Red Bull 64 Bars The Album diventa un documentario


Red Bull 64 Bars, The Album, disco con i big della scena rap italiana, uscito lo scorso maggio in collaborazione con Island, diventa un mini-documentario

red bull 64 bars

Red Bull 64 Bars, The Album – disco con i big della scena rap italiana, uscito lo scorso maggio in collaborazione con Island – diventa un mini-documentario.

Dopo aver ottenuto la certificazione disco d’oro sia per l’album che per i singoli di Marracash e di Blanco, Red Bull 64 Bars, format simbolo della libertà d’espressione nel rap game italiano, mostra in un documentario il dietro le quinte del progetto con interviste e racconti degli artisti e dei produttori protagonisti. Il doc apre il 2022 musicale di Red Bull ed è disponibile QUI.

Il documentario rivela, attraverso gli stessi protagonisti, i retroscena di “Red Bull 64 Bars” raccontando la qualità del lavoro di MC e beatmaker che hanno in questa prova poco tempo per preparare il testo e le musiche, poco spazio per prendere respiro. La competizione è serratissima: competizione con se stessi, con chi si è già misurato con questo format, con la necessità di mantenere alta la tensione lirica ed emotiva per un lasso di tempo che va ben oltre la durata abituale della strofa standard, stravolgendo le regole consolidate. Niente ritornelli come porto sicuro in cui rifugiarsi, ma carta libera alla sperimentazione, alla voglia di stupire, all’artificio verbale, alla punchline che mette KO l’ascoltatore percorrendo metafore acrobatiche, rime inaspettate ed adrenalina a mille, senza un attimo di respiro. Una sfida artistica eccezionale. Una sfida intrisa di autenticità – l’autenticità senza compromessi della migliore cultura hip hop.

Marracash, Blanco, Rkomi, Ernia, Geolier, Luchè, Izi, Carl Brave, Beba, Pyrex, Sina, Marz, Greg Willen, Junior K, Drast, Dade, Low Kidd e Pherro artisti che hanno partecipato al progetto discografico attraverso le loro parole descrivono il format come un gioco che mette l’artista e il producer di fronte ad una sfida creativa. Una sfida genuina che porta a fare musica in un nuovo modo, diverso e stimolante con la massima libertà.

Red Bull 64 Bars è un format che riporta il rap alla sua vera essenza: a parlare così è Marracash, ed è una fotografia semplicemente perfetta. Carl Brave parla di Red Bull 64 Bars come “un altro modo di fare musica, completamente diverso e stimolante”. Per Blanco, che ha trionfato al Festival di Sanremo 2022, si tratta di “chiudere gli occhi e scrivere: Red Bull 64 Bars ti permette di raccontare un nuovo lato di te”. “Negli ultimi anni il gioco delle barre si è un po’ perso – dice Ernia – Red Bull 64 Bars lo riporta in vita”.

Nato nei Red Bull Studios di Auckland in Nuova Zelanda e fatto crescere dall’MC David Dallas, in pochissimi anni, Red Bull 64 Bars è diventato un’unità di misura universale e una cartina di tornasole severissima sul valore reale al microfono di un MC e sulla capacità di calibrare la giusta alchimia col lavoro di un beatmaker. A stabilirlo è stata la stessa scena hip hop, attraverso i suoi protagonisti: in Italia molti fra i più grandi esponenti del genere sono infatti già passati attraverso questa prova.

Il 28 maggio 2021 è uscito Red Bull 64 Bars, The Album in collaborazione con una label leggendaria come Island. Una tappa importante in questa avventura nonché un capitolo fondamentale nella storia del rap italiano, vista la batteria di talenti coinvolti. I brani sono stati registrati sul Red Bull Music Studio, portato per l’occasione all’Alcatraz di Milano. Il rap vive attraverso regole molto particolari, attraverso codici che sono riconoscibili e condivisi prima di tutto da chi ne è vero appassionato. La credibilità è un caposaldo. In modo molto naturale, la particolare routine attraverso la quale un MC si esprime al microfono per 64 misure (le “64 barre” a cui si riferisce il nome del format) e deve farlo senza ritornelli, senza vie di fuga, senza rete, collaborando all’impronta con i più talentuosi producer della scena reclutati specificatamente per l’occasione (con accostamenti spesso inediti, a rendere il tutto ancora più unico e felicemente rischioso) è diventata subito una prova del nove. Grandi maestri, nuova scuola, giovani talenti, solidissimi veterani, tutti combinati spesso in maniera sorprendente: uniti sotto il segno di questo format che in pochi anni ha intrecciato i destini e i talenti di un’intera scena musicale.