Studio spiega come le statine inibiscono le metastasi


Un gruppo di ricercatori ha descritto su “Clinical and Translational Medicine” come le statine inibiscono le metastasi

L'uso di statine tra i pazienti con insufficienza cardiaca è associato a un rischio inferiore del 16% di sviluppare il cancro rispetto ai non utilizzatori

Un team guidato da Ulrike Stein dell’Experimental and Clinical Research Center (ECRC) – istituzione congiunta del Centro Max Delbrück per la medicina molecolare dell’Associazione Helmholtz (MDC) e Charité – Universitätsmedizin Berlin – ha descritto su “Clinical and Translational Medicine” come le statine inibiscono le metastasi.

I malati di cancro raramente muoiono per il tumore primario, ma piuttosto per le metastasi – anche dopo un intervento chirurgico al tumore di successo, spiegano i ricercatori.

Questo perché le cellule tumorali a volte si diffondono ad altre parti del corpo all’inizio della malattia, quando il tumore è ancora molto piccolo e potrebbe non essere stato ancora scoperto. Per fare questo devono staccarsi dalla matrice extracellulare e migrare nei vasi linfatici vicini o nei vasi sanguigni che li trasportano in nuovi tessuti, dove si depositano e proliferano.

L’inibizione dell’espressione del gene MACC1
Comprendere i meccanismi molecolari delle metastasi è quindi un pezzo chiave del puzzle nella lotta contro il cancro. Più di dieci anni fa, la professoressa Ulrike Stein e il suo laboratorio presso l’ECRC sono stati in grado di scoprire un importante motore di questo processo nel cancro del colon-retto umano: il gene delle metastasi associate al cancro del colon 1 (MACC1).

Quando le cellule tumorali esprimono MACC1, la loro capacità di proliferare, muoversi nel corpo e invadere altri tessuti è aumentata. «Molti tipi di tumori si diffondono solo in pazienti con alta espressione di MACC1» spiegano Stein e colleghi.

Il ruolo di MACC1 come fattore chiave e biomarcatore della crescita tumorale e delle metastasi – non solo nel cancro del colon-retto, ma in più di 20 tumori solidi come il cancro gastrico, epatico e mammario – è stato da allora studiato da molti altri ricercatori in tutto il mondo e confermato in oltre 300 pubblicazioni.

Blocco ai secondarismi mediante ipocolesterolemizzanti
Ora, insieme al Dr. Robert Preißner di Charité, Stein ha scoperto cosa potrebbe interrompere la progressione metastatica in questi casi: le statine, che sono ampiamente prescritte come farmaci che abbassano il colesterolo, inibiscono l’espressione di MACC1 nelle cellule tumorali.

Nella loro ricerca di inibitori MACC1, i ricercatori hanno condotto uno screening farmacologico ad alto rendimento con i colleghi dell’European Molecular Biology Laboratory (EMBL) di Heidelberg (Germania). Si sono focalizzati in modo indipendente sulle statine.

Hanno testato questa scoperta su varie linee cellulari tumorali, con risultati favorevoli: tutti e sette i farmaci testati hanno ridotto l’espressione di MACC1 nelle cellule, ma a vari livelli. Gli scienziati hanno quindi somministrato gli inibitori del colesterolo a topi geneticamente modificati con aumento dell’espressione di MACC1.

Questo ha quasi completamente soppresso la formazione di tumori e metastasi negli animali. «Ciò che è particolarmente notevole è che i benefici sono continuati negli animali anche dopo aver ridotto la dose rispetto alla quantità che gli esseri umani normalmente ingeriscono» segnalano Stein e colleghi.

Correlazione accertata, ora occorrono studi clinici confermativi
Robert Preißner e gli scienziati dell’Università della Virginia hanno anche esaminato i dati su un totale di 300.000 pazienti a cui erano state prescritte statine. Questa analisi ha trovato una correlazione: «I pazienti che assumevano statine avevano solo la metà dell’incidenza del cancro rispetto alla popolazione generale» riferisce Preißner.

Stein sconsiglia di assumere statine come misura preventiva senza consultare un medico e aver controllato i livelli lipidici, in modo da garantire che non si verifichino gravi effetti collaterali. «Siamo ancora all’inizio» sottolinea. «Le linee cellulari e i topi non sono esseri umani, quindi non possiamo trasferire direttamente i risultati».

Gli studi sperimentali e l’analisi retrospettiva dei dati saranno ora seguiti da uno studio clinico, dice. Solo dopo sarà possibile dire con certezza se le statine effettivamente prevengono o riducono le metastasi nei pazienti con alta espressione di MACC1.

Riferimento bibliografico:
Gohlke BO, Zincke F, Eckert A, et al. Real-world evidence for preventive effects of statins on cancer incidence: A trans-Atlantic analysis. Clin Transl Med. 2022;12:e726. doi: 10.1002/ctm2.726. Leggi