Dipendenza da oppioidi: nuove raccomandazioni FEDERSerD, SITD e SIPaD


Dipendenza da oppioidi: arrivano le nuove raccomandazioni terapeutiche intersocietarie FEDERSerD, SITD e SIPaD

Dipendenza da oppioidi: arrivano le nuove raccomandazioni terapeutiche intersocietarie FEDERSerD, SITD e SIPaD

FEDERSerD, SITD e SIPaD, le principali società scientifiche che si occupano della dipendenza da oppioidi, hanno discusso sui cambiamenti in atto nel mondo delle dipendenze, nell’ambito di progetto supportato in modo incondizionato da Molteni.  La discussione ha portato alla pubblicazione delle Raccomandazioni Intersocietarie sul trattamento, evidenziando aspetti positivi dell’impiego di queste nuove formulazioni terapeutiche.

Dagli anni ’90 ad oggi, i pazienti con Disturbo da Uso di Oppiacei hanno modificato le loro caratteristiche distintive: età, livello economico e culturale, aspirazioni e opportunità sono cambiati ed hanno contribuito alla necessità di adattare gli obiettivi terapeutici ai loro nuovi bisogni. Si è passati da un approccio clinico, volto prevalentemente alla “riduzione dei decessi e delle malattie infettive” (HIV, epatite B e C) che ha caratterizzato gli anni fino al 2000, ad uno più concentrato sul “recupero” del paziente e reinserimento nella vita sociale e lavorativa al fine di migliorare anche la “qualità di vita”.

Il trattamento farmacologico dei pazienti con Disturbo da Uso di Oppioidi è adesso in fase di trasformazione: l’imminente disponibilità di terapie agoniste oppioidi innovative a lunga durata d’azione, rende possibile oggi inquadrare il paziente e la patologia da punti di vista diversi.

La riflessione condotta da un board ristretto di key opinion leaders ha identificato argomenti che, proposti poi ad un panel allargato di medici, ha portato alla pubblicazione delle Raccomandazioni Intersocietarie sul trattamento, evidenziando aspetti positivi dell’impiego di queste nuove formulazioni terapeutiche. Rispetto al passato, le nuove terapie agoniste a lunga durata d’azione sono un aiuto nel superare lo stigma sociale, dando una maggiore flessibilità nell’accesso al Ser.D, facilitare il reinserimento nella vita sociale perché “sganciano” la mente dalla ritualità dell’assunzione giornaliera, favorire la compliance e l’aderenza in trattamento, azzerare il misuso, la diversione e l’assunzione impropria da parte dei bambini, recuperando risorse di tempo da impiegare in interventi psico-socio-educativi per i pazienti.

Le tre società hanno individuato alcuni gruppi di pazienti che potrebbero maggiormente beneficiare di questa terapia a lunga durata d’azione: pazienti che si trovano in una fase di stabilità clinica, individui con stigma verso i Ser.D., che per motivi di studio o lavoro si trovano fuori sede, in carcere o Comunità Terapeutiche e pazienti ad alto rischio di misuso e diversione.

L’individuazione di nuove modalità organizzative potrà inoltre rendere più semplice il trattamento dei pazienti, attraverso percorsi di cura multidisciplinari, implementazione di network ospedale-Ser.D. e ridefinizione di modelli di presa in carico. Strumenti, questi, che potrebbero attrarre quei pazienti che ancora sfuggono per motivi diversi. Le Raccomandazioni evidenziano come le nuove terapie potrebbero anche migliorare e semplificare la detossificazione, condizione difficile da raggiungere con le terapie tradizionali.