Scompenso cardiaco: empagliflozin efficace in 2 settimane


Secondo una nuova analisi dello studio EMPULSE, nei pazienti con scompenso cardiaco, con empagliflozin qualità della vita migliorata in 15 giorni

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Un’analisi secondaria dello studio EMPULSE fornisce un contesto più ampio ai benefici in termini di qualità della vita (QoL) derivanti dall’inizio precoce del trattamento con l’inibitore del cotrasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2) empagliflozin in pazienti ospedalizzati con insufficienza cardiaca acuta scompensata. La nuova analisi prespecificata è stata presentata all’American College of Cardiology (ACC) 2022 Scientific Session e contemporaneamente pubblicata su “Circulation”.

I principali risultati di EMPULSE hanno mostrato che l’inizio del trattamento con empagliflozin una mediana di 3 giorni dopo il ricovero ha portato a una migliore sopravvivenza, meno ricoveri e maggiori miglioramenti nella QoL, che costituivano l’endpoint composito primario del beneficio clinico totale.

Gli endpoint della nuova analisi prespecificata dello studio EMPULSE
Sebbene i benefici degli inibitori SGLT2 nell’insufficienza cardiaca (HF) cronica fossero già ben stabiliti, molti importanti sperimentatori clinici avevano sostenuto l’inizio della terapia farmacologica non appena i pazienti ospedalizzati fossero stabili, ma senza i dati per sostenere tale raccomandazione fino a EMPULSE.

Questa nuova analisi, presentata all’ACC2022 da Mikhail N. Kosiborod, del Saint Luke’s Mid America Heart Institute di Kansas City, MO), ha approfondito il modo in cui i pazienti dello studio hanno riferito di sentirsi in base al Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire (KCCQ). I pazienti con empagliflozin hanno riportato un miglioramento maggiore in un’ampia gamma di esiti dello stato di salute già 15 giorni dopo la somministrazione del farmaco rispetto a quelli trattati con placebo.

I ricercatori dello studio EMPULSE hanno randomizzato 530 pazienti a empagliflozin 10 mg una volta al giorno o placebo e li hanno seguiti per 90 giorni per l’endpoint composito primario composto dal tempo alla morte, dalla frequenza degli eventi HF, dal tempo al primo evento HF e dalla variazione del punteggio QoL rispetto al basale.

La popolazione dello studio comprendeva pazienti con e senza frazione di eiezione (EF) ridotta, diabete o HF de novo o cronica scompensata. In generale, i pazienti avevano uno stato di salute molto scarso al basale. Quelli con KCCQ peggiore al basale erano più giovani e avevano maggiori probabilità di essere donne o non caucasici e di avere diabete e HF scompensata.

Miglioramenti registrati al Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire
Le risposte elettroniche KCCQ monitorate nello studio a 15, 30 e 90 giorni sono state il punteggio dei sintomi fisici, il punteggio di limitazione fisica, la QoL, il punteggio di limitazione sociale, il punteggio di riepilogo clinico, inclusi sintomi e limitazioni fisiche, e il punteggio riepilogativo complessivo, che include tutti i domini.

Nell’immediato periodo post-dimissione, la maggior parte dei pazienti ha riportato grandi e rapidi miglioramenti nello stato di salute, un dato che Kosiborod ha definito non inatteso nei pazienti dimessi dall’ospedale.

Benefici rilevati rapidamente nei vari sottogruppi
Rispetto al placebo, tuttavia, i pazienti nel gruppo empagliflozin hanno comunque avuto un maggiore miglioramento del punteggio totale dei sintomi a 15 giorni, con una differenza tra i gruppi di 5,35 punti (P < 0,01) e una differenza di 4,45 punti a 90 giorni (P = 0,03).

Pattern simili sono stati osservati per gli altri domini KCCQ, con una differenza di 4,40 punti sul punteggio di riepilogo (P = 0,03), 4,85 punti al punteggio di riepilogo clinico (P = 0,02), 4,80 punti al punteggio delle limitazioni fisiche (P = 0,05) e 4,66 punti sul punteggio QoL (P = 0,04), tutti con evidenza di beneficio entro 15 giorni e beneficio sostenuto a 90 giorni.

I risultati di un aumento del beneficio con empagliflozin sono stati coerenti in vari sottogruppi demografici e clinici, indipendentemente dallo stato dell’HF, dallo stato dell’EF (conservata o ridotta) e dal punteggio totale dei sintomi KCCQ al basale.

Tuttavia, un’analisi dei responder per il deterioramento totale del punteggio dei sintomi KCCQ e i miglioramenti a 90 giorni mostravano un trend verso un vantaggio per empagliflozin, ma non raggiungevano la significatività statistica. Kosiborod ha osservato che non solo le soglie sviluppate nelle popolazioni con HF cronica – non acuta -, ma anche i rapidi e grandi miglioramenti dello stato di salute in entrambi i gruppi dopo la dimissione hanno ridotto la capacità discriminatoria.

L’importanza di una prescrizione precoce prima della dimissione
Secondo Kosiborod, dati recenti suggeriscono che i pazienti dimessi a domicilio con un inibitore SGLT2 hanno un’alta probabilità di continuare ad assumerlo dopo il ricovero in ospedale per HF, mentre quelli dimessi a casa senza uno di questi farmaci è molto improbabile che vengano avviati su un inibitore SGLT2 come pazienti ambulatoriali.

«È noto, e lo si è visto con altre classi di farmaci come le statine, che se non si effettua la prescrizione in ospedale, è improbabile che questa eseguita dopo la dimissione» ha ribadito. Inoltre, «è più importante che al paziente venga prescritto un inibitore SGLT2 e meno rilevante che tipo di inibitore SGLT2 gli venga prescritto».

Verso un ampliamento della gamma di frazioni d’eiezione responsive
Dopo la presentazione, il panelist Deepak Bhatt, del Brigham and Women’s Hospital di Boston, ha affermato che la nuova analisi si aggiunge a un già ricco corpo di dati importanti su empagliflozin.

«I benefici sugli endpoint clinici come l’HF, ma ora anche sulla QoL – ovvero su come il paziente si sente effettivamente – penso che siano notevoli» ha detto. «Anche il fatto che il beneficio si manifesti così presto è molto importante e rappresenta un richiamo ai medici, compresi i cardiologi, affinché inizino a prescrivere questi agenti farmacologici. Penso che questi dati supportino davvero l’inizio precoce del trattamento, assumendo il fatto che il paziente non abbia controindicazioni».

Bhatt, che è stato ricercatore principale negli studi SOLOIST-WHF e SCORED condotti con l’inibitore SGLT2 sotagliflozin, ha inoltre osservato che dati emergenti suggeriscono benefici in un’ampia gamma di EF, comprese quelle con HF e frazione di eiezione conservata (HFpEF), rinforzando la possibilità di un effetto di classe.

A tale proposito, Kosiborod ha detto che i ricercatori EMPULSE non hanno ancora analizzato i risultati per i pazienti con EF pario superiore al 50% rispetto a quelli con EF compresa tra il 40% e il 49% a causa della piccola numerosità del campione, ma ha sottolineato che nel PRESERVED-HF, i pazienti con un EF di < 60% o > 60% avevano esiti «assolutamente identici» al KCCQ.

Riferimento bibliografico:
Kosiborod MN, Angermann CE, Collins SP, et al. Effects of Empagliflozin on Symptoms, Physical Limitations and Quality of Life in Patients Hospitalized for Acute Heart Failure – Results From the EMPULSE Trial. Circulation. 2022 Apr 4. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.122.059725. [Epub ahead of print] Link