Epatite acuta di origine sconosciuta: parla l’infettivologo


Epatite acuta di origine sconosciuta nei bambini, l’infettivologo Giovanni Di Perri: “Il Covid non sembra esserne la causa”

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“Ho letto i dispacci ufficiali degli enti di salute, dall’Iss a quello britannico. Di fatto questi casi non sembrano legati tra loro da una catena epidemiologica”. Ai microfoni di iNews24, Giovanni Di Perri, responsabile delle malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, sui casi di epatite acuta grave di origine sconosciuta che ha colpito diversi bambini tra i 2 e i 5 anni in alcune parti d’Europa.

“Le indagini fatte al momento sembrano escludere, ad esempio, un agente per via alimentare. Nel 70% dei casi è stato isolato l’adenovirus 41, che però è associato a banali infezioni che possono anche interessare il tratto gastroenterico sotto forma di diarrea. Epatiti di questa gravità non sono attribuite, in genere, all’adenovirus 41”.

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L’infettivologo spiega a iNews24 che i dati disponibili non sono abbastanza: “In questo momento è difficile capire di cosa si tratta. Il fatto che interessi i bambini e non gli adulti potrebbe riguardare l’assenza di una precedente memoria immunitaria maturata nella vita. Però questo non basta e non sembra trattarsi di bambini immunodepressi. È molto inquietante. Gli stessi dispacci non vanno oltre quello che dico, quindi in questa fase, formulare un’ipotesi è molto azzardato. È chiaro che il problema è da osservare molto attentamente. Sono certo che in Inghilterra stiano facendo tutti i rilievi necessari anche di microscopia elettronica sulle feci e una serie di caratterizzazione dei campioni”.

Di Perri aggiunge che “la cosa è inquietante, francamente non sembra nulla di tipico. Lo screening dei virus noti sono tutti negativi e in questo momento non c’è nessuna associazione col consumo di particolari alimenti. I casi sono geograficamente lontani, per cui non sembrano esserci nemmeno fattori in comune come, ad esempio, l’inquinamento di un acquedotto”.

Allo stesso tempo, spiega la Dire (www.dire.it), l’infettivologo, intervenuto a iNews24, esclude un legame tra i casi di epatite e il long-Covid o la vaccinazione: “Qualcuno di questi bambini non ha avuto il Covid, altri non erano vaccinati. La responsabilità del Covid non sembra omogenea. Bisogna avere più dati, ma da come scrivono il Sars-CoV-2 sembra non essere la causa. Così come pare che l’adenovirus 41 non c’entri nulla, perché non l’hanno trovato in tutti i casi. Ci sono dati scarsi e non orientanti verso un’unica direzione. Siamo in alto mare e la cosa mi preoccupa, vista la gravità che può assumere”.