, con la cefalea come effetto collaterale più comune (rispettivamente nel 5,2%, 6,4% e 7,4% dei casi).

«Gli studi futuri dovrebbero valutare l’efficacia comparativa di fezolinetant e delle comuni terapie non ormonali nelle donne con cancro e trombofilia (eccessivo aumento del rischio di formazione di trombi) responsivi agli ormoni» ha fatto presente Neal-Perry. «Le donne con queste diagnosi hanno opzioni di trattamento limitate per i sintomi vasomotori correlati alla menopausa. Inoltre queste opzioni terapeutiche non sono efficaci quanto l’estradiolo e possono avere un profilo di effetti collaterali intollerabile».

Bibliografia

Neal-Perry G, et al. Abstract 132. Presented at: ACOG Annual Clinical & Scientific Meeting; May 6-8, 2022; San Diego.