Giovani e consumo di alcol: i numeri della Basilicata preoccupano


Giovani e alcol, la Basilicata tra le prime regioni a consumo elevato: per i ragazzi delle scuole superiori il progetto “Alza la testa, non il gomito”

alcolismo basilicata

Alza la testa, non il gomito” è il nome del progetto promosso dal centro di riferimento alcologico di Chiaromonte dell’Azienda sanitaria locale di Potenza destinato ai ragazzi delle scuole superiori di Lagonegro e Maratea per la prevenzione alcologica. “L’idea di strutturare una serie di incontri con gli studenti adolescenti – è scritto in una nota – è nata dall’esigenza di educare i giovani a non abusare di bevande alcoliche per evitare l’insorgere di patologie alcol-correlate come l’epatopatia alcolica, il coma etilico ma anche patologie oncologiche come il cancro della bocca e orofaringeo, dell’esofago, del colon retto e del fegato. Non da ultimi, i disturbi psichici e comportamentali”. Secondo i dati Asp, la Basilicata è tra le prime regioni a consumo elevato di alcol e l’età di iniziazione all’uso e abuso si attesta intorno ai 12 anni.

Dal questionario somministrato agli studenti è emerso che il 55% dei 153 giovani di età compresa tra i 14 e i 18 anni che hanno partecipato al progetto consumano bevande alcoliche e superalcoliche, mentre il restante 45% consuma bevande analcoliche. Solo il 17% non fa uso di alcol. “Il fenomeno è particolarmente preoccupante- sottolinea il dirigente del centro Alberto Dattola- non solo per i danni alla salute che può provocare ma anche perché l’abuso di alcol è spesso causa di comportamenti potenzialmente pericolosi per sé e per gli altri”.

Per il direttore generale dell’Asp, Giampaolo Stopazzolo, “è fondamentale che iniziative simili si svolgano nel contesto scolastico perché la scuola, assieme alle famiglie, è il primo step per educare alla sana socialità. La scuola è anche luogo privilegiato di ascolto e di individuazione dei disagi giovanili a cui, anche in collaborazione con l’azienda sanitaria potentina, occorre trovare soluzioni che portino i giovani a non autodistruggersi per emulare la massa o per sentirsi adulti”.