Su Rai 5 il documentario “Il Giglio, malia di un’isola”


In prima visione su Rai 5 il documentario “Il Giglio, malia di un’isola” di Vincenzo Saccone: andrà in onda in seconda serata

il giglio, malia di un'isola

Partendo da Porto Santo Stefano, dopo nemmeno un’ora di mare lungo l’Arcipelago Toscano, appare un anfiteatro di case variopinte color pastello, sovrastato da torri di difesa e circondato da macchia mediterranea: questa visione, incastonata in un’atmosfera quasi magica è l’isola del Giglio. Un luogo raccontato dal doc in prima visione “Il Giglio, malia di un’isola”, di Vincenzo Saccone, in onda domenica 10 aprile alle 22.00 su Rai 5.

La vita, nella seconda isola per dimensione dopo l’Elba e collocata di fronte al Promontorio dell’Argentario, si concentra nei tre centri abitati: Giglio Porto probabilmente il primo, risalente all’epoca romana, piccolo e pittoresco e approdo per tutte le imbarcazioni, Giglio Castello un borgo medioevale di notevole e misteriosa bellezza collocato nella zona interna e più alta e Giglio Campese la vera gemma dell’isola che inizia a svilupparsi negli anni 60 diventando il centro turistico più importante. Protagonisti assoluti dell’isola sono il granito e il vino ansònaco, il vero tesoro dell’isola che già ai tempi dei Romani vantava una certa fama. Si parla di viticoltura eroica, di muretti a secco in luoghi spesso impervi e sperduti. Oggi sono in pochi a mantenere viva la tradizione di questo robusto vino, che viene definito “umano” perché rispecchia il territorio.

L’altro elemento fortemente identitario dell’isola è il granito, fin dai tempi di Giulio Cesare, l’isola era scolpita di cave di questa roccia. Il Giglio ha esportato colonne di granito, giganteschi monoliti di diverse tonnellate scavati direttamente nella cava e che oggi si possono ammirare in importanti monumenti italiani. Generazioni di scalpellini hanno lavorato duramente estraendo con fatica il granito dalle scogliere, dai declivi o da ovunque si potesse estrarre, per poi esportarlo e abbellire un bel pezzo d’Italia e non solo.

E in questo scoglio granitico, è diffusa anche la tradizione musicale: quasi tutti i gigliesi cantano o suonano qualcosa. La canzone scritta da un gigliese e vissuta qui come l’inno nazionale si chiama appunto “sono gigliese e canto”. Un’isola canterina dove vivono quei valori mai sopiti dell’Italia di un tempo: qui la gente vive nell’elogio della vita semplice con il ritmo lento del tempo che, soprattutto in inverno, quasi svanisce. L’isola del Giglio è viva, autentica, vera e gode di un rapporto d’amore coi suoi abitanti che sentono forte il desiderio, o meglio, il dovere attraverso, la musica, la poesia o la fotografia di raccontarla e immortalarla.