Le aziende vitivinicole puntano sempre più sulla sostenibilità


Le imprese agricole italiane sono a un livello alto di sostenibilità, ma quelle vitivinicole sono a un livello ancora più alto

Le imprese agricole italiane sono a un livello alto di sostenibilità, ma quelle vitivinicole sono a un livello ancora più alto

«Le imprese agricole italiane sono a un livello alto di sostenibilità, ma quelle vitivinicole sono a un livello ancora più alto, e ciò è dovuto a motivi culturali e di relazione con il territorio». Con queste parole Enea Dallaglio, partner di Innovation Team e curatore del rapporto 2022 “Agricoltura 100” di Confagricoltura e Reale Mutua, ha presentato il documento alla “Sana Slow Wine Fair”, la prima fiera internazionale del “vino buono, pulito e giusto” organizzata da Bologna Fiere con la direzione artistica di Slow Food.

L’indagine ha coinvolto 2.162 aziende agricole italiane di cui 492 imprese vitivinicole. Come spiega Dallaglio, sono stati individuate 234 variabili, suddivise nelle microaree della sostenibilità ambientale e sociale, della gestione dei rischi e delle relazioni e qualità dello sviluppo.

I numeri sono stati presentati e analizzati da Anna Caronna, Responsabile Marketing Strategico e Pianificazione Reale Mutua, insieme a Enea Dallaglio, partner Innovation Team-Gruppo Cerved, Federico Castellucci, per Confagricoltura Vino, e Giancarlo Gariglio, coordinatore di Slow Wine Coalition e curatore della guida “Slow Wine”.

Secondo il report 2022, l’attenzione alla qualità delle produzioni è un tratto distintivo del settore vitivinicolo, con il 66,1% delle aziende intervistate che dichiara di aver ridotto l’uso dei fertilizzanti. Il 70,4%, inoltre, ha organizzato attività per “la valorizzazione del capitale umano” e il 63,3% ha migliorato la sicurezza nei luoghi di lavoro.

«Il rapporto – dice Virginia Antonini, direttrice della comunicazione e sostenibilità di Reale Group – è una fotografia con la quale vogliamo far sì che ci sia un’adesione sempre più alta ai criteri di sostenibilità. Ormai non è solo una questione di etica, ma si tratta anche di un importante fattore strategico per le imprese».

«Il comparto vitivinicolo – spiega Federico Castellucci per Confagricoltura Vino – ha iniziato a investire oltre vent’anni fa sulla sostenibilità, spinto dalle richieste del mercato. Oggi il settore continua a guidare questo percorso virtuoso e lo dimostra il fatto che sia l’Italia il primo Paese ad aver approvato il disciplinare di certificazione nazionale della sostenibilità della filiera vitivinicola partendo dal Sistema di Qualità della Produzione integrata».