Il progetto fotografico di Luigi Spina al MANN di Napoli


Fino al 30 giugno 2022 al MANN di Napoli la mostra “Confratelli”, il progetto fotografico di Luigi Spina a cui è dedicato l’omonimo volume di 5 Continents Editions

luigi spina

Dai reperti alla vita, duemila anni fa come oggiFino al 30 giugno 2022 il Museo Archeologico Nazionale di Napoli presenta la mostra “Sing Sing. Il corpo di Pompei” di Luigi Spina. All’intero progetto fotografico è dedicato il volume omonimo pubblicato da 5 Continents Editions.

Prevista per il 2020 e rinviata a causa dell’emergenza Coronavirus, l’esposizione raccoglie all’interno delle sale della Villa dei Papiri una selezione di cinquanta fotografie in bianco e nero che tracciano un itinerario di ricerca tra le celle dei depositi Sing Sing del museo, finora inaccessibili al pubblico, alla scoperta della vita quotidiana che animava le città vesuviane.

C’è tutto il campionario dell’esistenza, dai vasi alle anfore, piatti candelabri e ciotole, maniglie e specchietti, pezzi bruciati di pane antesignani delle nostre rosette e altri alimenti, lucerne e padelle, statuette ninnoli e decori. Tutto spezzato all’improvviso.

Dopo il precedente viaggio fotografico di “Diario mitico”, dedicato alla colossale bellezza dei capolavori della Collezione Farnese, Luigi Spina torna così al MANN con un nuovo progetto espositivo che svela l’aura dei depositi segreti del museo e ne raccoglie le emozioni che accompagnano il percorso di studio e di successiva valorizzazione, a cura della direzione e dello staff scientifico del museo. L’esposizione, infatti, prelude a una nuova politica di accessibilità pubblica dei depositi museali.

Fino al 30 giugno 2022 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli apre al pubblico la mostra Confratelli di Luigi Spina, una raccolta di scatti che getta uno sguardo inedito sui ritratti pittorici della congregazione di San Giuseppe dei Nudi, dando vita a un percorso fotografico che unisce diversi siti culturali della città. All’intero progetto è dedicato un raffinato volume pubblicato da 5 Continents Editions, già editore del libro che accompagna la mostra Sing Sing. Il corpo di Pompei dello stesso autore in corso al MANN fino al 30 giugno 2022.

Dal Settecento napoletano ad oggi, un gioiello storico-artistico svela tante anime: è il Museo Real Monte ed Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi, suggestiva dimensione della memoria racchiusa tra archivio storico, sala dei fondatori, oratorio dei confratelli, sagrestia e giardino.

Attraverso le sue fotografie, frutto di un percorso di studio e documentazione, Luigi Spina racconta questo interessante sito culturale – partner della rete Extramann – invitando lo spettatore a compiere un viaggio simbolico che dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli si collega alle eccellenze della città.

In particolare l’artista si sofferma sui ritratti pittorici realizzati fra la metà del XVIII e l’inizio del XX secolo nella sala dell’ex governo, selezionando 30 tele celebrative dei confratelli”, i benefattori che sostennero la congregazione con opere caritatevoli, sulle quali posare il proprio obiettivo.

Attraverso il linguaggio fotografico, Luigi Spina offre così una visione soggettiva di questi volti facendo affiorare, attraverso la fisiognomica del viso, un mondo di sentimenti e patimenti, di esaltazioni e glorie.

Nobili, uomini di legge, intellettuali, religiosi, rivelano su tela come le storie di singoli personaggi intreccino la Storia di un monumento di culto: alla fotografia spetta il compito di andare oltre la fissa altezzosità del ritratto, individuando crepe, distonie, emozioni spesso non leggibili a occhio nudo.

Tra le figure immortalate da Spina anche Michele Arditi, che nel 1807 curò il primo allestimento dell’allora Real Museo Borbonico: il volto di Arditi, rappresentato in pittura e oggi riletto con la fotografia, è immagine guida dell’esposizione, come trait d’union reale fra luoghi diversi e uniti dalla storia.

La mostra, allestita all’ingresso della sezione Preistoria e Protostoria del MANN in uno spazio circolare che invita lo spettatore a raccogliersi in un intimo dialogo con le fotografie di Luigi Spina, presenta 14 scatti a colori di grandi dimensioni (90 x 134 cm), disposti su un cerchio di ferro zincato senza soluzione di continuità.

Il volume che accompagna la mostra, edito da 5 Continents Editions, è corredato dai testi di Almerinda Di Benedetto e Ugo de Flaviis.