Lupus e ictus: conseguenze più gravi per le donne


Le donne con lupus eritematoso sistemico sperimentano un peggioramento degli outcome dopo un ictus acuto rispetto agli uomini

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Le donne con lupus eritematoso sistemico (LES) sperimentano un peggioramento degli outcome dopo un ictus acuto rispetto alla popolazione generale, a differenza dei pazienti di sesso maschile. Queste le conclusioni principali di un’analisi di una coorte Usa (U.S National Inpatient Sample) presentata in occasione dei lavori annuale del congresso della Società Britannica di Reumatologia (BSR).

Nello specifico, lo studio condotto su più di 1,5 milioni di casi di ictus acuto registrati negli Usa tra il 2015 e il 2015, ha mostrato che le donne con LES si caratterizzavano per tassi maggiori di ospedalizzazione e lungo degenza, e per una minore probabilità di essere dimesse e riportate nell’ambiente domestico in autonomia rispetto a quelle non affette da LES. Nei pazienti lupici di sesso maschile, invece, non è stata osservata l’associazione sopra riportata.

Tali risultati implicano come sia di straordinaria importanza la prevenzione primaria dell’ictus, soprattutto nelle pazienti lupiche, e come sia necessaria l’esplorazione di strategie di trattamento più efficaci e mirate per minimizzare questi outcome eccessivamente avversi di ictus in queste pazienti.

Lo studio
L’ictus rappresenta un outcome importante da considerare in quanto le persone affette da lupus sono notoriamente a maggior rischio di andare incontro ad aterosclerosi, un fattorie di rischio acclarato di ictus ischemico; inoltre, in presenza di positività agli anticorpi antifosfolipidi e ad attività di malattia non controllata, il rischio di ictus può aumentare.

Una metanalisi di vecchi studi pubblicati da tempo ha suggerito come la mortalità post-ictus sia del 68% più elevate nelle persone affette da lupus rispetto a quelle non affette dalla malattia reumatologica.

Per quanto i pazienti con lupus di sesso maschile rappresentino solo una minoranza sulla totalità dei pazienti con lupus, alcuni studi hanno dimostrato la loro suscettibilità ad andare incontro ad u peggioramento degli outcome di malattia. Inoltre, il sesso maschile è stato identificato come un fattore di rischio di mortalità precoce durante la malattia lupica, a suggerire l’esistenza di differenze di genere nel decorso di LES.

Per valutare la mortalità e gli outcome intra-ospedalieri in una popolazione di pazienti lupici più contemporanea rispetto alle casistiche precedenti, gli autori dello studio sono ricorsi ai dati  del the National Inpatient Sample, un ampio database disponibile pubblicamente che contiene informazioni sulla gestione intra-ospedaliera dei pazienti.

Il campione di popolazione contemplato in questo database era rappresentato da 1.581.430 individui ospedalizzati per ictus. Tra questi, vi erano 6.1000 donne e 940 uomini che erano affetti da LES. Il resto della popolazione fungeva da popolazione “controllo” (non affetta da LES).

Analizzando alcune caratteristiche del campione di popolazione considerato, è emerso un dato atteso: i pazienti con LES erano di circa 10 anni più giovani di quelli senza LES; la mediana dell’età degli individui di ambo i sessi con e senza lupus era pari, rispettivamente, a 60 anni per le pazienti con lupus, 61 per i pazienti lupici e 71 anni per gli individui non affetti da LES.

E’ stata documentata, peraltro, una differenza sul tipo di ictus nel gruppo di individui con e senza LES: la maggior parte degli individui considerati nello studio presentava un ictus ischemico (89%) anziché emorragico (11%).

I ricercatori hanno analizzato tre outcome chiave: la mortalità alla dimissione ospedaliera, l’ospedalizzazione prolungata (durata degenza superiore a 4 giorni) e dimissione e ritorno in ambiente domestico, ad indicare che il paziente era in grado di ritornare a casa in autonomia anziché essere trasferito in strutture assistenziali protette.

A questo punto è stata condotta un’ analisi multivariata, corretta per la presenza di alcuni possibili fattori confondenti quali l’età, l’etnia, il tipo di ictus e il trattamento di rivascolarizzazione. Si è tenuto conto, inoltre, anche della presenza di comorbilità, come la presenza di malattia CV principale.

Dai risultati di questa analisi è emerso che, per quanto le donne affette da lupus avessero una probabilità maggiore del 21% di morire rispetto ai pazienti senza lupus, i pazienti lupici di sesso maschile avevano una probabilità di andare incontro a evento letale superiore del 24% rispetto alla popolazione non affetta da LES. Queste differenze osservate, tuttavia, non erano statisticamente significative.

Le donne con lupus hanno mostrato una probabilità superiore del 20% di andare incontro a prolungamento della degenza ospedaliera e, invece, una probabilità inferiore del 28% di ritornare a casa in autonomia rispetto ai pazienti non affetti da LES.

L’ intervallo di confidenza al 95% è risultato statisticamente significativo, differentemente da quanto osservato quando si mettevano a confronto gli stessi outcome nei pazienti con LES di sesso maschile (OR pari a 1,08 e a 1,18, rispettivamente).

“Come per i pazienti di sesso maschile, anche se non abbiamo documentato la significatività statistica, dobbiamo ben tenere presente che il campione di popolazione era piuttosto limitato, per cui i risultati ottenuti vanno interpretati con cautela – sottolineano subito i ricercatori nel commentare i risultati del loro lavoro – . Il nostro studio ha anche identificato un gap nelle conoscenze attuali, per cui è necessario approfondire con ricerche ulteriori la comprensione dell’influenza del genere maschile su alcuni outcome legati all’ictus acuto, nei pazienti con LES associato a comorbilità”.

Bibliografia
Jesenalova S et al. The sex-specific outcomes of acute stroke in patients with comorbid Systemic Lupus Erythematosus – National Inpatient Sample Study. Abstract OA18 –  BSR2022. Leggi