Ignorare una persona: gli psicologi spiegano la legge del ghiaccio


Che cos’è la legge del ghiaccio? Può essere considerato un comportamento tossico? Cosa succede a livello psicologico se iniziamo a ignorare una persona? Parlano gli psicologi

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Che cos’è la legge del ghiaccio? Può essere considerato un comportamento tossico? Cosa succede a livello psicologico se iniziamo a ignorare una persona? Perché ci sono persone che applicano questa tecnica? E in quali occasioni viene solitamente utilizzata?

Gli esperti di Guidapsicologi.it ci spiegano quali sono le conseguenze della legge del ghiaccio, e ci consigliano le tecniche per difenderci da questi comportamenti tossici e dannosi e imparare a rispondere nel modo più corretto.

Che cos’è la legge del ghiaccio? Può essere considerato un comportamento tossico?

La legge del ghiaccio consiste in una serie di comportamenti il ​​cui obiettivo è ignorare una persona, tenendola separata e lontana da ogni tipo di comunicazione. Può considerarsi una richiesta di attenzione da parte di chi applica tale condotta nei confronti di chi la riceve. La causa radica nel disagio percepito dalla persona che sviluppa la regola del ghiaccio, che reagisce con tale comportamento perché non sa come affrontare il senso di disagio.

È un comportamento totalmente tossico e dannoso:

1. Per la persona che sviluppa la legge del ghiaccio, per aver provocato una disconnessione forzata e per tornare allo schema dell’autosabotaggio, con continui fallimenti nelle relazioni

2. Per chi lo riceve perché può scatenare sentimenti di insicurezza per non aver capito cosa sta succedendo, di autostima per non sentirsi degni della propria amicizia, e sensi di colpa per aver paura di aver ferito i sentimenti altrui.

Cosa succede a livello psicologico se iniziamo a ignorare una persona?

Il rifiuto è una delle paure più potenti che noi esseri umani sperimentiamo e dobbiamo tornare indietro di migliaia di anni per capirlo. Gli uomini primitivi vivevano nelle tribù per sopravvivere, ma se per qualsiasi motivo fossero stati espulsi dal gruppo, le loro possibilità di sopravvivenza si sarebbero ridotte praticamente a zero. Per quanto possa sembrare, il nostro cervello continua ad essere preistorico e crede che se veniamo respinti possiamo non sopravvivere, il che scatenerà in noi un enorme senso di disagio.

La neuroscienza ha osservato come questo comportamento attivi diverse aree del cervello come la corteccia cingolata anteriore. Questa struttura cerebrale è responsabile del dolore fisico, quindi la persona che riceve questo trattamento di silenzio, può arrivare a provare una sensazione simile addirittura al dolore fisico.

Perché ci sono persone che applicano questa tecnica? In quali occasioni viene solitamente utilizzato?

Ci sono persone che si sentono a disagio per diversi motivi e non sanno come affrontare questo disagio. Questo comportamento è quindi un modo, uno strumento, per esprimere ciò che provano, ma ciò che ottengono è proiettare un grande senso di colpa sulla persona che lo riceve e, di conseguenza, riescono a scaricare il peso della propria colpa sull’altro. Infine, poiché sanno che quello che stanno facendo non è certo innocuo, riempiono il loro comportamento di giustificazioni.

Questo comportamento si può osservare in qualsiasi tipo di relazione: con il partner, la famiglia, gli amici, i colleghi, i compagni di scuola… L’obiettivo è separare la persona a cui si applica la legge del ghiaccio, isolarla e chiudere ogni tipo di comunicazione in modo che la pressione la disallinei e finisca per soddisfare gli interessi e i bisogni di chi proietta questo comportamento.

Quali sono le conseguenze della legge sul ghiaccio?

  • È un focus molto stressante per la persona che riceve il rifiuto, in casi prolungati possono comparire più reazioni fisiche come ansia e insonnia

  • La legge del ghiaccio perpetrata a lungo,può sviluppare la paura del rigetto patologico con crisi di disperazione nella persona che la riceve.

  • Sentimenti di colpa, insicurezza e autostima danneggiata sono sintomi molto comuni nelle persone vittime di questo trattamento.

  • La solitudine, la disconnessione e in casi prolungati la depressione sono legate all’abuso psicologico.

  • Questo tipo di trattamento attiva la corteccia cingolata anteriore responsabile del dolore fisico nella persona che lo riceve, in modo che la persona possa provare sensazioni simili al dolore fisico.

Tecniche per difendersi dalla legge del ghiaccio e imparare a rispondere

Nessuno viene rifiutato a meno che non si senta rifiutato, quindi se non ti senti escluso, non puoi mai essere escluso. È importante chiedersi: come mi sento accanto a questa persona? Mi sento stupido? Mi sento amato? Mi sento curato? Se la risposta è che mi sento trascurato e per niente amato, è meglio non preoccuparsi troppo e cercare l’amore di qualcuno che ti merita. L’amore è ovunque, l’importante è che tu ami te stesso e ti senta degno di amore, perché se ti senti degno di amore troverai l’amore. Ognuno deve imparare a soddisfare le proprie esigenze, a prescindere dai comportamenti altrui, impariamo a risolvere da noi le nostre richieste e a prendere le distanze da chi mette in atto questo tipo di comportamenti, non lasciandogli la possibilità di farci del male.

Se si vuole raggiungere un accordo con la persona che pratica la legge del ghiaccio, e riuscire a parlarci per scoprire cosa sta succedendo e arrivare così a un’intesa, si può ricorrere alla comunicazione non violenta perché è un modo per esprimere in modo chiaro e onesto le proprie emozioni e i propri bisogni. Concentriamoci sulle sensazioni, mai sulle valutazioni.

  • Osservare non interpretare:
    Quando vedo che…, Quando mi dici…, Quando fai…

  • Necessità. Descrivi il bisogno insoddisfatto
    Passa dal “tu” (che ha una connotazione autoritaria) al “io”, dove ognuno convalida i propri sentimenti, e in questo modo non si usano rimproveri:
    Ho bisogno di sapere che… Quello di cui ho bisogno è che…

  • Petizioni. Raggiungi un accordo.
    Le petizioni sono molto interessanti perché propongono situazioni per creare cambiamenti ma senza dimenticare i bisogni.
    Vorrei chiederti…

  • Sentimenti, cosa proviamo.
    È un messaggio del sé senza rimproveri.
    Ho l’impressione che…, mi sento…