Epatiti di origine sconosciuta: ittero campanello d’allarme


Epatiti di origine sconosciuta, Maggiore (Bambino Gesù): “Ittero campanello d’allarme ma rivolgersi al pediatra anche se il bimbo è molto abbattuto e con altri sintomi”

L’Epatite Delta è, tra le diverse epatiti, la più severa in quanto progredisce assai rapidamente, fino a 10 volte di più rispetto all’Epatite B: arriva una nuova terapia

L’ittero è sicuramente un ‘campanellone’ d’allarme però se ci troviamo davanti a un bambino che pur non essendo itterico ‘non è più lui’, ossia lo vediamo particolarmente abbattuto e ha sintomi aspecifici come dolore addominale, diarrea o vomito, allora è bene rivolgersi al pediatra che saprà valutare la situazione. I genitori sono sensori importantissimi, nel bene e nel male”.

A spiegarlo alla Dire (www.dire.it) è Giuseppe Maggiore, responsabile di Epato-Gastro-Enterologia e Nutrizione del Bambino Gesù di Roma, nel corso di una diretta facebook organizzata dall’ospedale pediatrico per rispondere alle domande delle famiglie sulle epatiti di origine sconosciuta che, da alcune settimane, stanno colpendo i bambini.

L’esperto però rassicura sul fatto che se in Inghilterra il fenomeno sembra essere in espansione “al momento in Italia non c’è alcuna evidenza che ci sia una maggiore frequenza di questa tipologia di epatiti”.

Proprio oggi infatti la Società italiana di gastroenterologia epatologia e nutrizione pediatrica (Sigenp) ha reso noti i risultati di una survey condotta in 71 centri nazionali: sono 20 i casi totali di epatite acuta ad eziologia sconosciuta (non A-non E) riscontrati nel nostro Paese da gennaio a oggi. “È un numero sovrapponibile a quello del triennio precedente (2019-2021)”, spiega la Sigenp.

Le epatiti di origine sconosciuta non sono però una novità per gli epatologi. “Il 50% delle epatiti acute e gravi sono da causa non conosciuta- spiega Maggiore- la particolarità di questa riscontrata in Inghilterra è che riguarda prevalentemente una fascia d’età limitata ai primi 5 anni di vita, è una particolarità a cui non siamo abituati”.

Generalmente “l’epatite grave/fulminate non ha una fascia d’età specifica– spiega l’esperto- proprio perché molte possono essere le cause responsabili”. Dell’epatite di cui si parla nelle ultime settimane “non conosciamo la causa, l’ipotesi prevalente è quella infettiva- continua Maggiore- ma siamo ancora nel campo delle ipotesi appunto, senza grandi evidenze. In Inghilterra è stato identificato l’Adenovirus in 3 pazienti su 4, è un elemento importante- dice l’esperto- anche se questo è un virus che, fino ad oggi, solo in alcuni casi ha dato vita a epatiti, ma banali non con grave disfunzione d’organo. Dunque dobbiamo immaginare che ci sia un virus che scatena queste epatiti acute o che la concomitanza con altri virus possa portare a danni più gravi, ma sono appunto tutte ipotesi. E parlando di ipotesi non possiamo immaginare come si trasmetta, possiamo ragionare sull’ipotesi virale ma non sono stati individuati cluster”.

Per quanto riguarda il Sars-CoV-2 Maggiore precisa che “è stato riscontrato solo in alcuni pazienti e poi- dice- il Covid è talmente diffuso che può essere un fattore confondente e non c’è nessun evidenza che nei due anni di pandemia abbia dato luogo da solo a epatiti importanti”. Una certezza però c’è. “Possiamo escludere che ci sia una correlazione con il vaccino antiCovid- spiega Maggiore- anche perché la fascia d’età maggiormente interessata è quella in cui i bambini non sono stati vaccinati, in particolare in Inghilterra”.

Infine a chi chiede se al momento sia meglio evitare i viaggi nel Regno Unito, Maggiore risponde che “pur essendo al centro di questa nuova entità, i numeri registrati nel Paese sono comunque piccoli rispetto alla totalità dei bambini presenti quindi- conclude- al momento non credo che ci siano elementi per sconsigliare di fare viaggi lì per questo specifico motivo”.