In libreria “Solitudini urbane” di Buffa Nazzari


Disponibile in libreria e sugli store digitali “Solitudini urbane” di M. Evelina Buffa Nazzari: nel libro l’autrice rende protagonisti gli uomini comuni

buffa nazzari

Esce il romanzo “Solitudini urbane”, edito da Porto Seguro, di M. Evelina Buffa Nazzari.

L’autrice rende protagonisti gli uomini comuni, le solitudini di chi vive l’esistenza tra le pieghe distorte e malinconiche della realtà.

Con una penna delicata e accurata, M. Evelina Buffa Nazzari, figlia d’arte, scrittrice e interprete teatrale e cinematografica, conduce il lettore in storie di vita in cui la fantasia travalica spesso nella realtà e diviene manifestazione del quotidiano.

Sinossi di “Solitudini urbane”

Un buco sul pavimento, per via di un problema al riscaldamento, unisce tutte le case di una strana palazzina. Un uomo divorziato, dalla finestra del suo seminterrato, guarda le gambe dei passanti e degli inquilini del condominio: gambe lunghe, corte, affusolate, grosse, gambe sole, che conducono un’esistenza misera e dolorosa.

Queste gambe sono un po’ le protagoniste occulte di diciannove tranches de vie legate da un filo sottile, legate da quel buco nero e spaventoso che sembra inghiottirle in un’unica storia.

Sono le gambe di Leone, che dondolano dal soffitto dopo aver dato una spinta a una sedia; sono le gambe di una donna che parte per il Nepal invece di morire; sono le gambe lentigginose della ragazza che aspetta ancora la mamma; quelle della donna col culo grosso e della sua rivale…

Diciannove paia di gambe: gambe che passeggiano per casa, si fermano, corrono da una parte all’altra, gambe che fuggono; gambe che disegnano ognuna la propria storia, unite dal fil rouge della desolante, certa, solitudine.

Biografia autrice

Dopo aver frequentato lo Studio Fersen, debutta nel ruolo di Rossana nel Cyrano de Bergerac per la regia di Maurizio Scaparro, più volte ripreso con grande successo, tra l’altro a Parigi (Palais de Chaillot) nel 1981.

Da allora, ha lavorato nel cinema, in televisione e soprattutto in numerosi teatri italiani.

Tra le sue più interessanti interpretazioni teatrali, si rammenta la prima rappresentazione in Italia, nella stagione 1994-95, de La deposizione, della canadese Hélène Pedneault: un dramma psicologico a due personaggi, presentato ad Avignon nell’ambito del festival 1994.

Dal debutto nel capolavoro di Rostand, ha sempre conciliato l’impegno nella interpretazione di novità assolute, soprattutto di giovani autori, con una presenza assidua e applaudita nei grandi classici del repertorio teatrale, da Goldoni a Albee, da Cechov a Wilde, da Ibsen a Giraudoux, senza peraltro trascurare autori più « leggeri » (Neil Simon, Jean-Noël Fenwick).

Tra le sue ultime e più apprezzate interpretazioni, Torna fra nove mesi, da lei stessa scritto (con il vero nome di Maria Evelina Buffa) atto unico per due personaggi femminili, e Ventiquattr’ore della vita di una donna, adattamento teatrale dalla novella di Stefan Zweig.

Come scrittrice, è autrice, tra l’altro, di un monologo, Il viaggio di Carlotta, pubblicato insieme con Torna fra nove mesi in un unico volume dal titolo Altrove, e di un romanzo autobiografico, Spesso sono arrivata seconda, editi da Ikona Liber, nonché del diario di un percorso di lutto, Dopo la fine, edito da Edizioni Sabinæ.

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