Lebrikizumab e steroidi efficaci per la dermatite atopica


Dermatite atopica: lebrikizumab in combinazione con corticosteroidi topici ha migliorato sintomi e segni della malattia dopo 16 settimane

Dermatite atopica: miglioramento della malattia con minimi effetti collaterali dopo la terapia topica mirata contro lo Staphylococcus aureus

Nei pazienti adulti e adolescenti affetti da dermatite atopica da moderata a grave, l’anticorpo monoclonale sperimentale lebrikizumab in combinazione con corticosteroidi topici ha migliorato sintomi e segni della malattia dopo 16 settimane. Sono i risultati dello studio ADhere, annunciati al congresso Revolutionizing Atopic Dermatitis (RAD) 2022.

Il 70% dei pazienti con eczema trattati con lebrikizumab/corticosteroidi topici ha ottenuto un miglioramento di almeno il 75% della gravità complessiva della malattia (EASI-75) e ha raggiunto tutti gli endpoint primari e secondari chiave.

«Questi risultati, insieme a quelli degli studi ADvocate in monoterapia, dimostrano il potenziale di lebrikizumab nel ridurre il carico di malattia e fornire sollievo alle persone con dermatite atopica non controllata, sia da solo che in combinazione con le terapie topiche» ha affermato Eric Simpson, Professore di dermatologia e direttore della ricerca clinica presso l’Oregon Health & Science University di Portland e ricercatore principale di ADhere. «Lebrikizumab prende di mira specificamente il percorso dell’interleuchina (IL)-13, che svolge il ruolo centrale in questa malattia infiammatoria cronica. Questi risultati rafforzano la nostra comprensione del farmaco nella dermatite atopica e ne supportano le potenzialità come una possibile nuova opzione di trattamento».

Lebrikizumab si lega con alta affinità alla IL-13 per prevenire specificamente la formazione del complesso IL-13Rα1/IL-4Rα (recettore di tipo 2), bloccando la segnalazione a valle della via promossa dalla citochina, che svolge un ruolo centrale nell’infiammazione di tipo 2. Nela dermatite atopica la IL-13 è alla base dei segni e dei sintomi come l’alterazione della barriera cutanea, il prurito, l’infezione e la formazione di aree cutanee dure e ispessite.

Lo studio ADhere e il programma clinico di fase III
ADhere è un trial di fase III randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, a gruppi paralleli, globale, della durata di 16 settimane, per valutare l’efficacia e la sicurezza di lebrikizumab in combinazione con corticosteroidi topici in 211 pazienti adulti e adolescenti (questi ultimi di età compresa tra 12 e 18 anni e un peso minimo 40 kg) con eczema da moderato a grave e sintomi non adeguatamente controllati da steroidi topici, con o senza inibitori topici della calcineurina.

Lo studio è stato progettato per riflettere maggiormente la pratica clinica, quindi ai soggetti coinvolti sono stati forniti uno steroide topico di media potenza (triamcinolone acetonide in crema 0,1%) e uno a bassa potenza (idrocortisone in crema 1%) per l’uso sulle aree cutanee sensibili, il cui impiego poteva essere ridotto, interrotto o ripreso a discrezione del paziente.

Gli endpoint primari sono stati misurati da un punteggio Investigator Global Assessment (IGA) di pelle libera da lesioni (0) o quasi libera (1) con una riduzione rispetto al basale e una variazione di almeno il 75% rispetto al basale nell’Eczema Area and Severity Index (EASI-75) dopo 16 settimane. Gli endpoint secondari chiave sono stati misurati mediante EASI, Pruritus Numeric Rating Scale, Sleep-Loss due to Pruritus e Dermatology Life Quality Index.

Deciso miglioramento con lebrikizumab
Tra i partecipanti sottoposti a lebrikizumab più steroidi il 41% ha ottenuto una pelle libera o quasi libera da lesioni (IGA) a 16 settimane, rispetto al 22% dei pazienti nel gruppo placebo più steroidi. Ha raggiunto una risposta EASI-75 il 70% del gruppo lebrikizumab/steroidi rispetto al 42% del gruppo placebo/steroidi, con differenze tra i pazienti nei due gruppi che si osservavano già dopo 4 settimane.

I trattati con lebrikizumab/steroidi hanno anche ottenuto miglioramenti statisticamente significativi rispetto a placebo/steroidi negli endpoint secondari chiave, tra cui clearance cutanea e prurito, interferenza del prurito sul sonno e qualità della vita. Differenze clinicamente significative sono state osservate già a quattro settimane per il prurito, l’interferenza del prurito sul sonno e le misure di qualità della vita.

I risultati sulla sicurezza erano coerenti con quanto emerso in precedenza nella dermatite atopica, con una maggiore frequenza di eventi avversi nel gruppo attivo (lebrikizumab/steroidi: 43%, placebo/steroidi: 35%), in gran parte di entità lieve o moderata e che non hanno portato all’interruzione del trattamento. Gli effetti collaterali più frequenti con lebrikizumab sono stati congiuntivite (5%) e cefalea (5%).

La Fda ha concesso a lebrikizumab la designazione Fast Track nella dermatite atopica nel dicembre 2019. Il programma clinico di fase III consiste in cinque studi globali chiave tra cui due in monoterapia, uno in combinazione con steroidi topici (ADhere), un’estensione a lungo termine (ADjoin) e studi in aperto sugli adolescenti (ADore).

Le compagnie che stanno sviluppando il farmaco, Almirall ed Eli Lilly, prevedono di presentare la domanda di commercializzazione in tutto il mondo entro la fine del 2022, dopo il completamento degli studi ADvocate.