Virus Respiratorio Sinciziale: da nirsevimab un aiuto ai bimbi


Virus Respiratorio Sinciziale: nirsevimab protegge dall’infezione tre quarti dei neonati secondo i risultati di un nuovo studio

nirsevimab

Il New England Journal of Medicine (NEJM) ha pubblicato oggi i risultati dello studio di fase 3 che ha valutato nirsevimab, il primo anticorpo monoclonale a lunga durata d’azione, progettato per proteggere tutti i neonati per l’intera stagione di virus respiratorio sinciziale (RSV) con una singola dose.

Lo studio ha coinvolto neonati sani, nati a termine e nati pretermine tardivi (a partire da 35 settimane di età gestazionale), che entravano nella loro prima stagione di RSV. Nirsevimab ha raggiunto l’endpoint primario dello studio riducendo l’incidenza del 74,5% (95% CI 49,6 a 87,1; P<0,001), rispetto al placebo, dell’assistenza medica necessaria per le infezioni del tratto respiratorio inferiore (LRTI) causate da RSV, come bronchiolite e polmonite.

È stata condotta inoltre un’analisi dei ricoveri associati ad RSV che ha messo insieme i risultati degli studi di fase 3 e di fase 2b. Nei neonati a termine e pretermine (età gestazionale superiore alle 28 settimane), una singola dose di nirsevimab ha dimostrato un’efficacia del 77,3% (95% CI da 50,3 a 89,7, P<0,001) contro i ricoveri associati a RSV. Nel solo studio di fase 3 MELODY, è stata osservata una riduzione del 62,1% di rischio di ricovero associato ad RSV, anche se non statisticamente significativa (95% CI: da -8,6% a 86,8%; P=0,07). Nel gruppo di nirsevimab, 6 dei 994 neonati sono stati ricoverati per LRTI da RSV, mentre 8 dei 496 neonati sono stati ricoverati nel gruppo placebo.

Nirsevimab è stato sviluppato da Sanofi e AstraZeneca. Il farmaco è il primo anticorpo monoclonale sperimentale a lunga durata d’azione progettato per proteggere tutti i neonati durante la loro prima stagione di RSV. Con nirsevimab, l’obiettivo è quello di fornire una protezione rapida e diretta al neonato attraverso una singola dose. È la prima forma d’immunizzazione ad aver superato gli endopoint di efficacia predefiniti negli studi di fase 3 per la protezione dei neonati da RSV. L’RSV costituisce la causa più comune di LRTI, tra cui bronchiolite e polmonite, ed è una delle principali cause di ricovero in tutti i neonati.

I risultati degli studi clinici di fase 3 MEDLEY e fase 2/3 MELODY, combinati con lo studio di fase 2b e condotti su diverse popolazioni, dimostrano il potenziale di nirsevimab nel proteggere tutti i neonati per l’intera durata della stagione RSV con una singola dose.

La presentazione dei dossier registrativi è prevista per la prima metà del 2022.

Dr. William Muller Associate Professor, Pediatrics, Northwestern University Illinois, dichiara “In questa ultima stagione sappiamo che l’RSV ha visto una ricomparsa a seguito dell’allentamento delle misure di salute pubblica da COVID-19. Questo dimostra quanto sia necessario un ampio approccio di immunizzazione per contribuire a mitigare il sostanziale onere globale che l’RSV impone ai neonati, alle loro famiglie e ai servizi sanitari. Questi dati entusiasmanti mostrano che nirsevimab ha il potenziale per offrire una protezione da RSV a tutti i neonati, il che sarebbe un cambiamento paradigmatico nell’approccio a questa malattia”.

Francesca Trippi, Medical Head Vaccines Italia, Sanofi, dichiara “Siamo orgogliosi che nirsevimab, la nostra proposta contro il virus respiratorio sinciziale, abbia il potenziale per diventare la prima forma di immunizzazione in grado di proteggere con una sola dose tutti i neonati e per tutta la stagione dell’RSV. La stagione appena conclusa ci ha confermato come tutti i neonati siano a rischio di infezione severa da RSV. Ed è per questo che grazie alla nostra ricerca abbiamo deciso di dare un contributo importante per la protezione di tutti i neonati”.

Mene Pangalos, Vicepresidente esecutivo, R&S biofarmaceutica, AstraZeneca, dichiara “Questi dati mostrano, per la prima volta, che è possibile proteggere tutti i bambini durante la loro prima stagione di RSV con un’immunizzazione a dose singola. Non vediamo l’ora di collaborare con le autorità sanitarie per rendere disponibile nirsevimab a tutti i neonati il più rapidamente possibile per contribuire alla protezione contro questo virus, che, ogni anno, rappresenta la principale causa di infezioni del tratto respiratorio inferiore, come la bronchiolite e la polmonite”.

Lo studio studio di fase 3 
MELODY è uno studio di fase 3 randomizzato controllato, confrontato con il placebo, che è stato condotto in 21 Paesi. L’obiettivo dello studio era quello di valutare la riduzione dell’incidenza delle LRTI da RSV che necessitano di assistenza medica, tra i neonati sani nella loro prima stagione di RSV.  Lo studio ha avuto una durata di follow-up fino a 150 giorni dopo la somministrazione. I neonati sani, nati a termine e pretermine (a 35 settimane di età gestazionale o superiore) sono stati randomizzati (2:1) a ricevere una singola iniezione intramuscolare di nirsevimab, da 50 mg (nei neonati di peso <5 kg) o 100 mg (nei neonati di peso ≥5 kg), o placebo. Nel gruppo di confronto è stato somministrato il placebo poiché ad oggi non sono disponibili anticorpi o vaccini registrati per la protezione di questi neonati dalle LRTI causate da RSV. Pertanto, tra luglio 2019 e febbraio 2021, 1.490 neonati sono stati randomizzati per ricevere nirsevimab o placebo all’inizio della stagione di RSV. Le analisi dell’endpoint di ospedalizzazione per LRTI da RSV sono state condotte, come prespecificato nei metodi dello studio, anche mettendo insieme i dati dello studio studio MELODY con quelli dello studio di fase 2b. Il profilo di sicurezza complessivo di nirsevimab nello studio è risultato coerente ai risultati precedentemente riportati. Nessuna differenza clinicamente significativa è stata riscontrata nei risultati di sicurezza tra i gruppi nirsevimab e placebo, sia nello studio MELODY che nello studio di fase 2b.

La valutazione dell’endpoint primario nello studio MELODY è stata portata a termine prima del previsto. Le misure di salute pubblica globale messe in atto per il COVID-19 avevano ridotto la circolazione di tutti i virus respiratori, compreso l’RSV, al momento dell’inclusione dei neonati nello studio. Prima della pandemia era stato accumulato un numero sufficiente di casi per poter valutare l’efficacia di nirsevimab nel prevenire le LRTI da RSV rispetto al placebo. Altri 1.500 neonati saranno inclusi nello studio, tra gli emisferi settentrionale e meridionale, per fornire ulteriori informazioni sulla sicurezza.